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ADDIO A NEWMAN: NEI SUOI OCCHI LA GRANDEZZA DI UN ATTORE, LA MAGNIFICENZA DI UN UOMO

Venerdì 26 settembre, l’attore si è spento nella sua casa di Westport per un cancro ai polmoni. Questo articolo è un omaggio ad uno dei più grandi personaggi della storia di Hollywood e del mondo

NEWMAN E FELSON - La maggior parte dei giornali italiani nei loro coccodrilli dedicati a Paul Newman, hanno usato il termine “Spaccone di Hollywood” o “ Spaccone del cinema”, associando il volto dell'attore statunitense, a quello di uno dei suoi più grandi personaggi, quell'Eddie Felson, reso immortale da “ Blue eyes” nella pellicola diretta da Robert Rossen nel 1961. In realtà tra Newman e Felson correva un abisso. Tanto Felson ha fallito tutti gli obiettivi che si poneva, arrivando a perdere tutto – amore, soldi e perfino sé stesso – quanto Newman è riuscito ad essere il numero uno in tutto quello che ha intrapreso: cinema, sport e perfino beneficienza.
ATTORE MA NON DIVO - Newman ha sempre rappresentato l'esempio da seguire per tutti quelli che volevano intraprendere la carriera cinematografica. Da sempre indicato come l'anti Brando a cause dei differenti stili di vita e le differenze interpretative, tra i due non è mai corso buon sangue. Brando probabilmente aveva quella dote naturale nell‘interpretare personaggi quasi senza sforzo, che a Paul mancava, e che ha fatto sì che “Blue eyes” si impegnasse al massimo per riuscire a diventare un grande attore. Ha sempre recitato in parti dal forte impatto emotivo. Basti ricordare le sue interpretazioni in “La lunga estate calda”, in cui è il vagabondo, ma fiero Ben Quick, o in “La stangata”, dove lui e l’ amico di sempre, Robert Redford, interpretano una coppia di truffatori in cerca di vendetta.
Mai veramente apprezzato da Hollywood, al punto da ricevere un solo Oscar, nel 1987 per la sua interpretazione ne “Il colore dei soldi”, sequel de “Lo Spaccone”, dove riveste i panni di Eddie Felson che, ormai vecchio, decide di fare da maestro a un giovane giocatore di biliardo interpretato da Tom Cruise. Il premio non fu ritirato personalmente da Newman, deluso per le troppe nomination non concretizzatesi. L’Oscar per la miglior interpretazione infatti era stato seguito un anno prima da quello alla carriera, quasi come se l’Actors Studio dfosse consapevole che le possibilità di Newman di vincere per una sua interpretazione fossero ormai pari a zero. E invece Paul li smentì.
NEL BLU DEI SUOI OCCHI… - Dici Newman e non puoi non pensare ai suoi occhi blu. L’attore era consapevole di avere nello sguardo, la sua carica espressiva maggiore e lui stesso ci scherzava su: “ Ho già il mio epitaffio: qui giace Paul Newman, morto per un infarto perché i suoi occhi erano diventati marroni”, disse una volta. Newman non è stato solo un grande attore, ma anche un grande filantropo.Ed è sintomatico che la notizia della sua morte sia arrivata per prima alle associazioni da lui fondate in un tam tam fatto di email e blog, e solo alla fine sia arrivata a Hollywood. La sua associazione, la “Newman’s own” è una delle più attive nell’elargizione di fondi a scopi educativi ed alimentari.
Del resto “Blue Eyes” non è stato mai del tutto in sintonia con la vita condotta dagli altri divi hollywodiani. Dopo il divorzio dalla prima moglie Jackie Whyte, sposò nel 1958, in seconde nozze, Johanne Woodward e con lei visse felice per cinquant’anni. A chi gli domandava stupito come fosse riuscito a condurre una vita matrimoniale così solida, rispondeva:

“A casa ho una bistecca. Perché dovrei uscire per farmi un hamburger‘?”

Democratico convinto, difensore dei diritti dei gay sui quali una volta disse: “ Sin da quando ero bambino non ho mai capito gli attacchi alle comunità gay. Ci sono talmente tante cose che io ammiro nelle persone che quello che fanno con le loro parti intime è probabilmente così in basso ella lista da essere irrilevante.”, Newman è stato anche uno dei più strenui difensori del primo emendamento della Costituzione americana, al punto che la sua associazione elargì fino al 2006, 20.000 dollari al cittadino americano che avesse più strenuamente difeso la libertà di espressione, culto e stampa. Newman era così: sincero, vero.
LE SUE PASSIONI… - Come Steve Mcqueen è stato un grande appassionato di auto da corsa. Arrivò secondo alla 24ore di Le Mans, nel 1979, mentre nel 1995 vinse la 24 ore di Daytona nella classe GT1, diventando il più anziano pilota a vincere questa competizione.
Tutto questo era Paul Newman. Si potrebbe continuare a scrivere per ore su di lui, ma si finirebbe per dimenticare di certo qualcosa. L’unica cosa che si può dire, a conclusione di questo articolo, è che se Hollywood ha perso i suoi occhi blù, il mondo ha perso la purezza di uno sguardo che non era solo bellezza, ma anche amore per tutto quello che lo circondava.
(di Davide Luciani - del 2008-10-08) articolo visto 2774 volte
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