Motori, intervista a Ivan Capelli nel segno di Ayrton

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Ivan Capelli MONZA – Ho incontrato Ivan Capelli alla presentazione del Gran Premio di F1 Monza 2016. Ex pilota di F1 dal 1987 al 1993, nella stagione 1992 nel Team Ferrari, attualmente Ivan Capelli è Presidente dell’ACI Milano, incarico che ricopre dal 2014. Ivan Capelli è anche amministratore della Società Motivegeeks Lab, fondata nel 2005.

La Motivegeeks Lab è una bella realtà italiana, una società formata da sportivi, tecnici, ingegneri, che hanno in comune un desiderio: mettere la tecnologia al servizio della sicurezza, soprattutto negli ambienti di lavoro ed in tutti quei posti in cui le persone possono avere dei problemi a causa di certi punti di vista superficiali, invece nulla deve essere lasciato al caso. La grande professionalità di Motivegeeks Lab rende questa società molto apprezzata non solo in Italia , ma anche all’estero Citiamo una frase che sta nel loro sito: “Prodotti e soluzioni intelligenti, a contatto ed in radiofrequenza, per il tracciamento, l’identificazione e la sicurezza di persone e beni. Tecnologia del presente, per le sfide del futuro”.

Spero, prossimamente, di poter parlare con Ivan Capelli dell’attività di ricerca, dei prodotti e delle soluzioni della Motivegeeks Lab, come tecnico di un laboratorio di Fisica sono molto interessata a certi aspetti.

L’ intervista è assolutamente nel segno di Ayrton.

Avevo incontrato Ivan Capelli all’evento “Ayrton Senna. L’ultima notte”, e non ero riuscita a parlare con lui, ma il destino me lo ha fatto incontrare di nuovo a Monza e per l’Autodromo di Monza Ivan Capelli sta facendo molto, anche lui ha contribuito attivamente al rinnovo del contratto con la F1, che permetterà a Monza di mantenere il suo Gran Premio, un Gran Premio che appartiene a tutti gli italiani. Per il Gran Premio molti hanno agito con determinazione: il Governo, la Regione Lombardia, il Sindaco di Monza, l’ACI, la SIAS, il CONI, tanti sportivi, industriali, commercianti e soprattutto il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, che ha portato avanti con intelligenza e pazienza trattative incredibilmente estenuanti con la F1.

Ayrton sarebbe contento di questo risultato? Sì, certamente, perché amava la passione sportiva ed in questo caso la passione ha vinto una battaglia contro le aride ingenti somme di denaro.

La mia prima domanda a Ivan Capelli è sull’unicità di Ayrton Senna.

Secondo Lei cosa rendeva Ayrton così speciale, così unico?

Ivan Capelli ha contribuito a presentare il Gran Premio, ha già risposto alle domande di molti giornalisti, potrebbe anche essere un po’ stanco, ma al sentire il nome “Ayrton”, ho l’impressione che nel suo cuore siano entrate sensazioni mai dimenticate, che portano ad un passato, che non sarà mai completamente passato per nessuno di noi. Pertanto alla mia domanda Ivan Capelli risponde con entusiasmo e viva partecipazione, dicendo che ha incontrato Ayrton la prima volta quando aveva 14 anni.

Che impressione ebbe?

“Compresi subito che era un pilota con un talento fuori dal comune e compresi anche che per lui il fattore umano era assai importante, senza essere invasivo, riusciva a capire molto in merito a coloro che lo circondavano e spesso offriva delle motivazioni, io sono stato molto motivato da Ayrton”.

Anch’io sono stata molto motivata da Ayrton.

E nacque una bella amicizia tra di noi, favorita dal fatto che avevo un compagno di squadra brasiliano, quindi lo vedevo spesso nel mio Team.

Parlava con voi colleghi della F1 della sua attività di volontariato a favore dei bambini di strada brasiliani?

“No, non ne parlava mai”.
(N.d.r. La stessa risposta mi è stata data da Jean Alesi.)

Cosa lo rendeva speciale come pilota? La sua grande preparazione ingegneristica?

“Indubbiamente, ma soprattutto la sua capacità di far diventare facile anche ciò che poteva sembrare difficile o addirittura impossibile”.

La sua famiglia lo sosteneva? Gli era vicina? Lei ha avuto modo di conoscere i suoi parenti ad Angra dos Reis.

“La sua famiglia lo ha sempre sostenuto moltissimo, tutti i membri della sua famiglia”.

Quando certi giornalisti parlavano della grande religiosità di Ayrton, talvolta la facevano apparire come una religiosità superstiziosa, secondo me era una religiosità autentica, secondo Lei?

“Era davvero molto religioso Ayrton. Devo dir la verità che noi piloti siamo rimasti sorpresi quando, proprio nell’ambito di un Gran Premio di Monza, fece questa dichiarazione:”Io parlo con Dio in modo diretto”.

É stata una dichiarazione assai coraggiosa in un ambiente in cui poteva apparire come la dichiarazione di una persona debole, che aveva bisogno di un Essere superiore, invece Ayrton ci fece comprendere che la fede non è un “dipendere da …”, ma è una scelta di vita ben precisa, che richiede forza e determinazione.

(N.d.r. Quando abbiamo ricordato Ayrton a Imola nel 2014, Ezio Zermiani ha voluto, con grande sensibilità, stemperare l’atmosfera triste che si era creata, riportando una frase che i giornalisti scherzosamente solevano dire ad Ayrton:” Tu Ayrton parli direttamente con Dio, ma ricordati che Prost parla direttamente con Ecclestone.)

Secondo Frank Williams, Ayrton sarebbe potuto diventare Presidente del Brasile, secondo me lui avrebbe fatto un percorso religioso, nessun sacerdote, nessuna suora finora sono riusciti ad aumentare la mia fede in un modo così prodigioso come era riuscito a fare lui, secondo Lei quale poteva essere il futuro di Ayrton?

“Secondo me lui aveva tutta la capacità, tutta l’esperienza, tutta la tenacia per cambiare la F1”.

Si capiva che aveva questo desiderio. All’epoca, però, si parlava di gravi incomprensioni con i dirigenti della F1, aveva così tanti ostacoli nell’ambiente? Era temuto?

“No, non era temuto, era invece rispettato dai dirigenti, che avevano sempre avuto molta stima per Ayrton”.

Perché, secondo Lei, dopo 22 anni, Ayrton è ancora così vivo?

Con un sorriso sereno, facendo intendere che la risposta è logica, chiara, e non può che essere questa risposta, Ivan Capelli afferma: “E’ ancora così vivo, perché era un puro.”

Per una curiosa coincidenza, mentre Ivan Capelli evidenzia la purezza di Ayrton, anche a me viene in mente questa sua stupenda qualità.

Lui soleva dire: ”Per me guidare è pregare, è piangere, è sorridere …”.

Era un poeta?

“Sì, era un poeta, era speciale”.

Durante la Conferenza stampa di presentazione del GP di F1, Lei ha affermato di sentire moltissimo la mancanzia di tre colleghi: Ayrton Senna, Michele Alboreto, Michael Schumacher, augurando a Schumacher di poter guarire, mi permetta di riportare una meravigliosa riflessione del filosofo, scienziato e religioso russo Pavel Aleksandrovič Florenskij, per sentire Ayrton Semma e Michele Alboreto non così lontani da noi:

“Tutto ciò che si fa rimane,
il passato non è passato,
esso si conserva eternamente da qualche parte,
in qualche modo

e continua ad essere reale
e ad agire.
Avverto questo ad ogni passo,
i ricordi stanno davanti ai miei occhi, come dei quadri chiari e distinti.
E anche ora,  sebbene sia lontano da voi,
sono con voi per sempre.”

E’ come se ce lo dicesse Ayrton …” E anche ora, sebbene sia lontano da voi, sono con voi per sempre” … .

Ringrazio Ivan Capelli per il tempo dedicatomi e gli rivolgo i miei migliori auguri per i suoi impegnativi incarichi.