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YOUTUBE MARKETING

Il successo è attraverso il web

IO E YOUTUBE – Non so voi, ma io non sono, o meglio non ero, un grande frequentatore di Youtube; sono un tipo più da Itunes o da pecora che segue i link di fb. Youtube da questo punto di vista lo pensavo più impegnativo.
IL PRIMO PASSO – Mi sono fatto coraggio ed ho intrapreso l’iter per l’iscrizione. Si, anche su Youtube ci si può iscrivere. Come ti chiami, dove vivi, dammi il tuo numero di telefono, codice fiscale, hai cani? Gatti? Sorelle o fratelli? Che scuola fai, lavori? … Insomma la solita roba da ipnosi. Clicco su continua e sorpresa: (leggo) Gentile cliente, al suo indirizzo di posta elettronica è già collegato un account Youtube. Ma come è possibile? Dopo brevi attimi di panico, scartata la possibilità della doppia personalità, e quella di essere spiato dai servizi segreti, accedo al mio profilo.
Leggo che la data d’iscrizione risale al 2007 e un cassetto della memoria, con un po’ di fatica, comincia ad aprirsi. Scopro che anche io, ormai quattro anni fa, non avevo resistito alla tentazione di pubblicare un video sul terzo sito più visitato al mondo, dopo Google e Facebook. Sono cose che tutti abbiamo fatto nella vita; un po’ come quel romanzo che abbiamo nel cassetto del comodino, scritto a mano per quelli della vecchia generazione; sto parlando del nostro best seller. Si. Solo in potenza.
LA SVOLTA – L’articolo, prima della svolta, avrebbe preso una piega diversa. Cosa è accaduto? Chiamatela pure folgorazione sulla via di Damasco, o il secondo sogno di al – Ma’mun. Sta di fatto che non vi parlerò più di Gemma del sud (per la quale impressionatevi pure da soli su Youtube), ma di ben altro.
I NUMERI – Anzitutto voglio presentarvi dei dati che sono riusciti a sorprendermi. Con oltre 1,73 miliardi di video visti e 45 terabyte di trasmissioni video nel globo, YouTube è attualmente il canale più utilizzato per chi è alla ricerca di un video online. Pensate che negli Stati Uniti l’80% dei visitatori del settore Video confluisce su Youtube, che lascia il secondo canale a un imbarazzante 4%.
LA CRISI – C’è da dire che nonostante i numeri altisonanti, la crisi del settimo anno colpì anche il portale video. Ma in quel caso a sistemare le cose ci pensò Google Inc. che il 10 ottobre del 2006 acquistò Youtube per 1,65 miliardi di dollari pagati in azioni. Forse anche in risposta alla Sony che poco prima si era appropriata del sito concorrente, Gropuer. L’ingresso sul campo di Google comportò non soltanto una disponibilità economica da capogiro, ma anche conoscenza e know – how invidiabili. A Youtube anche il merito di aver letto bene lo svolgersi degli eventi, puntando sul marketing online, oggi sempre più leader nell’ambito del business delle aziende. Proprio la pubblicità (video sponsorizzati, canali personalizzati con video altamente brandizzati) copre le intere spese di gestione del portale. In sintesi: entrate per Youtube e visibilità per l’imprenditore di turno.
MARKETING ON LINE – Infatti sulla rete impazzano pagine di questo tipo: Sei un blogger? Un pubblicista, un imprenditore online? Cosa aspetti ad utilizzare Youtube per promuovere te stesso e i tuoi contenuti online? Colpisce il fatto che Youtube non sia neppure il veicolo di maggiore qualità per i produttori video o con i migliori servizi. I video che riscuotono successo non sono di alta qualità, ma, come li definisce Greg Jarboe, il guru del Video Marketing, sono popolari. Ed è su questo che bisogna puntare: veicolare contenuti con alla base una buona dose di simpatia che possa attrarre la massa, sacrificando anche la qualità del video, che sembra quasi creare una barriera tra il navigatore e il video stesso. Dal singolo video, al canale personale il passo è breve. Bisogna creare un legame di fiducia con il fruitore dei tuoi contenuti.
Darsi un appuntamento, inserire, cioè, nel video la data della prossima pubblicazione. E cosa ancora più importante, crearsi una nicchia, un microcosmo nel quale la gente possa riconoscersi. Le prime 24 ore dopo la pubblicazione sono fondamentali per decretare il successo del filmato. Ecco perché bisogna servirsi dei social network (facebook, twitter) per farlo circolare. Infine, una cosa a cui pochi pongono attenzione, i tag. Taggare significa dire chi sei, appiccicarti addosso una identità nella quale altri si potranno riconoscere; ti inserisci, in altre parole, in delle categorie: l’unico modo per non assimilarti all’oceano di video che invadono la rete, una sorta di totemismo contemporaneo.
Ultima parola magica: programmazione. L’istinto, per fare successo in rete, non basta. C’è bisogno di un progetto nel quale un video pubblicato altro non è se non l’inizio di un percorso. Youtube è un cantiere aperto, dove le proposte per il fruitore sono in continua evoluzione, come ad esempio l’introduzione del live streaming che ha permesso, per chi era collegato con youtube, di seguire eventi mediatici come la beatificazione di Giovanni Paolo II comodamente sul pc.
ALL’ARREMBAGGIO – Le prime dritte per promuovere te stesso e la tua attività in rete le hai avute. Ora non ti resta che prendere in mano la bussola e salpare!
(di Gianrico D’Errico - del 2011-06-20) articolo visto 4681 volte
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