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Zero a Zero

ZERO A ZERO: INTERVISTA AL REGISTA PAOLO GEREMEI

Tre storie di vita quotidiana un futuro comune: quello di non diventare personaggi di successo ...

ROMA - "Zero a Zero" è il titolo del film documentario sul calcio in programmazione mercoledì 29 gennaio alle ore 20.30 presso l'Associazione Culturale Apollo 11, in via Bixio 80b a Roma. Un viaggio in quella dimensione spesso dimenticata fatta di tanti giovani calciatori che non hanno avuto lo stesso successo dei grandi campioni che ogni giorno guardiamo in tv. Paolo Geremei, regista di questo lodevole progetto, ci ha illustrato come è nata l'idea di realizzare un documentario che tocchi un aspetto purtroppo poco considerato dai media ma che nasconde grandi verità. Ha inoltre ha evidenziato curiosità ed aneddoti.

Come nasce l'idea di realizzare questo progetto?
R - Nasce dalla volonta' di raccontare quello spaccato del calcio che conoscono in pochi, ma che vivono in molti. Ho sentito la necessita' di mostrare il lato più umano del calcio, vero, vitale, quello che mi ci ha fatto appassionare da quando sono nato. Ecco, ho voluto ristabilire un po' d'ordine, rimettere le cose in paro.

"Zero a zero" perchè questo titolo?
R - Fino a pochi giorni prima del montaggio finale il titolo era "17 anni a giugno", in omaggio ad una poesia di Rimbaud intitolata "Non si puo' essere seri a 17 anni". Volevo sottolineare l'importanza che ha avuto l'eta' nella vita sportiva dei tre protagonisti. Era un mio modo per difenderli, per dimostrare che li capisco pienamente. Poi pero' avevo bisogno di un titolo più semplice, facile da ricordare ed ecco "Zero a Zero", risultato che non é chiuso, definitivo, ma significa invece "siamo ancora sullo zero a zero..."

Quanto le storie riportate nel documentario rispecchiano quelle di migliaia di giovani che sognano una carriera da campioni?
R - Tanto, tantissimo. I tre ragazzi hanno affrontato problemi di varia natura: sono certo che moltissimi ragazzi ed ex giocatori ci si possono rispecchiare.

Un film per dimostrare che in fondo la vera partita si gioca ogni giorno e non è detto che dietro un'importante delusione sportiva possa nascondersi un fallimento?
R - Un film per dimostrare che da una delusione bisogna trarre la forza per affrontare la vita con armi nuove. Non sono stato io a dirigere i tre ragazzi in questo senso (é impensabile in un documentario), ma il contrario: sono loro che hanno insegnato a me - e allo spettatore - come andare avanti, sempre, a testa alta. ho conosciuto tre uomini con una dignita' e un coraggio rari.

In numeri quanto tempo le ha portato via il progetto tra riprese e backstage?
R - Diciamo quasi due anni, dall'idea al primo festival, ma ne é valsa la pena, lo rifarei.

Qualche aneddoto o frase dei tre protagonisti che l'hanno colpita maggiormente?
R - Te ne potrei citare a decine. Ne scelgo una ciascuno:
Marco: "A 16 anni sei uno dei giovani portieri più forti d'italia, come fai a pensare che nella tua vita non farai il calciatore?".
Andrea "É una feritina sempre aperta, ma e' anche bella. Io ricordo il bello delle cose".
Daniele: "Ho avuto la fortuna di giocare per anni in una delle societa' piu prestigiose d'Italia: perche' non estendere questa fortuna agli altri? Così ho deciso di allenare".


Quanto e cosa i calciatori affermati possono insegnare ai giovani e viceversa?
R - Possono, anzi devono insegnare ai ragazzi che non basta il talento, neanche se ti chiama la nazionale ti puoi considerare arrivato. Ci vogliono sacrificio, coraggio e determinazione, molta determinazione se la fortuna ti volta le spalle.

I prossimi progetti in cantiere? Ci sarà ancora spazio per il calcio?
R - In cantiere c'é un lungometraggio, una storia sulla vendetta. Il calcio? si, ma per scaramanzia non ti dico niente, sai com'è...
Un appello che Paolo fa prima di salutarci: "Il documentario é in cerca di una distribuzione: chiunque é interessato, dalle sale cinematografiche alle scuole fino alle squadre professioniste, mi contatti via mail. "Zero a Zero" é un film che andrebbe fatto vedere a tutti, lo dico senza presunzione ma non ho dubbi".


BIO - Laureato al DAMS in “Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico”, Paolo Geremei è stato inizialmente montatore e critico cinematografico, poi segretario di edizione e aiuto regista dei F.lli Taviani, Renato De Maria, Leone Pompucci, Andrea Manni, Patrice Leconte e molti altri. Oltre al film documentario ZeroaZero, ha diretto la seconda unità del tv movie Mork e Mindy di Stefano Sollima (per la serie Crimini), alcune scene delle serie tv Distretto di Polizia e R.I.S., il pluripremiato cortometraggio Rossa Super oltre che videoclip e spot (Telecom, Chicco, Enel, Playboy, Be-Total, Barilla...).
(di A. Gulizia - del 2014-01-28) articolo visto 6668 volte
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