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IL GALLERISTA, UN NUOVO MECENATE

investire sul futuro dei giovani artisti per rinnovare l’arte

C’ERA UNA VOLTA MECENATE… - Gaio Cilnio Mecenate, operò presso la corte del Princeps Augustus, creò un circolo letterario che prese il suo nome e che si affiancò al circolo di Messalla Corvino. Il “Circolo di Mecenate” in particolare si proponeva di dare protezione agli artisti, per artisti si andavano ad intendere letterati e i filosofi, ovvero tutti quegli uomini che dedicavano la loro vita allo “studium” e non coloro che praticavano lavori manuali. Per rendersi conto di questo divario si può notare che gli scritti, dai semplici saggi a veri e propri corpus letterari, sono attribuiti ad un tale scrittore, al contrario le sculture sono spesso anonime.
Nasce in epoca romana il fenomeno del mecenatismo che poi si protrarrà nei secoli inglobando anche gli artisti che erano rimasti fuori. Il mecenatismo consisteva nel sostentare economicamente gli artisti, che continuavano a produrre le loro opere in maniera personale sotto il patrocinio di un uomo importante che in qualche maniera finiva per influenzarli ideologicamente.
Con il tempo si susseguirono grandi mecenati, nel Rinascimento occupava un posto d’onore Lorenzo il Magnifico, sotto di lui passarono personaggi da Giuliano da Sangallo a Michelangelo, allora allievo di Bertoldo, non mancavano figure come quella di Botticelli, del Ghirlandaio, del Verrocchio. L’influenza laurenziana creò un vero e proprio filone di pensiero e un accentuarsi del mecenatismo che in maniera sempre più veloce sviluppò un’arte di commissione.
…E OGGI C’E’ IL GALLERISTA - Il mecenatismo ormai non esiste più, fatta eccezione per alcuni casi in cui qualche facoltoso decide di investire su un giovane emergente, il mecenate è stato sostituito dal gallerista. “Essere un artista oggi è difficilissimo, se non si ha l’appoggio di un gallerista oggi non si va da nessuna parte” racconta M.M. cinquantenne scultore che non potendo vivere facendo della sua passione un mestiere, gestisce un’edicola di giornali e intanto ripensa ai suoi sogni adolescenziali, a quando pensava che da grande avrebbe fatto lo scultore.
“La gente si sveglia una mattina e da un giorno all’altro pensa di diventare un artista, abbozza qualcosa, va da un gallerista che se va bene compra l’opera per pochi soldi. In realtà non basta l’idea per produrre, occorrono tecnica e professionalità che si acquisiscono con il tempo”.
Non bastano buona volontà e passione servono tempo e soldi da investire, questi soldi provengono spesso da risparmi personali o dalla vendita di altre opere. L’artista oggi produce per vendere, a comprare è un gallerista.
IL RUOLO DEL GALLERISTA - Il gallerista è un laureato in campo artistico con competenze specifiche, opera all’interno di una galleria d’arte propria, studia e analizza tutto ciò che gli viene presentato. La sua galleria ospita mostre a pagamento o espone opere uniche per la vendita, la tendenza e la necessità a rimanere sempre informato sulle nascenti correnti artistiche e sulle quotazioni delle opere d’arte sono doti necessarie per poter svolgere questo mestiere, senza dimenticare una spiccata dialettica e la predisposizione ai rapporti interpersonali. Grazie al gallerista un artista di successo o anche il semplice debuttante può esporre la sua opera al pubblico. Come? Semplicemente vendendola a questo professionista che la valuta prima dell’acquisto.
DUE PROFESSIONISTI A CONFRONTO - “Ne ho visti tanti di galleristi ci sono quelli che si presentano in giacca e cravatta con portatile e calcolatrice, distinti, apparentemente freddi e severi, altri invece sono terra terra e mancano d’onestà!”
Il problema è mettersi d’accordo, da una parte c’è la voglia da parte dell’artista di vedere il suo lavoro ricompensato copiosamente, dall’altro il gallerista che vuole guadagnare. Fondamentalmente ciò che dovrebbe unire le due fazioni è la sensibilità artistica, spesso però il gallerista, senza voler fare di tutt’erba un fascio, manca di questa qualità, con il tempo si è persa la vera anima dell’arte e quel legame quasi viscerale tra artista e gallerista.
In alcuni casi infatti il gallerista si trova a valutare un’opera secondo quelle che sono le quotazioni di mercato, non prova ad investire sul talento e sull’unicità, rischiando di non vendere, in questa maniera le gallerie spesso si popolano secondo quelle che sono le “esigenze e le richieste di mercato”, così è forse più facile guadagnare, vendendo ad un prezzo lontano anni luce da quello per cui il gallerista aveva acquistato direttamente dall’artista.
… ESISTONO ANCHE LE GALLERIE VIRTUALI - Una galleria d’arte non esiste solo tra quattro mura, ma esiste anche sul web, nel 1996 è nata a Lucca una galleria d’arte virtuale, gestita da persone che non si definiscono mercanti d’arte o galleristi, ma semplicemente persone sensibilmente disposte verso la pittura e la scultura. Il proposito di queste persone è quello di mettere in contatto artisti della città di Lucca con persone che apprezzano l’arte, un’arte che supera i confini della concretezza e che emoziona per vie telematiche.
Questa novità è un modo come un altro per poter rompere gli schemi di un’arte che è diventata una moda. E in un mondo che corre c’è bisogno di persone nuove, persone su cui si deve investire, giovani artisti pieni di emozioni che hanno bisogno soltanto di un gallerista per poter vivere il loro sogno.
(di Valeria Gatopoulos - del 2009-05-11) articolo visto 8340 volte
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