L’intervista a Giuseppe Milici autore di “The Look of Love”

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L’artista racconta il suo nuovo album che vede la collaborazione di Alan Scaffardi, Nerio “Papik” Poggi e Fabrizio Foggia

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“The Look of Love” è il titolo del nuovo album di Giuseppe Milici, un lavoro che vanta la collaborazione di Alan Scaffardi, Nerio “Papik” Poggi e Fabrizio Foggia agli arrangiamenti oltre ad una nutrita schiera di special guest quali: Neja, Fabrizio Bosso, Tom Gaebel, Walter Ricci, Francesca Gramegna, Alan Scaffardi, Valeria Milazzo, Ely Bruna, Roberto Gervasi, Moreno Viglione e Marcello Sirignano.

Per l’occasione abbiamo intervistato l’artista che, con questo disco, traccia un percorso tra quelle melodie che negli anni lo hanno maggiormente emozionato, come “The Shadow Of Your Smile”, il tema di Roky “Gonna Fly Now”, la colonna sonora del film “Singining In The Rain”, “I’ll Survive”, “Estate” o la title track “The Look OfLove” tutti riproposti rigorosamente con la sonorità “Papik”.

“Dimmi Cos’è (primo estratto del CD) è stato scritto qualche anno faracconta Milicima la versione vocale arriva solo dopo aver collaborato con Alan Scaffardi, a mio avviso tra le voci più belle del panorama nazionale che ha accettato il mio invito a cantare questo non facile brano regalandomi così la gioia di realizzare un piccolo sogno che si è potuto concretizzare anche grazie al mio amico Alfonso “Marco” Camarda che ne ha scritto il testo. La versione definitiva, arrangiata come il resto dell’album da Nerio “Papik” Poggi e da Fabrizio Foggia – aggiunge – vede anche la partecipazione di un inarrivabile Fabrizio Bosso musicista e uomo straordinario con cui ho più volte avuto la gioia di collaborare”.

In quale periodo della sua vita nasce l’idea di “The Look of Love”?

“Take Look of Love nasce pochi mesi fa e contrariamente ai dischi che ho realizzato in precedenza, che erano prevalentemente strumentali, questo, anche in virtù della mia passione per il canto e i cantanti, vuole essere un omaggio a tutte le canzoni che per me sono state di fondamentale importanza nella mia formazione, ho quindi deciso di invitare sei cantanti, a mio avviso straordinari, che hanno reso questo sogno realtà. I brani sono molto diversi l’uno dall’altro quindi considero questo lavoro un po’ rapsodico ma fortunatamente a rendere omogeneo il lavoro ci hanno pensato Papik e Fabrizio Foggia che con i loro arrangiamenti hanno reso uniforme il tutto”.

Com’è nata la collaborazione con Alan Scaffardi per “Dimmi Cos’è; e poi con Nerio “Papik” Poggi e Fabrizio Foggia per il nuovo album?

“Anni fa sono stato contattato da Papik per suonare su alcuni album prodotti da lui, uno di questi era proprio cantato da Alan. Sono andato a Roma e li ho conosciuto Alan, Papik e Fabrizio e si sa che quando si conosce il meglio non si torna indietro. Sono comunque felice soprattutto che Alan abbia accettato il mio invito a cantare un brano non facile come Dimmi Cos’è, regalandomi delle grandi emozioni”.

Il disco ha un carattere introspettivo o comunque autobiografico?

“Questo album vuole essere un omaggio a tutte le canzoni che per me sono state di fondamentale importanza nella mia formazione, quindi in un certo qual modo è autobiografico”.

Quale, tra le tante collaborazioni che ha avuto, è quella che ricorda in particolare, o che le ha lasciato un ricordo indelebile?

“Senza dubbio l’incontro con Toots Thielemans avvenuto nel 1997. In quell’occasione suonammo insieme e ho avuto modo di conoscere meglio l’artista (immenso) e l’uomo dotato di una semplicità ed una dolcezza infinita”.