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RICHIAMI EROTICI NEL TEMPO DI FACEBOOK

Spotted e Tinder due applicazioni per comunicare che coinvolge principalmente i giovani. Sistemi di comunicazione proposte come gioco che scatenano il "cazzeggio"

Mentre molti studiosi dei rapporti umani stanno cercando di capire qual'è la strategia per trovare l'anima gemella ecco che Internet, propone alcune soluzioni. Ci sono applicazioni per portatili o per smartphone che si stanno diffondendo sopratutto tra gli studenti universitari: lo “spotted”e il “tinder”.

SPOTTED - Lo spotted è una tendenza nata nel Regno Unito con lo scopo di inviare messaggi alla ragazza incontrata sul bus in biblioteca a lezione al bar. Si è diffusa negli Stati Uniti, in Italia solo recentemente sta diventando una moda. Questo metodo di inviare messaggi si è sviluppato, in Italia, nelle comunità “spotted” delle università quali la Sapienza e quella di Calabria. Si inviano messaggi su questa spotted dell’ateneo nella speranza che la persona che ci ha prodotto forti emozioni legga il messaggio.

Spotted è una comunità con un amministratore, l’amministratore apre la pagina Spotted della università su Facebook, chi si iscrive alla comunità può inviare messaggi, commenti o dichiarazioni.

Oggi però la via italiana ha ampliato le tipologie di messaggi. Le pagine Spotted vengono utilizzate anche per insultare tutti i professori compresi. Con commenti pesanti. Facendo nomi e cognomi. Di conseguenza si sta assistendo ad un lento abbandono da questa procedura , che voleva fornire un aiuto si più introversi.

TINDER - Oltre al tablet oggi i giovani usano anche smartphone. Con questo strumento per trovare una ragazza o un ragazzo che si ha colpito esistono diverse applicazioni, quella più scaricata si chiama Tinder. In inglese può significare sia fiammella, che esca. È un'applicazione per iPhone che grazie a un sistema di geolocalizzazione individua i cuori solitari e mette in contatto i due single solo se c'è gradimento reciproco. La procedura è semplice : si accede su Facebook occorre fornire pochi dati sulla propria vita postare qualche di foto, si inizia a navigare in modo anonimo tra i profili degli altri utenti. cliccando "mi piaci" (clic sul cuore), o "non fai per me" (casella con la X). Se la stima è contraccambiata si ha il permesso di chattare con il potenziale partner, dando il così via ai messaggini.

In definitiva Tinder è un gioco brutale. Il suo successo (coinvolge due milioni di potenziali nuovi amanti al giorno) è frutto della sua immediatezza. Identificare una potenziale preda in zona grazie al geolocalizzatore; esprimere la preferenza e, se quella fa lo stesso col tuo profilo, passare alla fase due: chat. Fase tre: whatever.

C’è chi aziona Tinder persino dentro a un locale. Grazie alle preferenze, oltre al range di età che si desidera, si riduce il raggio di ricerca, anche solo a pochi metri. Se la preda è seduta poco lontano e sta su Tinder, ti sei risparmiato una bella dose di banalità. A Londra è tutto più ragionato, meno convulso. Angela, un’italiana di 40 anni, single e disillusa, è partita su Tinder travolta da un’euforia innaturale: «In tre giorni ho chattato con più uomini di quanti ne avessi incontrati negli ultimi tre anni. E sai cosa? Non ho ancora avuto il coraggio di andare a un solo appuntamento. Il motivo? Boh, forse sto bene così».

Sia Spotted che Tinder rispondono ad un bisogno contemporaneo la gratificazione del proprio IO da parte dei moltissimi-e single inguaribili: quella del controllo assoluto della situazione. Queste applicazioni ci permettono di studiare a distanza il nostro interlocutore per capire se sarà amico o nemico se faremo pezzi di strada insieme o se pensa solo di burlarsi di me, di valutare le scelte e le caratteristiche: ha messo la foto in bikini? Dunque va al sodo.

Per coloro che hanno studiato il fenomeno queste applicazioni, che hanno coinvolto più di 3 miliardi di interconnessioni nel giro di sei mesi, sono diventate pratica comune perchè gli utenti che le usano, in genere giovani universitari, le considerano come se fosse un gioco: rapido, discreto, intuitivo e divertente, è come imbucarsi ad una festa affollato sapendo subito chi ci trova carini e attraenti. E se non siamo simpatici a qualcuno, pazienza, nessuno lo verrà mai a sapere, risparmiandoci così lo smacco del rigetto. Studenti intervistati dall'Huffington Post, hanno detto che le procedure di queste applicazioni non sono diverse da quelle che si attuano durante un gioco di sguardi al bar o in discoteca. Quindi si sono considerate solo uno "strumento per rompere il ghiaccio".
Foto: fonte www.makeameme.org
(di Carlo Baratta - del 2014-02-11) articolo visto 5353 volte

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