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The Imitation Games

THE IMITATION GAME: LA RECENSIONE DEL FILM

La storia di Alan Turing, il celebre matematico che riuscì a decriptare il codice nazista Enigma, durante la Seconda Guerra Mondiale. Fonte: www.newscinema.it

La storia di Alan Turing, il celebre matematico che riuscì a decriptare il codice nazista Enigma, durante la Seconda Guerra Mondiale

ROMA - Il regista norvegese Morten Tyldum ci regala, per il nuovo anno, il suo The Imitation Game, film che racconta la storia di Alan Turing, il celebre matematico che riuscì a decriptare il codice nazista Enigma, durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante l’inverno del 1952, le autorità britanniche entrano nella casa del matematico, criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing per indagare su una segnalazione di furto con scasso. Finiscono invece per arrestare lo stesso Turing con l’accusa di “atti osceni”, incriminazione che lo avrebbe portato alla devastante condanna per il reato di omosessualità.

Le autorità non sanno che stanno arrestando il pioniere della moderna informatica. Noto leader di un gruppo eterogeneo di studiosi, linguisti, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti, ha avuto il merito di aver decifrato i codici indecifrabili della macchina tedesca Enigma durante la II Guerra Mondiale.

Benedict Cumberbatch si cala perfettamente nei panni di questa figura fragile ed eccentrica, un uomo dedito al lavoro, che deve fare i conti con la sua omosessualità, in quegli anni considerata illegale. Al suo fianco Keira Knightley, Matthew Good e Mark Strong nei ruoli più rilevanti che lasciano un segno nella storia.

Sullo sfondo di una scenografia attenta e fedele al periodo storico trattato, The Imitation Game non è prettamente un film storico, ma un melò disturbato da una buona dose di humour, come la maggior parte dei film inglesi.

Tyldum, grazie ad una sceneggiatura brillante e lineare, e ad un cast convincente e adatto ai vari personaggi, riesce a confezionare un film piacevole da guardare, con un buon ritmo e un suggestivo effetto finale.

Cumberbatch tira i fili della narrazione, regalando una performance verosimile e dinamica, lontano dalla caricatura del personaggio realmente esistito, anche perché il film risulta comunque una versione romanzata della realtà, anche grazie alla colonna sonora suggestiva e avvolgente di Alexandre Desplat.
(di Letizia Rogolino - del 2014-12-04) articolo visto 4837 volte

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