Referendum costituzionale: il sì della Corte di Cassazione

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Si voterà entro novembre, la data tra il 20 e il 27

Renzi e Boschi

In autunno gli italiani saranno chiamati al Referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome dell’attuale ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che ne è stata la promotrice insieme al governo di Matteo Renzi.

La riforma si propone di superare il bicameralismo che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. Attualmente tutte le leggi, sia ordinarie sia costituzionali, devono essere approvate da entrambe le camere. Anche la fiducia al governo deve essere concessa sia dai deputati sia dai senatori.

Con la riforma, invece, la camera dei deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo. Il senato diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali e potrà esprimere pareri sui progetti di legge approvati dalla camera e proporre modifiche entro trenta giorni dall’approvazione della legge, ma la camera potrà anche non accogliere gli emendamenti.

Lunedì 8 agosto la Corte di Cassazione ha ammesso la richiesta del suddetto Referendum, convalidando 500 mila firme. Da ora il governo avrà 60 giorni di tempo per fissare la data ed il Premier Renzi sta valutando i pro e i contro, al momento, l’ipotesi più probabile è quella di andare al voto a novembre, domenica 20 oppure il 27.

La Suprema Corte aveva tempo per pronunciarsi fino al 15 agosto, ma ha anticipato i tempi e non ha utilizzato tutti i trenta giorni disponibili dalla presentazione delle firme, avvenuta lo scorso 14 luglio.

“Adesso la parola ai cittadini #bastaunsi”, ha commentato su Twitter la ministra Boschi. Twitta invece Renzi: “Adesso possiamo dirlo: questo è il referendum degli italiani”.

Secondo il Presidente del Consiglio: “Questa è la sfida di milioni di persone – sostiene – che vogliono ridurre gli sprechi della politica, rendere più semplici le istituzioni, evitare enti inutili e mantenere tutte le garanzie di pesi e contrappesi già presenti nella nostra Costituzione”.

Queste le reazioni contrarie: “Noi diciamo – no, grazie – alla riforma costituzionale di Renzi perché non abolisce il Senato ma riduce la democrazia e toglie agli italiani la possibilità di eleggere i senatori”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Maria Etruria Boschi dice – Questo è il Referendum degli italiani – Vero. #iovotono a una riforma che ci lascia servi e mando a casa Renzi!”, è il commento su twitter del segretario della Lega Matteo Salvini.

“Possiamo battere i Sì e anche di misura. Ma non ci riusciremo solo attraverso i media. È impossibile contare sull’informazione convenzionale, con una Rai “renzizzata” ed editori pieni di conflitti d’interessi. – ha commentato su facebook il vicepresidente della Camera ed esponente 5 Stelle Luigi Di MaioDovremo batterli lavorando sul territorio. Parlando con le persone, una ad una. Con incontri, agorà, gazebo, convegni, speaker corner, cene a casa di chi ancora non si è informato, eventi nei luoghi più impensabili. Servirà voglia di fare, creatività e preparazione. E su questo il Movimento è imbattibile”, ha concluso il membro del direttorio M5S.