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I PRIMI TRENT'ANNI DI FRIGIDAIRE OVVERO L'AVVENTURA DELLA RIVISTA “MAIVISTA”

intervista al direttore del giornale Vincenzo Sparagna che fa il punto della situazione

Frigidaire, rivista culturale di fumetti e inchieste, debutta nel novembre del 1980 al costo di 2mila lire al mese grazie all'ingegno e alla voglia di sfondare i muri dell’intellettualità dominante di Vincenzo Sparagna, Filippo Scozzari e Stefano Tamburini, grafico post-Bauhaus e post-informale come lo definisce Sparagna, nonché padre del personaggio Ranxerox ripreso poi dal talento iperrealista di Tanino Liberatore.
Calderone d’idee controcorrenti Frigidaire ha visto le collaborazioni straordinarie di Andrea Pazienza, Tanino Libratore e Massimo Mattioli ma anche di Aldo Di Domenico, Arturo Picca, Caro, Francesca Ghermandi, Giorgio Carpinteri, Giuseppe Palumbo, Giuseppe Teobaldelli, Gianfranco Vanni, John O'london, Massimo Giacon, Mario Pischedda, Otto Gabos, Silvio Cadelo, Sebastiano Vilella e Vincino.
Frigidaire continua a resistere e ad esistere dopo 30 anni dal suo esordio contrariamente ad altre riviste di cultura underground che hanno avuto vite intense ma certo più brevi quali Il Male, Cannibale e Vomito, in quest’ultima Sparagna descrive la cultura underground come un fiume sotterraneo di fuoco che si estende sotto le fredde distese degli altopiani.
Ma chiediamo direttamente a lui, direttore del giornale, qualcosa di più su questa rivista che ha aperto le sue pagine ad artisti che hanno segnato la storia del fumetto italiano.

Come mai contrariamente alle altre riviste underground l’avventura di Frigidaire continua dopo 30 anni?
R - “La rivista Cannibale (1977- 1979) è stata una sorta di prologo a Frigidaire, una straordinaria rivista underground di fumetti, ma perdeva soldi, ebbe anche il sostegno economico del settimanale satirico-politico Il Male (1978 – 1982) ma entrambe erano legate al movimento politico che si respirava in quegli anni, ad un ciclo stagionale che si è esaurito in quella spinta satirica. Frigidaire è stata impostata da me e Tamburini come una rivista non stagionale, come una sorta di osservatorio permanente di percorsi diversi, pensata per durare nel tempo, una sorta di enciclopedia del mondo contemporaneo che ha finito per ospitare fino ad oggi cinque generazioni, basti pensare che alcuni disegnatori di questa edizione sono nati dopo Frigidaire. É anche vero che durante questi 30 anni c'è stata una sorta di ritirata diciamo tattica in cui abbiamo creato Frigolandia”.

Il manifesto sulla pittura maivista, redatto nell’aprile del 1985 da lei ed Andrea Pazienza, quanto e cosa può dare all’attuale cultura underground?
R - “Può dare moltissimo anche se il manifesto dell'arte maivista è stato più una boutade, una parodia dei movimenti artistici. L'arte maivista non apprezza un solo tipo di pittura ma va oltre, è convinta che l'opera d'arte conservi in sé un'eterna giovinezza, una sorta di sua anima interna. Ogni volta l'arte maivista è vista, e quindi è un'arte viva che rompe i moduli già prefissati ma questo grazie anche ad una certa dose di ironia, per entrare poi a far parte di un processo permanente che porta in sé una sua atemporalità”.

In tanti anni Frigidaire ha conosciuto alti e bassi ma quali sono stati i momenti di maggiore intensità creativa?
R - “Tanti sono stati i momenti da ricordare. Il ciclo che va dall’80 all’84, è stato tutto in crescita, difatti sono stati creati tantissimi personaggi tra cui Ranxerox. Dall'85 all’86 abbiamo fondato Frìzzer con Andrea Pazienza, lui lì si sfogò liberamente scoprì il colore vissuto senza condizionamento. Poi arrivarono i tempi bui con la morte di Tamburini nell'86 seguita dalla morte di Pazienza nell'88, la spinta vitale dell'inizio subì un duro colpo. Fino al '90 c'è stato un periodo grigio, poi quello stesso anno abbiamo inventato Il Lunedì di Repubblica, che dopo 24 numeri fu comprato dal gruppo L'espresso-Repubblica.
Era un giornale vero che lasciava libero il lettore di viaggiare tra satira e serietà, il primo giornale vero/falso. Anni incerti quelli che vanno dal '94 al '95 fino all'arrivo di Il Nuovo Male, creato con Filippo Scozzari, grazie al quale abbiamo incontrato artisti nuovi. Quello fu il periodo di tangentopoli, e lì noi già parlavamo del pericolo del berlusconismo come “un mistero che viene dal video”. Nel 2001 e 2003 Frigidaire torna in edicola, nello stesso periodo abbiamo pubblicato La Piccola Unità, dove mi firmavo Vincenzino Gramsci”

Secondo lei Stefano Tamburini come l’avrebbe pensata oggi Frigidaire?
R - “Ci saremmo trovati d'accordo anche oggi, c'è sempre stato un interscambio tra me e lui, avevamo lo stesso modo di vedere le cose. Nell'attuale Frigidaire vive quello spirito della grafica tamburiana, che è vivace, mossa ma anche molto leggibile, che fa pensare a Mondrian, a Piero della Francesca, dove la distribuzione degli spazi è ordinata. Credo che questo tipo di organizzazione della pagina dia più leggibilità rispetto ad una grafica moderna che punta più sullo spettacolo visivo. Insomma una grafica che la persona più comune può avvicinare”.

La libertà di stampa è sempre stata una libertà più o meno latente ma adesso è dichiaratamente imbavagliata. A voi di Frigidaire fa paura o pensate che anche questa volta riuscirete a trovare nuove strade per dirla tutta, perché dopotutto si tratta sempre della solita “commedia dell'informazione”, come scrisse in un suo articolo dell’86?
R - “Sono fiducioso, ho affrontato 250 processi per le cose pubblicate, e questo sin dai tempi di Il Male, poi alla fine si finisce per uscirne indenni. Spesso quanto più il potere cerca di togliere la parola tanto più la risposta è creativa, anche se la situazione italiana mi preoccupa credo che anche stavolta troveremo nuove vie”.

Nel suo editoriale del primo numero della rivista del 1980 lei scrive che “Frigidaire è un'occasione per lo sguardo. Conserva su quella imprecisata categoria che è l'attualità una ironica distanza.” Quanto resta oggi di ciò che ha scritto nel primo numero?
R - “Resta la stessa ironica distanza dei primi numeri di Frigidaire con l'ambizione di raccontare il mondo odierno, ma decidiamo noi cos'è attuale o meno. Non seguiamo un'attualità imposta, la parte più creativa del nostro lavoro consiste proprio nel trovarne una che ci interessi. L'attualità non la misuriamo con ciò che viene pubblicato nelle prime pagine dei grandi quotidiani, non inseguiamo “la scaletta”. La cosa straordinaria è raccontare il mondo senza raccontare quello che stanno dicendo gli altri”.

Le riviste francesi sono state sempre guardate con interesse vedi Actuel o Il Canard enchaîné. Oggi quali sono le riviste straniere che vi piacciono?
R - “Guardiamo con interesse a Le Canard enchaîné, che è ormai un'istituzione, a Charlie Hebdo, Siné Hebdo e…Però oggi non trovo in giro per l'Europa una rivista che non cerchi ostinatamente di rappresentare un genere unico da coltivare. Frigidaire è una rivista popolare ma anche d’élite, insomma si rivolge alle grandi masse di persone senza perdere il rigore del discorso. Intendiamo popolare non come un abbassamento di qualità ma come lo si può intendere ad esempio guardando Giotto, alla sua pittura popolare, che anche i contadini dell'epoca capivano, ma che non rinunciava alla sua complessità concettuale”.

Perché il potere ha tanta paura della satira dato che questa è spesso lontana dai riflettori della grande pubblicazione?
R - “Il potere ha paura di un certo tipo di satira non certo di quella che possiamo definire giullaresca. C'è una satira che critica, che fa male ed un'altra che diventa quasi celebrativa del potere. Quando la satira è feroce, allora spaventa, come quella di Dario Fo o di Ascanio Celestini. A volte i satiri vengono comprati e da satiri veri diventano satiri da salotto”.

La Repubblica di Frigolandia può cambiare il modo di vedere e vivere l’arte o/ed è un passaggio necessario all’evoluzione artistica?
R - “La Repubblica di Frigolandia si può permettere d'immaginare qualsiasi cosa, ha un suo referente interno immaginario, ed è un’eccellente occasione per inventare una realtà extraterritoriale. Non è un passaggio obbligato ma necessario, un polo, uno spazio metropolitano e non. Dialoghiamo con New York anche se siamo immersi tra le colline umbre perché il nostro non è stato un andarsene in campagna per creare un agriturismo, siamo in uno scambio continuo, immersi dal punto di vista urbano, solo che elaboriamo meglio per il fatto di non abitare al novantesimo piano di un grattacielo”.

Cosa farà nei prossimi dieci anni?
R - “Intanto speriamo che siano tutti interi. Mi piacerebbe che l'ultima generazione continui anche quando io andrò in pensione, e soprattutto che non si perda questa alterità”.

Dal 25 aprile 2009 Frigidaire è uscita in “edizione popolare d'élite”, una volta al mese all'interno del quotidiano Liberazione, mentre dal 3 giugno scorso è tornata in edicola come mensile indipendente con 20 pagine a colori in formato tabloid. Per saperne di più su questa favolosa avventura potete comprare il libro firmato da Sparagna dal titolo Frigidaire. L’incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo (Rizzoli- collana B.U.R.- 2008).
“Un’antologia di Frigidaire? (…) La rivoluzione di Frigidaire? Una autobiografia illustrata singolare/collettiva di Frigidaire? Una raccolta di curiosità, stranezze, segreti di Frigidaire?
Questo libro vuole essere un po’ tutto questo. E’ un volo veloce su trenta anni di singolare contro comunicazione, una sinossi del nostro frigo poema in 300 fascicoli (...)” scrive Sparagna.
Sull’Arte Maivista vedi anche il testo di Achille Bonito Oliva, storico collaboratore di Frigidaire, in Frigidaire 208, edizione extra-ordinaria della primavera 2006. Altro evento da non perdere la mostra allestita, fino al 27 giugno, nel Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro dal titolo Frigidaire 1980-2010, 30 anni di Arte Maivista. I visitatori potranno ripercorre i momenti salienti della storia del giornale attraverso i protagonisti, le rubriche, i reportages, che hanno fatto di Frigidaire la più rivoluzionaria rivista di arte, cultura e costume nel panorama editoriale italiano.
Una ricca esposizione di riproduzioni dell'Arte Maivista e di opere originali, selezionate da Sparagna, che vanno dal 1980 ad oggi, tra cui quelle di Andrea Pazienza, Mario Schifano, Filippo Scozzari, Stefano Tamburini, Tanino Liberatore, Giuseppe Palumbo, Franz Ecke per citarne solo alcuni. L'esposizione è accompagnata dagli oltre 300 numeri delle riviste maiviste Frigidaire, Frìzzer, Tempi Supplementari, Vomito ecc. e da t-shirt, sculture, opere lignee e oggetti vari progettati da Frigidaire nel corso degli anni e nel recente laboratorio di Frigolandia. All'interno della mostra saranno presenti anche le opere di alcuni dei migliori disegnatori della scena underground del fumetto italiano, che hanno realizzato per l'occasione un tributo ai 30 anni della rivista, tra gli altri troviamo Adrio, Alberto Corradi, CollettivoMensa, Alex Tirana, Davide Garota e Pierz e Hans.
Attualmente Frigidaire ha la sua sede nella Repubblica di Frigolandia dove fra l'altro si può diventare cittadini, ottenere il passaporto, e passare qualche giorno nella città immaginaria dell’Arte Maivista a spasso tra l’Accademia delle Invenzioni, il parco della Pace e della Poetica e quant’altro ci sia da scoprire. La Repubblica della fantasia di Frigolandia si trova a Giano dell'Umbria ed è diretta da Vincenzo Sparagna.
Informazioni: Per visitare il sito di Frigidaire andate su www.frigolandia.eu. Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro fino a domenica 27 giugno orari_10/12-17.30/19.30 lunedì giorno di chiusura. Tel. 0721-387651/0721-387653 www.centroartivisivepescheria.it
(di Livia De Leoni - del 2010-06-23) articolo visto 11758 volte
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