Venezia, denunciati due dipendenti comunali per appropriazione degli incassi dell’autorimessa

455

Venezia appropriazione incasssi autorimessa comunaleEseguite diverse perquisizioni domiciliari

VENEZIA – I finanzieri del I Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia hanno eseguito alcune perquisizioni domiciliari, delegate dalla Procura della Repubblica di Venezia, nei confronti di due dipendenti adetti all’Autorimessa comunale di “Sant’Andrea” di Venezia, per i reati di peculato e falso.

I dirigenti dell’AVM Spa, società totalmente partecipata dal Comune di Venezia che gestisce, tra l’altro, il garage sito in Piazzale Roma, avevano infatti rilevato una serie di procedure anomale nella gestione degli ingressi del parcheggio e, soprattutto, avevano verificato che parte dei soldi pagati dagli utenti non arrivavano nelle casse della società.

Così i responsabili della società pubblica si sono rivolti alle Fiamme Gialle, dando avvio ad una complessa attività di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia. Con pazienza certosina, i finanzieri veneziani, dopo aver piazzato microspie e telecamere nell’ufficio cassa all’ingresso dell’autorimessa, hanno ricostruito tutti i movimenti di due dipendenti infedeli e le loro tecniche di occultamento degli incassi, riscossi dagli utenti del parcheggio.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno ripreso i due dipendenti mentre aprivano forzatamente le sbarre del varco di entrata di entrata e di uscita dell’autorimessa “S. Andrea” oppure mentre annullavano, forzando le procedure, le tessere in entrata. Quando il cliente era compiacente, utilizzavano impropriamente il c.d. periodo di ‘franchigia’, facendo entrare o uscire illecitamente gli avventori del parcheggio senza riscuotere il dovuto ed ottenendo una remunerazione in nero.

Se il cliente era straniero, invece, gli proponevano, di versare un importo inferiore a quanto dovuto, riuscendo, con straordinaria abilità ed eludendo i controlli automatici interni, ad intascare direttamente l’importo, senza versarlo in cassa.

Solo un paziente lavoro di osservazione dei movimenti e di ascolto delle conversazioni, incrociato con i dati di contabilità della società, ha consentito di svelare e bloccare i meccanismi di frode, che stavano comunque portando un notevole danno alle casse dell’AVM Spa. Infatti, da una preliminare ricostruzione contabile eseguita dai militari della Guardia di Finanza, l’appropriazione indebita e sistematica degli incassi di pertinenza dell’AVM Spa, ad opera dei due indagati, ha causato un mancato introito alla società quantificabile in circa 70.000 euro all’anno.