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LA RACCOMANDAZIONE É COSA DIVERSA DALLA SEGNALAZIONE?

Per qualcuno "segnalare non é raccomandare" ovvero a suo modo di vedere le prime sono una cosa diversa dalle seconde e ammesse per chi meritevole

Se tra raccomandazione e segnalazione vogliamo fare una questione di lana caprina, se cerchiamo di rendere agli occhi della societa' ed anche di noi stessi una pratica diffusa dal fascismo e mai terminata allora ma solo per questo sforzandoci con una dose forte di buona volontà possiamo cogliere quella differenza che esiste solo nel nostro immaginario. L'amoralità di una pratica diffusa non puo' essere concepita nè giustificata dal merito.
La pratica della raccomandazione o segnalazione che dir si voglia é stato da sempre quel potere del politico, della persona influente,la differenza tra chi é bravo e meritava magari quella segnalazione e di chi non lo é a cui é seguita un eventuale assunzione non puo' differenziare un malcostume atavico esteso e predominanate.
In un Paese che é stato dilaniato dal clientelismo, dalle raccomandazioni e dagli accordi sottobanco, la più grande calamità é il familismo amorale. Banfield lo definì così: “massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo”.
“La famiglia prima di tutto” significa anteporre i propri interessi, e quelli della propria cerchia, alla collettività, danneggiando, così, anche il proprio Paese. In una società di familisti amorali, come la nostra, manca qualsiasi connessione fra gli ideali e il comportamento concreto nei rapporti di vita quotidiani.
Questo processo priva la nostra società della fiducia reciproca. Solo quest’ultima, infatti, può essere il punto di partenza per una nuova era della storia italiana. I nostri problemi però mettono le radici nel nostro passato, e sarà davvero difficile estirparle. Nella nostra cara penisola, infatti, il provincialismo è il più grande male. Pensare ed agire come se dietro l’angolo si nascondesse sempre il furbo di turno. È questo il tipo di mentalità che ci danneggia tutti. Ci induce ad essere sospettosi, aborrendo ogni tipo di collettività.
Ragionando sempre in termini al "segnalare non é raccomandare" chi pur é meritevole e non dispone di quella segnalazione da parte di qualcuno che"non e' una raccomandazione" non vede calpestare un proprio diritto rispetto a chi ha avuto codesto beneficio?
(di Antonello Laiso - del 2013-08-06) articolo visto 6820 volte
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