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I DOSSIER DELL'OPIONIONISTA - IL RISPARMIO ENERGETICO E LE FONTI ALTERNATIVE
di Daniele Berardi - luglio 2008

L’avvento della rivoluzione industriale ha decretato l’inizio di un impiego massiccio di materie prime e di risorse energetiche, in particolare i combustibili fossili: dal carbone al petrolio. Per più di due secoli ci si è illusi di poter usare senza alcun limite queste risorse; dalla metà del ‘900 si è cominciato a parlare di crisi energetica. Da questo la presa di coscienza dei limiti delle risorse offerte dalla Terra e della necessità di rivedere l’intero sistema produttivo su cui si fondano i paesi più industrializzati.
Tutto ciò che può fornire energia per produrre lavoro si chiama fonte energetica. La maggior parte dell’energia esistente sul nostro Pianeta deriva dal Sole sia sotto forma di energia luminosa che termica. Ogni luogo dove l’uomo svolge le sue quotidiane attività, necessita di energia. A tal fine vengono bruciate circa l’80% di combustibili fossili (petrolio 35%, carbone 24%, gas naturale 21%) con conseguente emissione nell’atmosfera di gas ad effetto serra CO2 (biossido di carbonio).
Attualmente l’Italia importa l’83% dell’energia che si consuma, di cui il 54% è petrolio, il 30% metano, l’8% carbone ed il 7% elettricità prodotta dalle centrali nucleari francesi, svizzere e slovene.
Studi eseguiti in campi diversi hanno evidenziato sia che i giacimenti di carbone e petrolio sono destinati ad esaurirsi nel corso dei prossimi decenni sia che l’umanità si trova già in una crisi provocata dall’abuso di queste stesse risorse. L’ambiente infatti non può più reggere l’immissione di inquinanti derivati dalla combustione di petrolio e carbone; ciò è dimostrato dai cambiamenti climatici.
Gran parte dell’energia mondiale fornita viene utilizzata nelle nostre abitazioni (energia elettrica, impianti di riscaldamento, condizionamento).
Ridurre i consumi di energia provenienti dalle fonti fossili (petrolio, gas, carbone) è una priorità assoluta per poter garantire alle generazioni future un Pianeta vivibile.
Ciò è auspicabile attraverso il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti alternative.
Il risparmio energetico è una delle urgenze fondamentali che il mondo contemporaneo si trova ad affrontare. La produzione di energia provoca altresì danni ambientali devastanti ed irreversibili. L’obiettivo da raggiungere è una riduzione, rispetto al 1990, del 5,2% delle emissioni di gas serra che dovrà essere raggiunto nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2012 (Protocollo di Kyoto). L’Italia, con delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) del 19/11/1998 ha adottato le “Linee Guida per le politiche e le misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra” che individuano gli obiettivi e le misure settoriali per la riduzione del 6% delle emissioni. Tale obiettivo, oltre all’uso di fonti alternative, lo si può raggiungere attraverso soluzioni progettuali e di adeguamento normativo che mirano ad una riduzione dei consumi.
La finanziaria 2007 ha introdotto agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici attraverso incentivi con detrazioni fiscali fino al 55% per 3 anni:
1. Interventi di riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento degli ambienti;
2. Interventi su infissi e pareti degli edifici;
3. Installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda;
4. Sostituzione di vecchie caldaie.
Attraverso tali facilitazioni l’Italia stimola a ridurre la sua dipendenza da fonti energetiche tradizionali sia per attuare le richieste del protocollo di Kyoto sia per dar vita ad un nuovo sistema di contenimenti energetici che possono migliorare il futuro del nostro Pianeta.
I comuni possono diventare uno dei perni fondamentali per lo sviluppo del risparmio energetico e delle fonti alternative, due settori che in Italia stentano a raggiungere dimensioni apprezzabili.

Il risparmio energetico in casa
Le famiglie italiane consumano ogni anno circa il 30% dei consumi energetici totali del nostro Paese. L’energia consumata da una famiglia media di 4 persone richiede nelle centrali elettriche la combustione di circa 2 kg di petrolio al giorno e libera nell’atmosfera circa 2800 litri di CO2. Utilizzando meglio l’energia, si potrebbe risparmiare fino al 40% delle spese per il riscaldamento ed il 10% per quelle degli elettrodomestici.
Il riscaldamento, dopo il traffico, è la maggiore causa di inquinamento delle città. D’inverno gran parte dell’energia usata per riscaldare gli edifici viene dispersa dalle pareti, dal tetto e dalle finestre. Attraverso piccoli accorgimenti è possibile ridurre la dispersione termica controllando la chiusura di porte e finestre, dotandole di doppi vetri. È possibile anche intervenire con materiali appositi sull’isolamento del tetto, delle pareti esterne. Questo consente di ridurre i consumi di energia e far diminuire i gas inquinanti.
Le fonti alternative di energia sono risorse primarie per lo sviluppo di energia elettrica. Esse sono così definite per distinguerle dalle fonti tradizionali quali: petrolio, carbone e gas naturale.
L’Italia è molto indietro nello sviluppo delle energie alternative, malgrado per molti anni, la bolletta dell’energia elettrica abbia previsto una maggiorazione a carico dell’utente. Nella normativa, alla dizione “fonti rinnovabili” si aggiunge “assimilate”; in questo modo decine di milioni di euro, invece di incrementare le energie rinnovabili, sono andati a quelle inquinanti.
Con la crisi petrolifera del 1973, che ha messo in evidenza la limitatezza delle riserve di combustibili fossili, nasce la necessità di trovare delle fonti alternative.
Maggiore è la presa di coscienza dei pressanti problemi di inquinamento e degrado ambientale che affliggono il globo terrestre sia da parte dei governi che delle organizzazioni internazionali di cooperazione quali: ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), OCSE (organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia).
Attualmente l’unica alternativa in grado di sopperire totalmente ai nostri bisogni energetici sembra essere l’energia nucleare. Dopo la seconda guerra mondiale sono entrate in funzione le prime centrali nucleari che producono energia elettrica sfruttando le proprietà di un elemento radioattivo, l’uranio. Dopo l’incidente di Cernobil, che ebbe un violento impatto sull’opinione pubblica, in molti paesi è stato sospeso o ridotto il funzionamento delle suddette, ritenute pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente.
L’attenzione dei ricercatori, a questo punto, si è rivolta verso le fonti rinnovabili, ovvero quelle risorse le cui scorte sono illimitate.














Tra le fonti energetiche rinnovabili troviamo l’energia solare, eolica, geotermica, dell’acqua e delle biomasse.
L’energia solare, disponibile in quantità illimitata, rappresenta per l’uomo una risorsa facilmente reperibile e non inquinante. Può essere sfruttata sia mediante la tecnologia del solare termico, che si basa sull’uso dei collettori trasformando l’energia solare in calore, che la tecnologia del solare fotovoltaico per trasformare, mediante celle e pannelli fotovoltaici, l’energia solare direttamente in energia elettrica.
L’energia eolica, già sfruttata nell’antichità per la navigazione e nei mulini a vento per la macina dei cereali, sfrutta il movimento del vento mediante aerogeneratori (macchine simili a mulini che convertono l’energia elettrica). Può essere sfruttata solo nelle località dove soffiano venti costanti. Negli ultimi anni gli ambientalisti hanno avanzato delle riserve sull’impianto di nuove centrali, sostenendo che esse potrebbero rallentare i venti, modificando così le condizioni climatiche di una certa zona, influendo negativamente sulla vita di alcune specie animali, in particolare sulla vita degli uccelli migratori.
L’energia geotermica sfrutta il calore proveniente dall’interno della terra, localizzato specialmente nelle aree vulcaniche. Il magma, infiltrandosi nelle discontinuità della crosta terrestre, può risalire in superficie e riscaldare l’acqua delle falde acquifere dando origine a sorgenti termali, geyser, soffioni o fumarole. I pozzi geotermici intercettano il vapore proveniente dal sottosuolo e lo convogliano alle turbine che producono energia elettrica.
L’energia dell’acqua, per molti secoli utilizzata con l’unico scopo di azionare mulini e altre semplici macchine, attualmente è usata nelle centrali idroelettriche per produrre elettricità sfruttando le masse d’acqua in movimento, sia quelle continentali che oceaniche, dove si formano onde superficiali e correnti di diverso tipo.
L’energia delle biomasse, composte da rifiuti organici, possono essere utilizzate direttamente come combustibili oppure per produrre biogas (una miscela costituita per il 70% da metano) attraverso particolari processi di biodegradazione. L’uso di questi impianti è diffuso soprattutto nelle aziende agricole, presentando due vantaggi: con l’energia ricavata si copre il fabbisogno dell’azienda e con il processo di lavorazione si elimina quasi del tutto il materiale inquinante.

Relativamente all’installazione e conseguente utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, vengono citate alcune normative:

Eliminazione dell’obbligo di attestato energetico per la sostituzione di finestre e installazione di pannelli solari
Per fruire delle detrazioni del 55% previste dal comma 345 della Finanziaria 2007, limitatamente alla sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità immobiliari e al comma 346, relativo all’installazione di pannelli solari termici, non è richiesta la documentazione di cui all’articolo 1, comma 348, lettera b), della medesima Finanziaria 2007, cioè l’attestato di qualificazione energetica. Inoltre, i valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale, ai fini dell’applicazione del comma 344 della Finanziaria 2007, e i valori di trasmittanza termica ai fini dell’applicazione del comma 345, saranno definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico entro il 28/02/2008. Per tutti gli interventi la detrazione può essere ripartita in un numero di quote annuali di pari importo non inferiore a tre e non superiore a dieci, a scelta irrevocabile del contribuente, operata all’atto della prima detrazione.

Proroga detrazione Irpef riqualificazione energetica
Sono prorogate fino al 31/12/2010 le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici previste dai commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007). La detrazione del 55% si applica anche alle spese per la sostituzione intera o parziale di impianti di climatizzazione invernale non a condensazione, sostenute entro il 31/12/2009. Le modalità per il riconoscimento dei benefici saranno stabilite con un decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze. A copertura dell’agevolazione sono stanziati 2 milioni di euro annui. Le agevolazioni, insieme a quelle previste dai commi 353, 358 e 359 della Finanziaria 2007, si applicano secondo quanto disposto dal DM 19/02/2007.

Proroga detrazione Irpef ristrutturazioni e Iva agevolata
Sono prorogate per gli anni 2008, 2009 e 2010, per una quota pari al 36% delle spese sostenute, nei limiti di 48.000 euro per unità immobiliare, ferme restando le altre condizioni ivi previste, le agevolazioni tributarie in materia di recupero del patrimonio edilizio relative:
1) agli interventi di cui all’articolo 2, comma 5, della legge 27/10/2002, n. 289, e successive modificazioni, per le spese sostenute dal 01/01/2008 al 31/12/2010;
2) agli interventi di cui all’articolo 9, comma 2, della Legge 28/12/2001, n. 448, nel testo vigente al 31/12/2003, eseguiti dal 01/01/2008 al 31/12/2010 dai soggetti ivi indicati che provvedano alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile entro il 30/06/2011.
È prorogata per gli anni 2008, 2009 e 2010, nella misura e alle condizioni ivi previste, l’agevolazione tributaria in materia di recupero del patrimonio edilizio relativa alle prestazioni di cui all’articolo 7, comma 1, lettera b), della legge 23/12/1999, n. 488, fatturate dal 01/01/2008. Quest’ultima agevolazione spetta a condizione che il costo della relativa manodopera sia evidenziato in fattura.

Obbligo di fonti rinnovabili nelle nuove costruzioni
Viene introdotta una modifica all’articolo 4 del D.P.R 380/2001 (Testo Unico dell’ edilizia) che prevede che, a decorrere dal 10/01/2009, nel regolamento edilizio, ai fini del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifici di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW.

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