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LA VILLA DEL PRESIDENTE A SAN ROSSORE

Riaperta al pubblico la dimora presidenziale all’interno della Tenuta di San Rossore a Pisa

Nei giorni scorsi, ha riaperto, per il piacere dei numerosi visitatori e frequentatori del Parco di San Rossore a Pisa, la famosa Villa del Gombo. Questa è la prima volta nella storia, ed è stato possibile per ricordare i 152 anni dell’unità d’Italia, ma gli organizzatori hanno fatto presente che la visita alla storica residenza estiva dei presidenti della Repubblica, sarà replicata anche in futuro. Antonio Giuntini, responsabile della promozione del parco ha così dichiarato: “Abbiamo avuto un successo inaspettato, tantissime le prenotazioni”.
La visita è partita con il trenino dall’area del centro visite, e i partecipanti hanno percorso il lungo viale fino ad arrivare alla villa, di puro stile razionalista anni 50, una struttura rialzata da pali d’acciaio alla quale si accede da una salita in marmo che costeggia l’interno del chiostro interno. Originariamente quel luogo ospitava un grande pino che fungeva da secondo tetto. Qui i visitatori si sono trovati davanti ad un arredamento spoglio con il parquet lucente, che non da l’idea di una residenza per persone illustri. Il viaggio è proseguito fino alla spiaggia, da sempre chiusa al pubblico e che ha visto la presenza di teste coronate e capi di stato.
Gli storici del luogo riferiscono che negli anni 80, a ridosso della spiaggia, una pioggia acida pietrificò un intero boschetto. La realizzazione della villa fu fortemente voluta dal presidente Giovanni Gronchi, per il quale avrebbe dovuto rappresentare un simbolo di rinascita per il territorio dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale. Nel suo intento questa residenza doveva sostituire un casino di caccia edificato nell’800 dai Lorena e distrutto durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi.
Giuntini, nell’occasione ha così affermato: “Per noi è un piacere poter aprire questa parte di parco ai turisti è comunque un bel pezzo di storia contemporanea: qui è venuto in vacanza, tra gli altri, anche l’ex primo ministro Tony Blair con la moglie e i figli”. Come accennato, il progetto delle visite alla residenza presidenziale avranno un seguito e a questo proposito sempre Giuntini conferma: “Siamo già in accordo con l’organizzazione delle escursioni per inserire nuove tappe per i visitatori del parco. Una sarà questa, l’altra è quella del centro ornitologico. Uno dei più interessanti d’Italia”.
Comunque, le novità del Parco di San Rossore non finiscono qui, infatti, Giuntini fa presente che questo luogo storico ha un nuovo direttore, Andrea Gennai e che sono tanti i progetti sul tappeto. Tra i più accattivanti c’è sicuramente il possibile utilizzo della villa del Gombo come sede di una scuola di calcio per cui si è fatto il nome anche di Roberto Baggio.
In merito Giuntini dice che: “Il progetto della soccer school è ancora in fase di valutazione - dice Giuntini - Abbiamo ricevuto anche la richiesta da parte di alcuni artigiani che lavorano i prodotti del parco per creare dei laboratori all’interno di alcune strutture”.
Ma la storia del Parco di San Rossore, non finisce di stupire, infatti, questi luoghi sono segnati anche dalla presenza dei dromedari che si possono ammirare su delle vecchie foto d’inizio secolo. Effettivamente, durante fino all'ultima guerra mondiale, abbiamo riscontrato che il Parco di San Rossore ospitava molti esemplari di dromedari. Gli storici ci dicono che erano utilizzati per il trasporto e il carico, ed hanno una storia antica che risale al XVI secolo. A quanto risulta, la prima coppia venne portata dal Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici nel 1622 e grazie al clima e il territorio si riprodussero naturalmente tanto che nel 1789 contavano 196 esemplari.
Purtroppo durante la seconda guerra mondiale la popolazione dei dromedari subì un forte declino a causa delle truppe mongole al seguito dei tedeschi che stanziavano nel Parco, che li utilizzarono come cibo. La guerra contribuì non poco alla storia di questo luogo, in quanto fu dapprima occupata dalle truppe tedesche e successivamente da quelle americane col risultato che molte residenze all’interno del Parco furono abbattute da ambedue gli schieramenti. Tra queste, ovviamente, c’è la Villa del Gombo, ristrutturata più volte fino dagli anni 50 e che grazie al nuovo staff dirigenziale tornerà a prendere nuova vita, insieme a tutto il Parco di San Rossore.
(di Maurizio Piccirillo - del 2013-03-25) articolo visto 8637 volte
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