Irama parla del suo brano “Cosa resterà”, portato a Sanremo

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IramaIntervista a Filippo Maria Fanti il cantautore senza maschere

MONZA – Filippo Maria Fanti – questo è il vero nome di Irama – ha scritto il brano sanremese dal titolo “Cosa resterà” (la musica del brano è, invece, di Giulio Nenna) dopo un periodo piuttosto turbolento della sua vita, dando piena libertà alle sue sensazioni, e questo brano così libero e così sincero ha permesso al giovanissimo cantautore di prendere parte alla 66esima edizione del Festival di Sanremo.

Irama ha composto la sua prima canzone quando aveva solo sette anni: già da allora era un fan appassionato di Lucio Battisti, il suo idolo in assoluto, colui che lo ha influenzato in misura maggiore, rispetto agli altri artisti della musica, sia italiana che straniere.

Noi de L’Opinionista lo abbiamo intervistato qualche giorno dopo il festival di Sanremo.

Ben trovato Irama, come stai innanzitutto? Parliamo della tua recentissima esperienza sanremese, delle tue emozioni durante la sessantaseiesima edizione del festival, sezione giovani…

“Io sto, bene, grazie e sono davvero felice: è stata un’emozione grandissima, per me, calcare quel palco e soprattutto suonare con l’orchestra di Sanremo….”.

Il video della tua canzone, Cosa resterà, in pochi giorni dalla sua uscita, ha ottenuto moltissime visualizzazioni, su internet..

“Sì, anche se adesso ci sono molti altri progetti da realizzare e che usciranno proprio dal mio disco, intitolato semplicemente Irama, uscito durante la settimana sanremese…”.

Cosa succede adesso?

Filippo Maria Fanti“Anche se ribadisco il grande onore conseguito da me nel calcare il prestigioso palco sanremese, spero vivamente che lo stesso non rappresenti un punto di arrivo bensì un punto di partenza e il mio disco è soprattutto un ibrido in cui c’è tutto di me, il rap, il pop, le metafore che sono tanto care ai miei cantautori preferiti, in un’alternanza continua, appunto, fra ritornelli molto pop e strofe molto rap…”.

I testi delle tue canzoni sono scritti da te…

“Sì, sono sempre testi scritti da me, poichè non riuscirei a cantare cose scritte da un ‘altra persona, e questo è un disco totalmente autubiografico, diretto ed estremamente sincero, un album che trasuda molta verità: personalmente sono convinto che nella musica sia impossibile mentire…”.

Irama, possiamo dire, ragionevolmente, che tu non indossi maschere e che il tuo è un disco passionale…

“Direi che hai centrato in pieno la questione…”.

I tuoi progetti per il futuro prossimo…

“In primo luogo fare molti instore in cui incontrerò le persone che mi seguono, e poi tanti live che annuncerò, di volta in volta, sulla mia pagina facebook…”.

Irama, siamo in chiusura della nostra intervista: lascia un messaggio ai lettori de L’Opinionista…

“Ascoltate il mio disco e commentate sempre, fatemi sapere se vi piace e mi farebbe piacere incontrarvi di persona!”.