L'Opinionista Giornale Online - Notizie del giorno in tempo reale
Aggiornato a:
 

QUANDO LO SHOPPING FA MALE!

Che cosa ci spinge a comprare oggetti di cui, in fin dei conti, non abbiamo bisogno?

Lo shopping compulsivo, anche detto oniomania da dal greco onios che vuol dire “da vendere”, è la “mania di comprare tutto ciò che è in vendita”. Tale fenomeno, come oggi molti sanno, non consiste soltanto nella piacevole, seppur fugace, sensazione di gratificazione che si avverte nel momento in cui si acquista qualcosa, ma può celare un’incognita di ben altra natura. Nel 90% dei casi si tratta di un fenomeno che coinvolge le donne, spesso quelle più vulnerabili, con poca autostima, scarsa resistenza alla frustrazione e tendenza alla depressione. Tuttavia, aumentano le sedute dallo psicologo anche da parte degli uomini, soprattutto giovani, di buon livello socio-economico e che seguono la moda con particolare attenzione.
La dipendenza dal fenomeno viene classificato come un comportamento disadattivo, assunto per rifuggire dalla sgradevole realtà o dalla routine. Le problematiche che conseguono allo shopping compulsivo vanno a discapito sia della propria opinione personale, aumentando sentimenti come il senso di colpa, la vergogna, l’umiliazione, sia della vita sociale peggiorando eventuali problemi familiari, lavorativi, legali e non da ultimo finanziari.
Viene impiegato come rimedio contro il senso di vuoto e la depressione poiché risulta un efficace  tentativo della persona di regolare i propri affetti. Alcuni esperti ritengono che durante l’azione compulsiva il soggetto è come se espletasse una specie di “auto medicazione”, avvertendo una variazione in positivo sul proprio organismo, una generale sensazione di appagamento e completezza.  Ovviamente l’ individuo durante l’atto non è in grado di controllarsi, né di rendersi conto delle reali problematiche e conseguenze legate al proprio comportamento, ma avverte esclusivamente un sollievo immediato, da ansia e stress emotivo. Proprio questa apparente ricompensa rafforza l’impulso, determinando, di conseguenza, inevitabili processi ripetitivi.
Per capire quando il desiderio di shopping sfrenato rischia di trasformarsi in patologia ci sono dei segnali a cui bisogna porre attenzione:
il denaro speso è eccessivo rispetto alle proprie, reali, possibilità economiche;
gli acquisti si ripetono più volte nell'arco della settimana;
Spesso una volta comprato, l'oggetto diventa presto poco interessante e viene regalato, messo da parte o buttato. (Ciò che conta è solo possedere qualcosa di nuovo)
il mancato acquisto crea pesanti crisi di ansia e frustrazione;
la dedizione alle spese rappresenta un comportamento nuovo rispetto al passato.

Al primo posto tra gli oggetti della "febbre da acquisto", per quanto riguarda le donne, ci sono i capi d'abbigliamento, seguiti da cosmetici, scarpe e gioielli: tutti elementi riconducibili all'immagine. L'uomo, invece, predilige simboli di potere e prestigio come telefonini, computer portatili e attrezzi sportivi. In entrambi i casi, comunque, si tratta di oggetti in grado di aumentare l'autostima e la buona percezione di sé, aspetti che in tutte le forme di addiction risultano spesso fortemente compromessi.
Il primo passo verso il superamento del problema è :
1. riconoscere di avere un problema;
2. Cercare l’aiuto di un valido psicoterapeuta;
3. Tenere un bilancio:un registro giornaliero dove annotare gli oggetti comprati, il costo, gli stati d'animo durante l'acquisto ( momento di depressione, euforia, solitudine, malinconia) e le conseguenze a livello psicologico ( sensazione di colpa, di piacere, di vergogna etc).
4. Iniziare un progressivo rallentamento dell'acquisto: Fare in modo di allontanarsi da tutti i luoghi di consumo: negozi, supermercati etc. ;evitare di imporsi dei divieti sul proprio comportamento, poiché questo non fa che aumentare la voglia di infrangerli; passeggiare fra i negozi senza acquistare alcunché almeno per la prima ora: il desiderio infatti si placa se si interrompe la sequenza “sono in ansia-spendo-mi calmo”;cominciare ad uscire "protetti" senza carta di credito, solo con denaro in contanti e con una lista precisa a cui attenersi.
5.Ritrovare il piacere dell'acquisto: Ci si può permettere un budget mensile limitato che serva a soddisfare la pulsione di spesa. La cosa importante è approfittare completamente del piacere fornito dal nuovo acquisto.
L'obiettivo non è quello di eliminare il comportamento, ma di rimetterlo sotto controllo.
(di Dott. Giuseppe Irace - IGEA Centro Promozione Salute - del 2012-01-12) articolo visto 2435 volte
sponsor