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INTERVISTA A SIMONE CRISTICCHI

Il cantautore romano parla di “Album di famiglia” e della sua carriera

Il cantautore romano Simone Cristicchi, che nell’ultimo Festival di Sanremo ha presentato i brani “Mi manchi” e “La prima volta che sono morto” ed ha vinto l’edizione del 2007 con il brano “Ti regalerò una rosa” da cui è scaturito anche un libro, ha tenuto il tour “Album di famiglia” che ha preso il nome dal suo ultimo disco. Il tour è partito da Francavilla al Mare dove l’artista è arrivato con diversi giorni di anticipo per preparare le serie di concerti. Recentemente Cristicchi è stato protagonista di una serata su Rai 1 nella quale in un concerto ha ricordato Sergio Endrigo. Dopo il successo al Musicultura Festival con il brano “Studentessa universitaria”del 2005, nel 2006 dedica il brano “Che bella gente” a Mia Martini. Il brano “Ti regalerò una rosa” con cui vinse il Festival di Sanremo ed un testo specifico sull’argomento, sono scaturiti da un’esperienza dell’artista prima come obiettore di coscienza e poi come volontario in un centro di igiene mentale dalla quale è rimasto molto colpito.

Il suo tour intitolato “Album di famiglia”, che tipo di spettacolo è?
R - È uno spettacolo dove c’è spazio per un nuovo album che si intitola appunto “Album di famiglia” che è il mio quarto disco, uscito a maggio e che è stato presentato allo scorso Festival di Sanremo. Nel concerto confluiscono quindi le nuove canzoni ma c’è spazio anche per quelle vecchie, di altri album, riarrangiate in modo nuovo con il mio gruppo di cinque elementi. C’è spazio anche per il divertimento teatrale, si tratta di alcune gag che abbiamo preparato, delle cose abbastanza surreali: travestimenti, cambi d’abito, cambi di scena. Mi piace pensare che questo sia uno spettacolo abbastanza adatto al momento storico che stiamo vivendo, con una grande energia che possa far passare un paio d’ore di gioia e di serenità al pubblico.

In occasione della data zero di Francavilla al Mare, si è fermato diversi giorni per preparare il tour, che tipo di accoglienza ha trovato?
R - Mi sono trovato benissimo, sono stato accolto in maniera veramente stupenda da tutti, ho dormito in un albergo molto bello, ho mangiato soprattutto molto bene. L’unico rimpianto è stato quello di non aver fatto il bagno al mare, non abbiamo avuto nemmeno un minuto di tempo libero per farlo, ma spero di tornare presto, magari con la mia famiglia, a fare una bella vacanza qui.

Dopo anni di gavetta ha trovato il successo con “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” ma che in un certo senso critica il sistema discografico…
R - Si, “Vorrei cantare come Biagio” è un testo dalla doppia lettura, da una parte è un motivetto carino, ma che dall’altra parte riflette un problema che negli ultimi anni si è aggravato: mancano spazi per i giovani artisti. Infatti tutti i giovani artisti, cantanti, interpreti e cantautori si rivolgono soltanto ai Talent Show per poter emergere, per poter avere una chance, un’opportunità. Ci sono sempre meno locali dove poterli fare esibire, è una valvola di sfogo per questi giovani talenti. “Vorrei cantare come Biagio” come per assurdo è stato il mio esordio, la canzone con cui criticavo il sistema discografico italiano è stata la canzone che mi ha lanciato in questo mondo.

Poi c’è stato il successo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, canzone profonda che tocca un tema delicato dalla quale è scaturito anche un libro….
R - “Ti regalerò una rosa” ha segnato un cambio nella mia rotta musicale, mi ha fatto conoscere al grande pubblico di Sanremo. Da lì in poi sono riuscito a sfruttare e a canalizzare questa grandissima opportunità che ho avuto avviando progetti anche lontani dalla musica come la scrittura di libri, documentari, realizzazione di spettacoli teatrali. Poi il Teatro è diventato preponderante, infatti adesso il mio percorso si divide tra musica e spettacoli teatrali.
Foto in abito di scena, militare, è tratta da "Li romani in Russia", poema in versi di Elia Marcelli.
(di Francesco Rapino - del 2013-09-11) articolo visto 4506 volte
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