Lo sguardo graffiante e curioso sulla realtà metropolitana nelle opere di Volker Klein (IE)

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la caldaia

L’evoluzione e i disagi della contemporaneità sono molto spesso protagonisti della produzione di molti artisti che attraverso l’atto del dipingere rappresentano ed esprimono ciò che ruota loro intorno, ognuno attraverso il proprio personale linguaggio che a volte ha bisogno di gridare, altre di sussurrare, tutto ciò che preme per uscire. L’artista protagonista di oggi ha un singolare approccio alla realtà.

La Street Art si è da sempre posta come obiettivo quello di raccontare con toni decisamente vivaci e sopra le righe, ciò che accadeva nella società contemporanea al periodo in cui l’artista si esprimeva e si esprime; in molti casi è stata utilizzata come denuncia sociale e politica, in altri come manifestazione di un profondo disagio interiore, e lo ha fatto in luoghi pubblici, sui muri, per poter essere visibile a tutti e arrivare in modo chiaro e inequivocabile a chiunque vi soffermasse lo sguardo. Molti street artist sono passati dai messaggi pubblici alle tele che gli hanno poi dato accesso alle gallerie d’arte: Jean Michel Basquiat con la sua rabbia di ragazzo di strada, Keith Haring con i suoi omini misteriosi e impersonali che sottolineavano la tendenza all’omologazione della società degli anni Ottanta, e ultimo ma non di importanza il fenomeno Banksy con le sue irruzioni veloci nei muri cittadini ma poi anche autore di bellissime opere su tela in cui non rinuncia al suo stile dissacratorio e ironico, sono solo alcuni esempi di come il messaggio nato nella strada abbia poi affascinato collezionisti e appassionati. Volker Klein, tedesco di nascita ma romano d’adozione, sceglie uno stile a metà tra il Graffito e il Materico per raccontare una realtà osservata con sguardo curioso, senza denuncia, senza giudizio, solo con il desiderio di immortalare frammenti di sensazioni reali ricevute girovagando per le vie della città. La sua è una visione a volte sognante, altre ironica, altre ancora sorpresa del mescolarsi di realtà differenti che, come in un crocevia, si trovano nello stesso istante nello stesso luogo e, magicamente a volte persino senza rendersene conto, entrano in connessione. Klein è capace di cogliere quelle diversità, quelle apparentemente casuali contaminazioni che il frammento di tempo successivo probabilmente si dissolvono, e sceglie di narrare storie di un attimo che colpiscono il suo sguardo, attraverso quella sua apertura mentale che gli permette di vedere oltre ciò che altrimenti resterebbe sulla superficie della prima veloce occhiata.

La donna di mezzogiorno
1 La donna di mezzogiorno

I colori sono spesso vivaci, come nell’opera La donna di mezzogiorno, scelti per evidenziare le figure protagoniste di quegli incontri ‘per caso’ che si verificano continuamente nelle città contemporanee, figure che sono descritte attraverso il tratto netto del disegno, a volte invece ritagliate da giornali e riviste o da fotografie, per comporre quell’immagine a collage, materica e assolutamente viva, che è la caratteristica principale delle opere di Volker Klein.

La ragazza strabica
2 La ragazza strabica

Nel lavoro La ragazza strabica ciò che emerge è il caos del quotidiano, vissuto e percepito dall’artista come uno status della società moderna, non come sensazione negativa o di disagio, anzi, sembra raccontare tutto il positivo che deriva da una poliedricità, da un arricchimento derivante dalle differenze che ogni giorno sono innegabilmente visibili.

Due personaggi in paesaggio astratto
3 Due personaggi in paesaggio astratto
L'orlo
4 L’orlo

La presa d’atto dell’attualità, dall’inseguimento alla bellezza e alla vanità generalizzata, Due personaggi in paesaggio astratto e L’orlo ne sono due chiari esempi, fino ad arrivare alle infinite opzioni del consumismo che confondono e disorientano, sono temi trattati con delicatezza, con ironia ma anche con la profondità che si raggiunge solo quando si usa come mezzo espressivo la leggerezza, che nulla ha a che vedere con la superficialità, tutt’altro, è solo un linguaggio che arriva più immediato e diretto all’osservatore.

Un motivo greco attraversa il mio quadro
5 Un motivo greco attraversa il mio quadro

L’opera Un motivo greco attraversa il mio quadro sottolinea invece la mescolanza di culture che accompagna il vivere contemporaneo, culture che a volte fanno fatica a dialogare tra loro pur nella consapevolezza di coesistere gomito a gomito, come se in qualche modo Klein volesse porre l’accento sulla resistenza a cui spesso si assiste in un quotidiano in cui l’altro viene guardato con diffidenza anziché essere accolto.

Wishful painful
6 Wishful painful

Si lascia spazio anche per riflessioni legate a stati d’animo meno positivi Volker Klein, come in Wishful Painful, opera in cui emerge un pessimismo generato dai mass media, dai messaggi che quotidianamente bombardano l’uomo di oggi e lo distaccano dal contatto con la realtà semplice e serena che tutti hanno il diritto di vivere; o, con un’altra chiave di lettura, può essere la paura del futuro a generare dolore, quell’imprevedibile che troppo spesso si tende a vedere come spaventoso, proprio perché inconosciuto, e capace per questo di generare ansie e angosce. Artista da sempre, la sua prima mostra personale risale al 1968 a Mannheim, nel corso della sua lunga carriera ha partecipato a moltissime collettive in importanti luoghi istituzionali, come il Macro e il Palazzo delle Esposizioni di Roma, oltre a molte personali in Italia e all’estero.

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