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IL FENOMENO DELLO LOW COST

4,5% nel 2009 del PIL nazionale

SIGNIFICATO DI LOW COST – “L’espressione LOW COST non si riferisce direttamente al prezzo del prodotto o del servizio ma ad un modo nuovo e più efficiente di interpretare la produzione e la commercializzazione di beni e servizi grazie al quale è possibile proporre sul mercato prezzi minori per i consumatori” (Assolowcost). Con il low cost si ha una riduzione dei prezzi mantenendo elevato il livello di qualità dei prodotti e non và confuso con il low price (prezzi bassi) che si ottiene riducendo sia la qualità della materia prima che del processo di lavorazione o la qualità del servizio.
UN PO’ DI STORIA - Il fenomeno del low cost si è diffuso negli anni ’90 con la vendita della catena dei mobili Ikea utilizzando la soluzione del “fai da te”, prodotti venduti senza spese di trasporto e di montaggio; con la nascita delle compagnie aeree low cost in grado di offrire viaggi verso città italiane ed estere a tariffe ridotte. Il low cost si è diffuso anche fra i supermercati con le catene dei discount che offrono prodotti non di marca, esclusi dalla grande distribuzione, sempre a prezzi molto bassi. In questo caso il cliente rinuncia ad una serie di servizi, quali scarsa illuminazione, scarsa pubblicità, per ridurre al minimo i costi. I discount vengono utilizzati anche per la vendita di prodotti informatici. Anche nel campo del vestiario si stà assistendo allo stesso fenomeno con catene di negozi che offrono abiti a pochi euro.
LE VICENDE DEL SETTORE AEREO IN PARTICOLARE – La liberalizzazione del trasporto aereo avvenne negli anni compresi tra il 1987 e 1997. Il periodo antecedente era fortemente regolamentato, senza concorrenza tra le compagnie aeree ed con accordi bilaterali tra Stati. Il decennio 1987 - 1997 fu caratterizzato da una serie di passaggi quali: la riduzione prima e la totale abolizione dopo, delle tariffe che portò ad un processo di liberalizzazione con il conseguente aumento della concorrenza fra le compagnie aeree; la creazione di un singolo mercato del trasporto aereo consentendo alle compagnie aeree la facoltà di poter scegliere le rotte, le tariffe e gli orari; l’influenza dei governi fu ridotta al minimo.
Le compagnie aeree low cost riescono ad avere tariffe ridotte perché utilizzano aeroporti secondari e regionali inutilizzati, la possibilità di sfruttare meglio le rotte point-to-point (voli diretti) che consentono voli più brevi e di sfruttare meglio la capienza dei velivoli, una maggiore densità di posti a sedere, la possibilità di acquistare biglietti tramite canali diretti. Tutto questo ha portato a dei vantaggi per il consumatore soprattutto perché sono aumentate le tratte ed eliminando il modello hub-and-spoke (rete di trasporto aereo con scalo aeroportuale) caratterizzato da ritardi e complessità organizzativa. Oltre alla riduzione dei prezzi, le compagnie low cost riescono a segmentare meglio i prezzi. Infatti per uno stesso volo riescono a fare circa 13 -14 prezzi, da pochi centesimi di euro fino a circa 150 -160 euro acquisendo in tal modo anche più clienti.
I BENEFICI DEL LOW COST AEREO – Lo sfruttamento di aeroporti secondari ha consentito un maggior aumento del numero di turisti, lo sviluppo di servizi collegati all’aeroporto quali ristoranti, bar, negozi, noleggio auto, la creazione del servizio navetta, assicurato sia dalla stessa compagnia aerea oppure da terzi, la costruzione di parcheggi auto, la possibilità di sfruttare lo spazio pubblicitario all’interno degli aeroporti. Tutto questo non solo è motivo di introiti per le compagnie aeree ma anche per il territorio regionale consentendo uno spostamento veloce di persone, aumento della domanda di lavoro e la nascita di imprese.
Lo sviluppo low cost aereo ha permesso la creazione di posti di lavoro anche all’interno delle stesse compagnie con l’assunzione di personale qualificato amministrativo e non. In base ad uno studio dell’ ”Airport Council International” si è stimato che per circa ogni milione di passeggeri che transitano in un aeroporto è possibile creare lavoro per circa 1000 occupati in aeroporto e poco più nelle zone circostanti.
CARATTERISTICHE DEL MODELLO LOW COST AEREO – Altre caratteristiche sono: singola classe di passeggeri, singolo modello di aeroplano, in questo modo si ottiene un risparmio sulle spese di riparazione evitando la formazione del personale; eliminazione dei pasti durante il volo comprando merende e bevande a bordo; i dipendenti svolgono più ruoli, ad esempio sia come personale per la pulizia degli aerei, sia come operatori alle porte d’imbarco; nessun piano di volo coordinato con altre compagnie aeree; risparmio sulla gestione del personale (lean menagement); politica del fuel hedging, ossia acquisto di grandi quantità di carburanti per evitare di rifornirsi nei periodi in cui il prezzo è alto; finanziamenti pubblici soprattutto nella fase di inizio del servizio; assenza del servizio di cargo al fine di ridurre i costi di sosta degll’aereo; assenza spese di trasferta per il personale in quanto quest’ultimo rientra alle proprie basi evitando così di sostenere costi per gli alberghi; utilizzo del personale di bordo per i controlli prima del volo; le offerte economiche, anche di circa 1 euro, valgono solo per prenotazioni delimitate e per un numero di posti piuttosto basso; i prezzi possono variare in base all’affollamento previsto, (da 1 euro di mesi prima, fino a centinaia di euro il giorno della partenza).
I voli low cost non vanno confusi con i voli charter. Questi ultimi sono caratterizzati da prestazioni di trasporto aereo non pianificati e con orari sistematici, percorrono tratte non coperte dalle compagnie di volo di linea. Per questo motivo i costi dei biglietti sono più bassi ed i servizi offerti sono qualitativamente più bassi. Inoltre il numero di passeggeri trasportati deve essere almeno di dodici persone perché se fosse inferiore sarebbe considerato come servizio di aerotaxi mentre e compagnie aeree low cost, non riducono i costi di manutenzione dei propri aerei in quanto si attengono a regolamenti standard di sicurezza.
RYANAIR IN PARTICOLARE – La prima compagnia aerea low cost fu la Southwest Airlines alla fine degli anni ’70, la quale usò la politica del “low fares/no frills” (tariffe basse/ senza fronzoli). Tale politica è stata adottata anche dalla Ryanair in vari modi. Le prenotazioni possono avvenire on-line, tramite internet o per via telefonica effettuando una prenotazione diretta nei centri Ryanair senza l’intervento di intermediari consentendo così di eliminare i costi di emissione, gestione, distribuzione, contabilizzazione, che per le compagnie aeree tradizionali ammontano a milioni di euro.
La riduzione del turnaround, il tempo intercorrente tra la partenza e l’arrivo dell’aeromobile pari a circa trenta minuti, consente un maggior numero di voli sulle tratte e di utilizzare meglio gli aerei riducendo ulteriormente i costi. La scelta di aeroporti più piccoli consente una riduzione degli affitti hub, delle tasse applicate dalle società di gestione degli aeroporti, una migliore pianificazione della gestione del trasporto aereo e inoltre non vengono serviti pasti gratuiti a bordo, ottenendo così una ulteriore riduzione dei costi.
IMPATTI SUL TURISMO - Lo sviluppo low cost aereo ha portato ad un forte aumento del turismo che si distribuisce durante tutto l’anno e non in alcuni periodi come avveniva in passato; viaggi distribuiti in tutto l’arco della settimana e non solo nei week-end, il tutto rivolto a qualsiasi fascia reddituale della clientela grazie ai prezzi dei bilgietti ridotti. Tale fenomeno legato anche allo sfruttamento degli aeroporti secondari, non solo ha portato alla conoscenza, anche internazionale, di quelle destinazioni meno famose, ma anche ad uno sviluppo del turismo nelle località circostanti l’aeroporto. Lo sviluppo del turismo determina un aumento della presenza negli hotel contribuendo così ad un aumento delle entrate oltre che di tali strutture anche ad un aumento del reddito delle zone locali.
LE POMPE BIANCHE – Le pompe bianche sono distributori di benzina privi di un proprio segno distintivo con lo scopo di ottimizzare il prezzo d’acquisto del carburante consentendo così un risparmio sulla vendita. Infatti nei distributori low cost, il proprietario taglia alcune spese come ad esempio la pubblicità, lo stoccaggio, il marketing riuscendo ad abbassare il prezzo fino a circa 6-8 centesimi al litro.
Appartengono alle pompe bianche società come Daytona, Alfa Petroli, sigle di distributori non ancora molto note. La Federeconsumatori ha creato un sito dove è possibile trovare tali distributori. Oltre al fenomeno delle pompe bianche vi è anche quello di distributori che portano il logo delle grandi catene di distribuzione come Auchan, Conad, riuscendo così a praticare prezzi abbastanza concorrenziali. Altri metodi alternativi per combattere il caro benzina è il self service notturno oppure le offerte praticate dalle grandi compagnie petrolifere.
ASSOLOWCOST - - Assolowcost, nata Roma, è la prima associazione europea che ha lo scopo di promuovere e diffondere la cultura del low cost. Il prezzo tuttavia non deve essere solo conveniente ma ad esso deve associarsi anche un buon livello di qualità ottenendo cosi il Low Cost High Value. Affinchè un’impresa associata possa essere considerata low cost high value, dovrà rispettare una serie di parametri quali: etico, produttivo ed economico.
Il codice etico costituisce una guida deontologica di valori etici, di responsabilità civile e rispetto per l’ambiente. Nel parametro produttivo verrà analizzato in che modo l’azienda raggiungerà l’obiettivo di ridurre i costi come l’ analisi del marketing, delle attività commerciali, di produzione, delle economie di scala; il parametro economico, considerato come minor prezzo in percentuale, varia a seconda che si tratta di beni o servizi. L’associazione per la prima volta ha elaborato un Rapporto Annuale il cui compito è quello di analizzare la situazione italiana ed internazionale, la congiuntura economica, i cambiamenti sociali e culturali che si possono avere in base all’evoluzione dei consumi, l’andamento dei prezzi, il potere d’acquisto dei consumatori.
4,5% DEL PIL – Il low cost, data l’attuale crisi economica, ha conosciuto un forte aumento, pari al 12%, che con i suoi circa 68 miliardi di euro rappresenta il 4,5% del PIL nazionale a cui hanno contribuito soprattutto i servizi finanziari e le nuove iniziative del campo sanitario.
(di Giovanna Barone - del 2010-05-12) articolo visto 26148 volte
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