Rinnovo contratti pubblico impiego: Uilpa, “Il tempo è finito”

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Logo Uil PaROMA – “Dopo 2.400 giorni di fermo retributivo ed a più di un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale, la parola d’ordine deve essere: accelerare! E soprattutto si scoprano le carte sulle risorse necessarie ad un rinnovo dignitoso per tutti i lavoratori”.

Lo afferma, in una nota, il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, ribadendo quanto più volte già evidenziato nel recente passato: “Il costo del rinnovo del contratto nel pubblico impiego ammonta a  7 miliardi di euro, come risulta dalle stesse stime dell’Avvocatura generale e della Ragioneria generale dello Stato, utilizzate dalla Corte Costituzionale per “giustificare” la mancata retroattività della sentenza che ha riconosciuto illegittimo il prolungato fermo retributivo dei dipendenti pubblici”.

“Dopo 7 anni di blocco – incalza il segretario generale della Uilpa – la politica non può continuare a recitare il solito refrain sulla mancanza di risorse. E’ inaccettabile sostenere che in un bilancio complessivo di circa 800 miliardi di euro non si possano reperire le somme necessarie. Basterebbe un utilizzo più intelligente di quelle destinate ai vari bonus, valorizzare le molteplici professionalità esistenti nella Pubblica Amministrazione, intervenendo in modo deciso sui contratti di consulenza, reinternalizzare  i servizi affidati all’esterno che rappresentano degli sprechi, realizzare una vera razionalizzazione della spesa pubblica, che preveda una riduzione dei centri di costo per l’acquisto di beni e servizi, ed ancora impiegare una quota parte delle risorse recuperate dall’evasione fiscale, il cui ammontare nell’anno 2015 ha superato di 3 miliardi il budget prefissato. Queste sono, a titolo esemplificativo,  alcune delle voci sulle quali è possibile intervenire”.

Prosegue Turco: “La Pubblica Amministrazione non può essere gestita come un’azienda privata che produce beni a scopo di lucro. Il Paese ha bisogno di aumentare la  qualità e la quantità dei servizi da offrire ai cittadini e alle imprese per realizzare il perseguimento dell’interesse pubblico, come sancito dalla Carta Costituzionale”.

“Bene parlare di reclutamento e di assunzioni. Prioritario discutere di formazione ma l’ottica deve essere quella dell’investimento, senza logiche di tipo ragionieristico. Nella Pubblica Amministrazione non ci sono costi e ricavi bensì una partita doppia con investimenti da una parte e servizi per la collettività dall’altra. E, affinché i conti tornino, bisogna partire dall’investimento sul capitale umano”.