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Il SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO (1° parte)

della Casa Reale Borbone delle Due Sicilie

Come preannunciato in chiusura dell’articolo antecedente, siamo pronti ora a parlare dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ramo Napoli facente parte la casa Reale Borbone delle Due Sicilie.
Chiaramente, le lancette del tempo, per un attimo le arrestiamo al 1734, dove “Don Carlo di Borbone”, era da poco divenuto “Sovrano del Regno delle Due Sicilie”, ma già titolare della sovranità del Ducato di Parma Piacenza (come abbiamo visto nell’articolo precedente).
Per l’occasione, trasferisce il suo status di Gran Maestro nella nuova sede di Napoli e con essa tutta la documentazione e relativi archivi dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. In qualità di massimo esponente dell’Ordine iniziò ad emettere onorificenze locate in Napoli e non più a Parma come in precedenza.
Oltre al Gran Maestro Don Carlo di Borbone, alle origini esistevano anche il Gran Prefetto, figura che anche in età contemporanea vige come secondo massimo esponente dell’Ordine. Ad essi affiancati, un gran prefetto con funzione di Vicario, il Gran Priore ed il vice con incarico di direzione in seno all’ assistenza spirituale dei Cavalieri.
Al tempo erano dichiarati membri dell’Ordine i cavalieri di Gran Croce di Giustizia che erano in grado di dimostrare i c.d. 4/4 di nobiltà. A seguire si annoveravano i Cavalieri Donatori cioè coloro che divenivano tali a seguito di corpose donazioni in favore dell’Ordine, cavalieri di Grazia (per meriti straordinari), cavalieri cappellani e cavalieri scudieri.
In origine la decorazione era costituita da una croce “gigliata” e smaltata di colore porpora, con caricato al centro il monogramma XP tra le lettere greche A ed Omega, inteso come inizio e fine. Sulla punta delle aste le quattro lettere “I”(in)“H”(hoc)“S”(sino)“V”(vinces). I Cavalieri di Gran Croce, erano muniti anche di placca. Già al tempo esisteva il nastro della decorazione che come quella attuale era di colore celeste. L’abito da cerimonia invece per i cavalieri di rango superiore era di panno azzurro e legato al collo con un laccio bianco e celeste. I pantaloni anch’essi di colore celeste in tinta con il mantello. A corredo dell’abito anche le scarpe di colore bianco. La veste da cerimonia era completata dal cappello di velluto di colore rosso recante il monogramma di Cristo.
Con la costituzione del Regno d’Italia, per un brevissimo periodo,il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, (ma con esso anche gli altri ordini cavallereschi)furono “colpiti” da un Decreto, che costrinse a devolvere i beni dell’ordine al demanio.
Nel 1900 Alfonso, Conte di Caserta, rinunciò in suo favore ed i suoi discendenti all’appartenenza alla Casa Reale di Borbone delle Due Sicilie, permettendo così l’anno successivo (1901), che il patrimonio araldico transitasse nella Casa Reale di Spagna meglio specificare, a Sua Altezza Reale il Principe Ranieri, Duca di Castro.
Nella storia più recente, nel campo dell’assistenzialismo, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, ramo di Napoli, si è contraddistinto per gli aiuti prestati in favore di malati,prigionieri di guerra, reduci etc. anche nel contesto della seconda guerra mondiale. Con l’avvento della Repubblica e la Costituzione Italiana, l’Ordine che stiamo trattando, è stato riconosciuto “Ordine non nazionale”,perché istituzione cavalleresca “dinastico familiare” e totalmente estranea all’ordinamento italiano autorizzando l’uso delle decorazioni, con legge dello Stato del 03 marzo 1951 nr. 178 art. 7 ed anche con successivo parere espresso dal Consiglio di Stato del 26 novembre 1981 nr. 1869.

segue nel prossimo numero la seconda parte
(di Rino Berardi - del 2010-09-14) articolo visto 4264 volte
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