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Cappello Borsalino

BORSALINO: IL CAPPELLO CHE PORTA IL SUO NOME

Borsalino, nome proprio divenuto sinonimo di cappello e oggetto di desiderio in tutto il mondo

Borsalino è la storia del cappello. Una storia che inizia nel 1857 quando Giuseppe Borsalino pone le fondamenta di quella che oggi è considerata la più importante e prestigiosa azienda di cappelli al mondo. Il “Borsalino”, da sempre nella fantasia degli scrittori e nelle immagini dei film, è per tutti sinonimo di eleganza, qualità e classe senza tempo. Non un semplice accessorio, ma un manufatto prezioso frutto di sapiente e laboriosa artigianalità.

Borsalino è stile da più di 150 anni. L’azienda è oggi un prestigioso marchio simbolo del Made in Italy e fiore all’occhiello per la città di Alessandria. La qualità e la fedeltà ad un processo produttivo rappresentano valori culturali che dal passato si tramandano fino al presente.

LA STORIA - Di Giuseppe Borsalino si racconta avesse le più abili mani da cappellaio che si fossero mai viste. È ad Alessandria che nel 1857 Giuseppe insieme al fratello Lazzaro danno vita alla leggenda, ovvero alla storia di una famiglia e della sua azienda destinata ad imprimere il proprio stile e la propria passione per il cappello alle generazioni future. Impresa dal successo immediato, nel 1871 conta già 130 dipendenti per una produzione giornaliera di 300 cappelli. Nel 1900 muore Giuseppe Borsalino e suo figlio Teresio gli succede alla guida dell’azienda incrementando la produzione e raggiungendo negli anni ‘20 la cifra record di 2 milioni di pezzi all’anno.

Nel 1911 Borsalino inizia una collaborazione con Marcello Dudovich, destinata a diventare una pietra miliare nella storia cartellonismo pubblicitario. Negli anni successivi vengono prodotte per la Borsalino le più stupefacenti illustrazioni pubblicitarie di quei tempi. Grafici e designer del periodo tracciando un percorso ideale dell’evoluzione del gusto e della Moda attraverso la Comunicazione: da Dudovich a Gino Simonetti, da Walter Resentera a Gino Boccasile, da Max Huber a Luigi Veronesi fino ad Armando Testa. L'azienda intercetta i cambiamenti: i Borsalino, da accessori d'uso quotidiano, divengono oggetti di culto.

Per i cappelli Borsalino il successo fu subito internazionale e destinato a durare nei secoli. All'estero il marchio si estese conquistando ampi mercati, da quello britannico e tradizionale della City londinese sino a competere con la John B. Stetson Company per i copricapi americani agli inizi del secolo scorso. Il marchio alessandrino divenne conosciuto ovunque nel mondo, famosi diventarono i feltri piuma, il modello alla diplomatica e dall’Ottocento a oggi non c’è celebrità che non abbia indossato con orgoglio uno dei tanti modelli firmati Borsalino: da Ricasoli a Caruso, da Churchill a De Sica, da Frank Sinatra ad Alain Delon, da Humphrey Bogart a Jean Paul Belmondo. Da quei tempi lontanissimi la Borsalino ha fatto molta strada. Oggi la Borsalino Giuseppe & Fratello Spa ha conquistato la leadership mondiale della produzione di cappelli. Borsalino è il cappello per antonomasia.

PRODUZIONE ARTIGIANALE - I cappelli Borsalino sono il simbolo di Alessandria. Già prima che il cappellificio Borsalino aprisse i battenti, la città piemontese vantava una solida tradizione in fatto di atelier di modiste e botteghe di cappellai. Il vero boom giunse proprio a partire da quel 4 aprile 1857 in cui i fratelli Borsalino diedero vita ad una produzione artigianale specializzata nella creazione di cappelli.

Il famoso cappello è prodotto ancora oggi come un tempo con lo stesso procedimento, le stesse attrezzature (forme in legno, presse in ghisa, vaporizzatori a molla, ripiani in ciliegio ricurvo) e la stessa abilità, impegno e rigore della lavorazione artigianale. Il complicato, difficile e soprattutto costoso ciclo produttivo del feltro si è sviluppato nel tempo, ma l’artigianalità è ancora quella degli inizi. Dalla “soffiatura” all'“imballaggio” sono necessarie 7 settimane di lavorazione per ogni cappello e sono più di 50 i passaggi produttivi in cui la maestria della mano dell’operaio è sempre protagonista indiscussa.

Componente artigianale, tradizione ed innovazione si fondono perfettamente, fornendo un prezioso know-how di tecniche lavorative che si tramandano dall’inizio del secolo e che danno vita a nuovi modelli e modi di indossare un cappello. Come se gli oltre 150 anni di storia del cappello potessero essere raccontati soltanto attraverso una continua resistenza all’omologazione, al rifiuto dell’accelerazione produttiva e alla strenua difesa della qualità e del tempo necessario per realizzarla.

MUSEO DEL CAPPELLO BORSALINO - Omaggio alla sapiente arte manifatturiera (situato nella storica Sala Campioni del Palazzo Borsalino), il Museo ospita i campioni di tutti i copricapo prodotti dallo stabilimento a partire dal 1857 sino ai giorni nostri. Circa 2000 cappelli delle più diverse fogge e colori, scelti tra i più significativi della produzione e del patrimonio estetico e culturale dell’azienda, prendono posto negli storici armadi in stile Chippendale. Sono stati catalogati e scelti gli oggetti che hanno segnato le fasi della produzione, con la consapevolezza e la lungimiranza di tutelare la storia, il patrimonio estetico e culturale dell’azienda. Il Museo rappresenta la storia della produzione della celebre azienda, ma anche il suo rapporto strettissimo con Alessandria e gli Alessandrini.

BORSALINO E IL CINEMA - Se da sempre il cinema è intimamente legato alla capacità narrativa del cappello, l’azienda Borsalino ha con il cinema un legame antico e speciale. Scelta da Jacques Deray per rappresentare il gusto degli anni Trenta, il nome dell’azienda diviene il titolo di due celebri film cult con Jean Paul Belmondo e Alain Delon: “Borsalino” (1970) e “Borsalino & Co.” (1974). Il primo, insolito e involontario caso di product placement cinematografico. Le atmosfere fascinose, che non risparmiano lo sfoggio dei mitici cappelli, siglano e rilanciano il marchio tra le nuove generazioni.

Il cinema si è appropriato della capacità del cappello di raccontare generando riconoscimento e identità. Un intramontabile ed insostituibile accessorio che definisce ruoli, professioni, stili. Implica e consente una gestualità e un rituale che nessun altro capo di abbigliamento prevede, escludendo la sua capacità di dettare moda.

La celebre griffe di cappelli continua a raccontare la sua storia con nuovi dettagli di stile, finiture di pregio, materiali ricercati e di classe. Un simbolo che ha saputo preservare il suo fascino e crescere nel tempo. Una storia di un grande marchio italiano che da oltre 150 ha legato una città ad una fabbrica ed un cappello al mondo.

È il cappello che fa l’uomo, sosteneva Max Ernst...

Credits © Courtesy of Borsalino S.p.a. Press Office
(di Rosalba Radica - del 2014-12-31) articolo visto 6937 volte

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