Cyberbullismo, anche Gigi D’Alessio si schiera in difesa delle vittime del web

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Gigi D'Alessio
Gigi D’Alessio

ROMA – Anche Gigi D’Alessio si schiera in difesa delle vittime del web: nel corso della puntata di Made in Sud, andata in onda ieri su Rai2, il cantautore ha affrontato il tema dell’odio online, che miete vittime ogni giorno senza risparmiare nessuno.

Un appello agli “haters” e alle loro vittime, lanciato alla vigilia dell’approvazione della legge contro il cyberbullismo, approvata proprio oggi.

Di seguito il testo integrale del monologo di D’Alessio: “Questa sera voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore. Da qualche tempo c’è una nuova categoria dei sentimenti: l’invidia social, ovvero quella voglia irrefrenabile, ingiustificata e un po’ vigliacca, di demolire la vita degli altri, spiandoli dal buco della serratura della Rete.

L’invidia è sempre stata un sentimento molto forte che spesso ha portato gli esseri umani a dare il peggio di sè, a tirare fuori gli istinti più bassi. Per la Chiesa cattolica è uno dei sette vizi capitali. Dante Alighieri punisce gli invidiosi mettendoli nel Purgatorio con gli occhi cuciti col filo di ferro per avere gioito nel vedere le disgrazie altrui.

Io non vorrei vedere mai nessuno finire così ma a quelli che senza neanche conoscerti, passano il proprio tempo a pensare a come danneggiarti, scrivendo sui social cose terribili su di te, vorrei semplicemente dire: smettete di avere paura! Perché è la paura che ci rende ostili, cattivi, che ci fa perdere sicurezza in noi stessi e che ci fa credere che la sola strada per sentirsi migliori è la cancellazione dell’altro. Ma non voler accettare la vita degli altri è un modo per non accettare la propria di vita

Secondo uno studio fatto recentemente sono le donne, gli omosessuali e i migranti ad essere i più insultati sul web, tanto che ormai parole offensive come ‘troia, frocio e nero di merda’ sono ormai di uso comune.

Io sono un uomo di spettacolo, canto canzoni per vivere e per chi le vuole ascoltare, tutti possono giudicare il mio lavoro sui social con un “mi piace” o con il pollice verso, come si faceva con i gladiatori nell’Arena per farli vivere o morire, che se ci pensate è abbastanza paradossale. Ma nessuno può giudicare la mia vita e quella di chiunque altro. Bisogna rivedere le regole del gioco, questa follia dell’insulto ingiustificato, a prescindere, ha già avuto troppe vittime. Bene, io come dicevo prima sono un uomo di spettacolo, magari per qualcuno solo un guitto del palcoscenico… Ma questa sera per tutti quelli pronti a colpire nascosti dietro una tastiera, sono anch’io una ‘troia, un frocio e un nero di merda’, perché ho scelto di non avere paura”.