L'Opinionista Giornale Online - Notizie del giorno in tempo reale
Aggiornato a:
 

LA VACANZA È FINITA… ANDIAMO, È TEMPO DI RIPARTIRE.

le ferie sono finite e ci si deve preparare a tornare sul posto di lavoro ed allo studio affrontando tutte le complicazioni che questo evento genera.

Settembre, da sempre considerato mese di ripresa, di fine estate e di immersione nel malinconico autunno, è di nuovo arrivato. Anno dopo anno si sente sempre più parlare della Sindrome da rientro, il sottile malessere che ci tormenta alla fine del periodo di relax passato durante le vacanze. Questo momento è fonte di inconvenienti sia dal punto di vista fisico sia psichico e necessita di alcune accortezze per essere superato al meglio, per evitare che si trasformi in qualcosa di più difficile da gestire.
I DISTURBI A CUI ANDIAMO INCONTRO - In questi giorni capiterà a chiunque di leggere articoli su tale tematica e in ciascuno di essi si troverà l’elenco dei disturbi principali che possono essere avvertiti dalle persone che vivono questa fase: insonnia, nervosismo ed aggressività, noia, apatia e stanchezza unita a mancanza di concentrazione. Certo, non tutti si rispecchieranno in queste difficoltà, anzi, per alcuni sarà anche spontaneo pensare: ”Ma da quando le vacanze fanno male?”; È stupido parlare di malessere generato dal riposo!”
In realtà non tutti avvertono tali sensazioni, anche se studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità affermano che il 50% dei vacanzieri si trova a scontrarsi con esse, la metà dunque di coloro che godono delle ferie estive. È anche vero che il disagio non è circoscritto solo al riposo di questo periodo. Esso può presentarsi dopo qualsiasi momento di pausa quale può essere il Natale o la Pasqua, ma è proprio dopo l’estate che la maggior parte delle persone ne avverte di più la presenza. Le stesse difficoltà possono essere percepite addirittura anche nel momento in cui si cominciano le ferie e non solo quando si rientra.
IL CAMBIAMENTO HA UN FORTE PESO SU ESSI - Tutto questo può essere spiegato con il fatto che avvengono dei cambiamenti nelle nostre abitudini, che ci portano a dover riorganizzare tutte le nostre risorse per ripartire al meglio il tempo a nostra disposizione. L’abitudine a svolgere le proprie attività senza fretta, possibilità offerta durante il periodo feriale, deve essere abbandonata per rigettarsi nella pianificazione e nell’intersezione di tutte gli impegni di cui ci si deve occupare. A questo punto ci assale la paura di non riuscire più come prima a far fronte a tutti i doveri. In realtà la stessa sensazione di incertezza può essere avvertita nel momento in cui lasciamo tutta la schematicità e l’organizzazione tipica delle giornate lavorative. Si può sperimentare, infatti, uno stato d’animo di vuoto che porta a pensare: ”Che faccio oggi prima di andare al mare? Leggo? Esco a fare compere? Dormo di più?, ecc…”. Tutte domande che rispecchiano il senso di smarrimento dovuto al fatto di aver abbandonato schemi mentali che garantiscono sicurezza e certezza nello scorrere della propria giornata lavorativa o di studio.
Il cambiamento lo riscontriamo anche nelle nostre abitudini alimentari e nel sonno. In vacanza ci sono più occasioni per stare in compagnia davanti al tavolo e fare le ore piccole data la possibilità di dormire di più la mattina. Tutto questo crea alterazione nel nostro organismo, abituato a diete ed ore di riposo ben diverse durante i giorni feriali. Tali variazioni ci portano a sfasare i nostri ritmi circadiani perché le 24 ore della nostra giornata sono organizzate diversamente.
A queste modificazione concorre anche un altro fattore caratteristico della stagione estiva, la luce solare, elemento molto più presente durante questa fase. Ciò spiega anche il perché si parla più frequentemente di questi disturbi alla fine proprio delle vacanze estive piuttosto che di quelle dei periodi invernali, quando la luce del sole è molto meno usufruibile. Essa influenza la produzione del ormone melatonina che segue l’andamento ciclico notte-giorno e agendo sull'ipotalamo ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia. Essa viene sintetizzata o secreta di notte dalla ghiandola pineale, poco dopo la comparsa dell’oscurità e le sue concentrazioni nel sangue aumentano rapidamente raggiungendo il massimo in piena notte per poi ridursi gradualmente all’approssimarsi del mattino. Dunque, l’esposizione per un periodo più lungo alla luce, tipico delle giornate estive, inibisce la produzione della melatonina, cosa che può accadere anche rimanendo svegli fino alle ore in cui si assiste alla sua massima produzione tra le luci di una festa o di una discoteca, cambiando la quantità e la qualità del nostro sonno. Questo ci rende chiaro che è necessario risincronizzare questo orologio con il cambio delle ore di luce a disposizione e delle abitudini tipiche della stagione che viviamo.
COSA FARE - Nei numerosi articoli circolanti si leggono anche le regole da seguire per riavvicinarsi alla vita lavorativa senza traumi. Tra questi sicuramente il primo da seguire è quello di riaccostarsi agli impegni in modo graduale, è inutile pretendere di raggiungere gli stessi obiettivi e la quantità di lavoro o studio svolto prima di andare in vacanza. È necessario che la nostra mente rientri in confidenza con quegli schemi accantonati per dedicarsi al riposo. Prima che riacquistino quell’automaticità che ci permette di velocizzare l’elaborazione dobbiamo dare tempo al nostro pensiero di riorganizzarsi. A tale scopo può essere certo utile schematizzare ed appuntare gli obiettivi che si vogliono raggiungere in modo tale da facilitare il riordino delle idee.
Cercare di tornare ad un ritmo sonno-veglia tipico del periodo lavorativo prima di riprenderlo per necessità è un altro suggerimento che riscontra fondamento proprio dal fatto che risintonizzare la produzione di melatonina ed il conseguente sonno da esso dipendente ci evita il risveglio durante la notte nei primi giorni di lavoro. Si evita così di sonnecchiare durante la ripresa delle attività facilitando anche in questo modo il pieno recupero degli schemi abituali.
Anche l’alimentazione va rimodulata, mangiare in modo equilibrato ha effetti benefici sulla digestione e di conseguenza sul riposo ma, nutrirsi con alcuni cibi aiuta anche la produzione di ormoni quali la serotonina che ha effetti benefici sull’umore. In genere, la "serotonina" aumenta mangiando gli "zuccheri semplici" della frutta dolce di stagione e delle verdure come lattuga, radicchio, cipolla, aglio e pesce. Con uno stato affettivo più positivo sarà sicuramente più facile affrontare il malumore che possiamo riscontrare rimettendo piede sul posto di lavoro e ci darà una spinta in più per velocizzare il riadattamento alle abitudini lasciate per andare in vacanza.

(di Monica Abbonizio, psicologa - del 2009-09-24) articolo visto 7187 volte
sponsor