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LA PUBALGIA DEL CALCIATORE

sindrome retto-adduttoria: le entità, i fattori che ne determinano l'insorgenza, i sintomi

Il calciatore è oggigiorno un mestiere seguito e invidiato da molte persone. La maggior parte delle famiglie vorrebbero vedere i proprio figli sfondare nel mondo del calcio per diversi motivi sia economici che di successo, però anche nel calcio come in tutti i mestieri ci sono i pro e i contro.
Uno dei punti a sfavore del calciatore è l’infortunio che può essere di vario tipo: muscolare, osteo-tendineo, lombosciatalgie, lesioni legamentose ecc…. Una delle patologie più frequenti nel calciatore riguarda la pubalgia.
La pubalgia è una patologia la cui epidemiologia resta poco chiara, soprattutto in ragione della complessità di tipo anatomico della regione pubica e del frequente sovrapporsi, al quadro clinico, di altri tipi di patologia.
La pubalgia dello sportivo, fa riferimento a tre entità anatomo-cliniche, tra loro spesso associate.

- La patologia parieto- addominale, che interessa la parte inferiore dei muscoli larghi dell’addome (grande obliquo, piccolo obliquo e traverso) e gli elementi anatomici che costituiscono il canale inguinale.
- La patologia dei muscoli adduttori, che riguarda prevalentemente la loggia superficiale, ossia l’adduttore lungo ed il pettineo.
- La patologia a carico della sinfisi pubica.

FATTORI CHE NE FAVORISCONO L’INSORGENZA - Nell’ambito del calcio esistono senza dubbio molti gesti tecnici che possono favorire l’insorgenza della patologia: salti, dribbling, movimenti di cutting in generale, contrasti in fase di gioco effettuati in scivolata, costituiscono indubbiamente dei fattori che causano forti sollecitazioni a livello della sinfisi pubica, innescando un meccanismo di tipo sinergico e combinato tra muscolatura abduttoria ed addominale.
Altre condizioni che ne possono facilitare l'insorgenza sono:

• Iperlordosi e rigidità delle vertebre lombari.
• Soprappeso.
• Calzature inadatte e terreni troppo rigidi.
• Altri dimorfismi degli arti inferiori.

L’atleta riferisce il dolore molto spesso nella regione sottopubica monolaterale, raramente in quella sovrapubica bilaterale.
I SINTOMI - La sindrome pubalgica si manifesta con sintomi dolorosi nella regione inguinale e adduttoria o sovra pubica in corrispondenza delle inserzioni tendinee e aponeurotiche dei muscoli adduttori (lungo, breve e gracile) e della parete addominale, con possibili irradiazioni alle coste, ginocchio e coccige.
Il dolore è accentuato nelle fasi iniziali di allenamento e dell’attività sportiva, diminuisce con il riposo e con una terapia farmacologica però nei casi più gravi il dolore si manifesta anche a riposo costringendo l’atleta a lunghi periodi di stop. Per quanto riguarda la valutazione strumentale, gli esami devono essere richiesti sulla base del risultato della valutazione clinica ed anamnestica.
Gli esami più rischiesti sono: ecografia, RMN e TC, scintigrafia, erniografia. Va ricordato che la RMN è molto più utile della TC per evidenziare danni a carico dei tessuti molli e quindi per descriverne lesioni acute, mentre in caso di lesioni tendinee a livello inserzionale così come per le tendiniti calcifiche risulta più indicato l’esameTC; l’ecografia rimane comunque di grande utilità per evidenziare lesioni tendinee e muscolari.

La durata del trattamento di tipo conservativo della sindrome retto-adduttoria risulta non univoca. Essa può durare dalle 2/3 settimane fino a 6 mesi, in linea di massima il perdiodo del trattamento dura 3 mesi e si basa su diversi criteri quali:

-La tipologia anatomo-clinica
-L’età e la motivazione del paziente
-Il livello sportivo dell’atleta
-L’intensità e la tipologia della sintomatologia dolorosa

Il trattamento conservativo deve rispettare i seguenti punti:

-rinforzo della muscolatura addominale in toto ed in particolar modo dei muscoli obliqui e del terzo inferiore del retto addominale.
-allungamento e detensione della muscolatura adduttoria
-condizionamento muscolare della muscolatura adduttoria contestuale al progressivo rinforzo della muscolatura addominale.
-condizionamento e rinforzo sinergico della muscolatura addominale, adduttoria e lombare

E’ prevista la terapia antalgica a base di e/o di steroidi per os, nei casi particolarmente acuti e ribelli può essere indicata una terapia infiltrativa. Molte volte nella terapia infiltrativa vengono utilizzati anche farmaci ad azione anestetica (normalmente xilocaina al 2%), allo scopo di poter rendere disponibile l’atleta all’attività agonistica. Solamente nel caso del fallimento di un trattamento conservativo, condotto secondo appropriate tecniche terapeutiche, e protratto per un tempo sufficientemente lungo, occorre considerare la soluzione chirurgica.
Per i calciatori l’infortunio muscolare rappresenta, quindi, solo la punta dell’ iceberg poiché prima dell’infortunio se valutato in maniera opportuna avrebbe probabilmente evidenziato alti parametri di rigidità della muscolatura. Fondamentale è allora una valutazione funzionale ed un controllo specifico riguardante tutta la muscolatura per evitare problemi ed infortuni gravi che potrebbero compromettere la carriera del calciatore.
(di Dott. Leonardo Squarcella - del 2009-09-30) articolo visto 12398 volte
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