Lutto nel mondo del giornalismo: è morto Arrigo Petacco

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Arrigo Petacco giornalista narratore

Il giornalista e narratore di storia si è spento all’età di 89 anni nella sua casa di Portovenere

LA SPEZIA – Lutto nel mondo del giornalismo italiano: si è spento nella sua casa di Porto Venere, nello spezzino, Arrigo Petacco. Giornalista, saggista, storico e sceneggiatore italiano, era nato a Castelnuovo Magra il 7 agosto del 1929.

“Con lui se ne va un’altra grande personalità culturale del nostro territorio, che, grazie alle sue doti di scrittore e storico, ci ha fatto conoscere aspetti molto importanti della nostra vita e delle vicende di questo paese“. Così ha voluto esprimere il proprio cordoglio il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini appena appresa la notizia della sua scomparsa.

Il giornalista

Petacco iniziò la carriera giornalistica presso “Il Lavoro Nuovo”, quotidiano di Genova che all’epoca era diretto dal futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Alla fine degli Anni Sessanta inaugurò la sua attività divulgativa con il libro L’anarchico che venne dall’America. Storia di Gaetano Bresci e del complotto per uccidere Umberto I. Successivamente fu caporedattore e direttore della Nazione di Firenze e del mensile Storia Illustrata. Fu anche inviato speciale della Rai per la quale realizzò numerosi programmi televisivi di carattere storico e divulgativo. In carriera intervistò alcuni tra i protagonisti della seconda guerra mondiale. Nel 1983 si aggiudicò il Premio “Saint Vincent” grazie alle sue inchieste televisive e nel 2006 il Premio Capo d’Orlando.

Il saggista

Tra le sue tesi messe in discussione c’è quella che riguarda l’omicidio di Giacomo Matteotti. In una intervista rilasciata al blog di Beppe Grillo dichiarò di non aver mai ritenuto Mussolini il mandante di quel delitto.

Lo storico e sceneggiatore

Fu autore di oltre cinquanta libri a carattere storico. Il comunista in camicia nera, sulla figura di Nicola Bombacci, L’archivo segreto di MussoliniLa vita e i segreti di Maria Josè di Savoia, L’armata scomparsa, sulla partecipazione degli italiani alla campagna di Russia, L’esodo, dedicato alla tragedia degli italiani di Istria e Dalmazia, “L’uomo della provvidenza”, sull’ascesa e il declino di Benito Mussolini, Eva e Claretta, incentrato sulle biografie di Eva Braun e Claretta Petacci, per citarne alcuni. Dal suo romanzo biografico dedicato all’ufficiale della polizia USA Joe Petrosino, che combatté contro la mafia, è stato tratto nel 1972 lo sceneggiato televisivo intitolato appunto Joe Petrosino, mentre nel 1977 Pasquale Squitieri girò Il prefetto di ferro, tratto dall’omonimo romanzo di Petacco. Scrisse i monumentali volumi de La seconda Guerra Mondiale (1979), Storia del Fascismo (1982) e Storia d’Italia dall’Unità ad oggi (1987) per Curci.

La sua ultima opera

Il suo ultimo libro dal titolo Caporetto. 24 ottobre-12 novembre 1917: storia della più grande disfatta dell’esercito italiano risale a pochi mesi fa ed è stato scritto insieme a Marco Ferrari. In esso gli autori spiegano che Caporetto non esiste, è solo un’invenzione italiana durata qualche decennio. La Caporetto finita nei libri di storia si chiama in realtà Kobarid e lì un esercito di collezionisti ancora oggi estrae dalle trincee e dalle caverne il materiale usato dai soldati sui due fronti. La cittadina slovena è infatti ricca di piccoli musei, collezioni private, le trincee sono state recuperate, i viaggi nella memoria di discendenti di soldati sono costanti. Riemergono così in tutta la loro drammaticità storie individuali e collettive di una guerra che ancora parla, e si presenta con le sue atrocità.