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FEMEN PORTATRICI DI NUOVE LIBERTÀ O MERCENARIE?

Questo gruppo ha iniziato ponendosi come fine la dignità della donna, ma le recenti analisi e un film descrivono un’altra realtà

Il femminismo è stato e continua ad essere un fenomeno sociale complesso e diversificato, oggi grazie al movimento delle Femen assistiamo ad un suo rilancio. Questo movimento di protesta nasce nelle aule universitarie di Kiev nel 2008. Il suo nucleo principale è composto da giovani studentesse. La caratteristica della lotta di questo gruppo è la protesta in topless, con scritte e slogan dipinti sulla pelle e sfruttando il potere attrattivo di messe in scene provocatorie e dissacranti. Un modo decisamente efficace per attirare l’attenzione mediatica sulla loro protesta, soprattutto in luoghi dove il nudo è bandito. Obiettivo delle Femen è riconquistare la libertà delle donne e far cessare la strumentalizzazione ed il commercio del corpo femminile, in vista di una futura rivolta al femminile. Questa protesta sui generis sfrutta una parte del corpo femminile, simbolo stesso della vita.
Il movimento utilizza il corpo come strumento e contenuto della comunicazione sociale per diffondere la ribellione contro i delitti di matrice sessista, secondo loro causati dalla cultura maschilista e non dalla natura. La comunicazione è semplice diretta, è una comunicazione che rimanda a twitter. Tra gli obiettivi dichiarati dalle Femen vi sono: la lotta contro il turismo sessuale, le discriminazioni di genere e quelle sociali più in generale.
Ma questi nobili fini sono i veri motivi che spingono a manifestare o i motivi sono altri? La loro propaganda riguarda la lotta alla Chiesa, la difesa dell’ideologia di genere, il matrimonio omosessuale. Le loro azioni si basano su infiltrazioni in riunioni politiche vietate al pubblico grazie a tessere di grandi agenzie di stampa internazionali che si possono ottenere solo se si è dentro una rete di relazioni internazionali e che non si comprano su Internet. La nuova leader del movimento Inna Shevchenko che si dichiara atea ha distrutto una croce di legno in memoria alle vittime dello stalinismo in Ucraina, che francamente con i diritti negati al mondo femminile non c'entra molto, comunque questa eroica azione “anti discriminatoria” è stata premiata dal governo francese che ha ufficialmente riconosciuto l'associazione.
Anzi la Francia ha fatto di più, da martedì 16 luglio il francobollo francese dedicato a Marianna, il simbolo della Rivoluzione francese ha il volto della Shevchenko il vero motivo, non è il machismo anti femminile, ma che il nuovo simbolo della Francia, è il matrimonio omosessuale.
LE FEMEN NON FANNO IL LORO STRANO MESTIERE SOLO PER IDEALISMO - Sono regolarmente pagate, con un fisso di mille dollari il mese, e prendono anche donazioni guadagnando anche dieci volte tanto. Sono scelte non in base all’ideologia ma all’avvenenza. Per alcuni organi di stampa il finanziere è George Soros, noto per avere donato cento milioni di dollari a gruppi che promuovono il matrimonio omosessuale e l’aborto e dietro Soros si nasconde la sinistra euro-americana al servizio della sua agenda politica e geopolitica. La giornalista ucraina del canale 1+1 Daryna Chyzh che si è introdotta nel movimento Femen ha scoperto che ogni azione di protesta è generosamente pagata.
Nel gennaio 2013 secondo questa reporter le attiviste FEMEN, avevano in conto spese il viaggio in aereo, taxi, vitto e alloggio, nonché trucco e cosmesi. Avrebbero, per ciascuna di loro, un compenso di circa 1000€ il mese, mentre quelle che operano nei vari uffici coordinativi di Kiev guadagnerebbero fino a 2500€ mensili. Ogni azione di protesta è pagata, l’affitto dell’ufficio di Kiev è pari a 2000 euro al mese, quello per azioni nella comunità europea costa, 1000 euro al giorno per dimostrante, che comprende biglietto aereo, albergo, taxi e pasti. Secondo questa giornalista i possibili finanziatori possono essere il cinquantenne miliardario tedesco Helmut Josef Geier, meglio conosciuto come DJ Hell proprietario della “International DeeJay Gigolo Records”, l’imprenditrice tedesca Beate Schober, l’americano Jed Sunden, fondatore del magazine “The Kyiv Post” nel 1995». Secondo altri Viktor Sviatski, un inquietante uomo d’affari ucraino che le Femen hanno presentato come un loro caro amico. Sulla dipedenza del movimento aVictor, si è basati il film verità fuori concorso al Festival di Venezia "Ukraine is not a brothel" di Kitty Green dove appunto si mostra come le attiviste ucraine sono in realtà non guerriere del femminismo , ma succubi di quello stesso maschilismo che giurano di combattere.
IL CORPO COME STRUMENTO DI LOTTA - Per il sociologo Zygmunt Bauman le Femen portano a compimento la parabola che vede la sessualità e il corpo femminile da realtà dotata di significato a puro «significante», il corpo delle donne è un oggetto buono per qualunque uso.
Oggi la libertà conquistata da decenni di lotte femministe rischia di rovesciarsi nel suo contrario. Molta della responsabilità di tale cambiamento nelle relazioni affettive e sessuali è da attribuire allo spettacolare sviluppo della cultura consumistica, che postula l’intero mondo abitato come immenso contenitore pieno fino all’orlo di nient’altro che oggetti di potenziale consumo.
Questo modo di pensare incoraggia la percezione e la valutazione che ogni individuo e ogni entità esistente al mondo, quindi anche i corpi, è riducibile a merce a prezzo d'azquisto o di scambio.
Ossia, istituendo una relazione profondamente asimmetrica tra clienti e servizi, consumatori e merci: i primi si aspettano dai secondi unicamente il soddisfacimento dei propri bisogni, dei propri desideri e delle proprie volontà. Questo standard del consumo è entrato in maniera definitiva anche nella nostra sfera sentimentale. Perché i matrimoni diminuiscono, perché il commercio sessuale è aumentato? Viviamo in un mondo di consumi estemporanei e relazioni “modello escort”.
(di Carlo Baratta - del 2013-11-13) articolo visto 5405 volte
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