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SCUOLA MALATA?

A caccia dei colpevoli, se ci sono…

La scuola è un’istituzione che lo Stato riconosce essenziale allo sviluppo del cittadino in quanto istruisce, educa e forma gli scolari di oggi che saranno gli uomini di domani. Vari sono i compiti che essa si propone, oggi più che mai, in una società dove le nozioni non bastano, ma bisogna avere una personalità formata nel modo giusto dalle persone giuste.
Poiché l’istruzione è un diritto, lo Stato deve mettere tutti i figli dei cittadini in grado di frequentarla. Infatti si pagano le tasse affinché lo Stato fornisca a tutti questo servizio pubblico di importanza notevole.
Ma oltre a provvedere a questo, dove anche fare in modo che la scuola sia aggiornata e non manchi di quei requisiti che sono importanti ed essenziali perché gli alunni trovino in essa veramente la possibilità di formarsi.
LA SITUAZIONE NEL NOSTRO PAESE - In Italia la scuola ha veri problemi da risolvere e lo Stato da tempo lavora sulle riforme che dovrebbero svecchiarla e renderla più funzionale.
Il grande problema che essa costituisce, è stato portato a conoscenza della stragrande maggioranza del pubblico dalle agitazioni di protesta dei giovani, che per questo sono stati detti contestatori.
Alcuni di essi scioperano e non frequentano le lezioni perché i locali dove esse si svolgono sono poco cani e ristretti, oppure gli insegnanti li trattano in modo secondo loro non giusto e lo Stato deve prender atto dell’urgenza che ha il problema.
In Italia la scuola è stata resa obbligatoria fino ai quattordici anni di età, cioè fino alle tre classi medie tutti i bambini italiani devono frequentarla. Questo comporta naturalmente gravi problemi soprattutto per gli spazi che mancano, per le scuole che non ci sono.
UN PROBLEMA … EDILIZIO? - In tantissime scuole medie ed elementari si fanno già da anni i doppi turni, perché non c’è la possibilità di ospitare tutti insieme gli studenti; non ci sono aule e quindi metà della scolaresca frequenta al mattino l’altra al pomeriggio. Il problema principale che si pone è dunque quello edilizio. Una buona scuola deve avere locali, luminosi, sufficientemente riscaldati.
Le riforme necessarie devono partire da qui, dare soluzione a tutti i problemi che si pongono in ogni grado dell’istruzione. Devono essere costruite nuove scuole, soprattutto in quelle zone delle città che sono più popolose, ed anche nei paesi, dove esse non sono neanche tali. Poiché le lezioni si volgono in locali nati per altri usi. Il governo dovrebbe prendere atto di questa situazione che è sempre più insostenibile e dare a tutti gli studenti la possibilità di prepararsi al domani in ambienti sani e confortevoli.
I “VERI” PROBLEMI … - I problemi della scuola di cui si discute e che si cerca in qualche modo di risolvere sono problemi che non toccano la sostanza delle cose, le ragioni profonde del disagio della scuola, mentre dei problemi veri, quelli che stanno alla radice della crisi storica dell’istituzione scuola nelle società moderne economicamente avanzate, c’è scarsa consapevolezza, specialmente di quanto siano profondi e radicali. I problemi veri della scuola non sono la riorganizzazione dei cicli scolastici, il modo in cui vengono fatti gli esami, la formazione degli insegnanti, i loro stipendi, l’autonomia didattica delle scuole, l’introduzione di un sistema di valutazione dei ragazzi oggettivo e valido su tutto il piano nazionale, l’incentivazione della produttivita’ delle scuole, l’incentivazione allo studio per gli studenti "capaci e meritevoli".
I veri problemi della scuola non sono i problemi della scuola ma sono i problemi della societa’.
I problemi veri della scuola sono molto più difficili da risolvere prima di tutto perché’ sono problemi fondamentali, cioè problemi che richiedono cambiamenti radicali nei fondamenti stessi di una istituzione molto antica e pochissimo propensa al cambiamento come la scuola, mentre i problemi superficiali lasciano i fondamenti della scuola intoccati. Anzi la misura della gravità della crisi della scuola è proprio il fatto che la scuola non vede e non riconosce quali sono i suoi veri problemi. Perciò il primo passo per risolvere i veri problemi della scuola è riconoscerli, analizzarli e capirne bene la natura. Il problema numero uno della scuola è il cambiamento.
La scuola è il luogo dove la realtà, quella esterna e sociale, dovrebbe cominciare a diventare comprensibile a chi si appresta a diventare adulto. E’ la scuola che fornisce i primi e grandi schemi interpretativi della realtà. Ma oggi la scuola sa lei per prima, più o meno coscientemente, che non è più in grado di fornire gli schemi interpretativi della realtà perché ogni schema che essa fornisca ai ragazzi diventerà obsoleto e inutile quando i ragazzi saranno diventati adulti. Peggio ancora, la scuola sa che gli schemi interpretativi della realtà che essa è in grado di fornire ai ragazzi non sono appropriati neppure per la realtà presente. E’ la scuola che per prima sente la realtà come incomprensibile.
I COMPITI DELLA SCUOLA - La scuola ha due compiti, trasmettere alle nuove generazioni la cultura del passato e attrezzare i giovani perché essi siano in grado di svolgere la loro parte nella società in cui vivranno da adulti. La trasmissione della cultura del passato è necessaria perché questa cultura continui ad esistere.
Ma altrettanto importante è preparare i ragazzi a vivere in una società che, quando usciranno dalla scuola, s’inoltrerà per più di mezzo secolo nel futuro.
Da questo punto di vista la scuola e il mestiere dell’insegnante sono diversi da ogni altra istituzione e da ogni altro mestiere della società, dato che hanno a che fare non con il presente, con la società come é adesso, ma con il futuro e con la società come sarà nei decenni successivi.
La conciliazione tra questi due compiti non pone problemi in una società in cui il cambiamento é lento e non riguarda le caratteristiche fondamentali della società.
Quindi il problema numero uno della scuola, il primo problema "vero", è il cambiamento. Per uscire dal conflitto in cui la società oggi la precipita, la scuola dovrebbe essere pronta a cambiare e a cambiare profondamente, riesaminando alla radice i suoi compiti e i modi di adempierli. Invece la scuola è la sola istituzione della società che non cambia e che anzi ha una particolare resistenza a cambiare. Per una istituzione sociale che, per assolvere ai suoi compiti, deve guardare al futuro, questo é chiaramente il problema.
(di Casarino Gabriella - del 2010-12-10) articolo visto 5006 volte
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