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LE DISTORSIONI E IL RECUPERO NELL’AMBITO SPORTIVO

le cause e gli effetti, i rimedi

L’attività fisica e sportiva è un bene per la salute ma come tutte le cose ha i suoi pro e contro. Crea benefici alla salute, alla circolazione, al rinforzo osseo e muscolare ma può provocare diversi tipi di problemi se non fatta con attenzione e con la giusta sicurezza; problemi fisiologici ma soprattutto articolari, alcuni tra questi possono essere le distorsioni.
COSA SONO? CAUSE ED EFFETTI - Le distorsioni sono delle patologie dell’apparato locomotore e di conseguenza possono provocare delle lesioni della capsula e dei legamenti delle articolazioni a causa dei movimenti oltre il “range articolare” (limite articolare fisiologico).
Possono essere provocate da movimenti innaturali delle ossa mobili, da traumi o contusioni delle ossa sporgenti ma soprattutto a facilitarle può essere lo scarso tono muscolare e tendineo. Le distorsioni si riconoscono attraverso la presenza di sangue nella sede articolare e la parte interessata appare arrossata spesso tumefatta, gonfia e molto calda.
Tutto questo accompagnato da ipomobilità e dolore molto forte. Le distorsioni possono colpire tre articolazioni: quella del polso, quella del ginocchio e quella della caviglia. Più frequenti nell’ambito sportivo sono le distorsioni alla caviglia e al ginocchio, meno quelle del polso anche se dipende sempre dal tipo di sport praticato. La distorsione di caviglia è un trauma molto frequente sia per i soggetti che praticano sport che per coloro che svolgono attività quotidiane. Siccome parliamo di un trauma muscolo-scheletrico al livello anatomico la caviglia è costituita dall’insieme di tre ossa; tibia, perone e astragalo tenute insieme da legamenti.
I movimenti che avvengono durante una distorsione di caviglia sono l’inversione e l’eversione. Il primo, più frequente, si sviluppa attraverso la rotazione verso l’interno della pianta del piede e provoca danni quasi sempre al legamento peroneo- astragalico anteriore, il legamento peroneo- calcaneare e quello peroneo- astragalico posteriore; il movimento di eversione invece interessa il legamento deltoideo. Il trauma può trasformarsi, nella caviglia di uno sportivo, in una patologia articolare, dando vita a:
lassità ligamentosa laterale e mediale dell’articolazione tibio-tarsica portando la caviglia a superare i propri limiti articolari.
instabilità articolare che porta a segni di cedimento durante l’espressione del gesto motorio o ad un semplice movimento più accentuato con probabile rottura totale o parziale dei legamenti.

La natura dei traumi discorsivi può essere di due tipi:

traumi acuti dovuti a contrasti, scontri, cadute o cambi di verso e direzione improvvisi.
traumi cronici dovuti a carichi, sforzi, mancanza di recupero e allenamento assiduo o di potenziamento prolungato nel tempo.

La classificazione delle distorsioni di caviglia può essere così riassunta in base alla loro gravità:

0 (non vi è rottura dei legamenti)
1 (la rottura riguarda solo il legamento peroneo astragalico anteriore)
2 (rottura di grado 1 e del peroneo calcaneare)
3 (rotture di grado 1 e 2, dell'astragalo calcaneare e del peroneo astragalico posteriore, associate a una lesione capsulare).

Altri studiosi la suddividono sempre in base alla gravità ma solo con tre gradi di gravità:

primo grado (caratterizzate da uno stiramento dell'apparato capsulo legamentoso)
secondo grado (rottura parziale del legamento peroneo-astragalico anteriore)
terzo grado (molto grave con rottura completa dei legamenti)
COME AVVIENE - La distorsione al ginocchio avviene attraverso un movimento anomalo dell’articolazione che viene ruotata oltre i limiti articolari e non provoca lacerazioni della cute. Il movimento di rotazione è rapido e violento e non provoca fratture ossee ma può portare allo stiramento o alla lesione parziale o totale dei legamenti che mantengono stabile l’articolazione, generando gonfiore e dolore locale.
E’ importante subito dopo la presenza di questi sintomi una visita ortopedica specializzata o nei casi estremi degli esami radiologici (TAC- RMN), perché se non valutata e curata in tempo con tutte le accortezze possibili, può portare alla limitazione funzionale dell’articolazione. Anche la distorsione del ginocchio, come quella della caviglia, ha una sua scala di gravità che va dalla semplice lesione di alcune fibre alla rottura completa del legamento; esse vengono divise in tre tipi di lesioni:
primo grado: appartengono le distorsioni che provocano microscopiche rotture dei legamenti senza interferire nel sostenimento del peso del corpo da parte del ginocchio
secondo grado: lo strappo parziale del legamento è maggiore e l’instabilità del ginocchio aumenta sia nella deambulazione che nell’alzarsi in piedi
terzo grado: provoca la rottura totale del legamento crociato anteriore (LCA), legamento collaterale mediale (LCM), legamento crociato posteriore (LCP) poco frequente.
Le cause di una distorsione al ginocchio possono essere dovute ad un movimento sbagliato oltre il range articolare o ad un forte trauma diretto.
Le distorsioni dell’LCA sono provocate da un arresto improvviso seguito da una torsione interna, esterna; da una forte iperestensione o da un trauma violento al compartimento esterno del ginocchio. La lesione del LCP è una conseguenza di un trauma diretto al compartimento anteriore del ginocchio mentre la lesione del LCM è provocata anch’essa da un forte trauma però nella regione interna del ginocchio in atteggiamento varo.
Gli sport più pericolosi per questi tipi di infortuni sono il calcio, il rugby, l’hockey, la pallacanestro e lo sci; sono tutti sport in cui le articolazioni sono sottoposte a movimenti molto accentuati che spesso o per le leggi della fisica o per traumi diretti provocano danni.

Le fasi di recupero nelle distorsioni di caviglia sono divise in 3 step:

- In fase acuta importante è immobilizzare l’articolazione, non caricarla molto e evitare sollecitazioni meccaniche per far si che non venga scatenato il dolore causato dagli irritanti chimici
- Gli obiettivi da raggiungere nella fase subacuta sono l’eliminazione del dolore diminuendo l’edema e l’aumento del carico sull’articolazione per ristabilire la condizione fisiologia delle fibre collagene; per tutto questo si utilizzano terapie manuali quali massaggi, cinesiterapia e mobilizzazione passiva.
- Nella 3° e ultima fase il recupero è attivo e si effettua tramite esercizi propriocettivi (tavolette, bosu, tappeti propriocettivi ecc…) e rinforzo muscolare e tendineo ( cavigliere, corsa su superfici diverse, macchine isotoniche ecc…)
RIMEDI - Nelle distorsioni al ginocchio per il recupero sono fondamentali gli esercizi di rinforzo muscolare. Per le lesioni dell’LCM non è previsto l’intervento ma il rinforzo muscolare attraverso macchine isotoniche (leg- curl, leg- press, leg- extension, leg-press, squat ecc…) del quadricipite (retto femorale, vasto mediale, sartorio) e l’utilizzo delle pedane propriocettive per il rinforzo e la stabilità dell’articolazione.
La rottura del LCA e LCP prevede l’intervento chirurgico, la riabilitazione e infine la rieducazione e il potenziamento muscolare per il recupero totale dell’articolazione. Anche in questo caso si utilizzano macchine isotoniche come la leg extensione la leg- press che aumentano il trofismo muscolare del retto femorale migliorando la stabilità tendinea e ligamentosa. Fondamentale è la deambulazione corretta senza calzature per iniziare la fase rieducativa e l’esecuzione di esercizi propriocettivi con gli strumenti adatti quali bosu, tavolette e tappeti elastici, affinché vengano effettuati movimenti di flesso- estensione e meno accentuati di lateralizzazione per il rinforzo e la stabilità dei legamenti.


(di Dott. Leonardo Squarcella - del 2010-11-04) articolo visto 42408 volte
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