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RIDERE E' UNA COSA SERIA

Molte ricerche dimostrano che ridere fa bene alla salute e quindi è importante capire quali possono essere i campi di applicazione di tale risorsa

Prendendo spunto dalla giornata di studio (Pescara 27-28 settembre) dove l’ospite d’onore sarà il famoso Patch Adams, il Dottor Clown più famoso del mondo, fondatore indiscusso di quella che oggi è nota come “Clown terapia” o “Terapia del sorriso”, e reso celebre da un bellissimo film (ruolo brillantemente interpretato da Robin Williams), ho voluto portare qui un mio contributo, basato sulla raccolta di evidenze di tipo scientifico effettuate in questo campo che a mio avviso entra a pieno titolo nell’area della Psicologia della Salute. Vado a mostrare una breve rassegna di alcuni studi autorevoli recenti e meno che hanno trattato del fenomeno del sorriso collegato alla salute psicofisica dell’individuo.
Molte ipotesi sono state proposte sugli effetti salutari dell'umorismo, ed in particolare del riso. Una persona che ride, che dice delle barzellette, che è capace di far divertire se stesso e gli altri, indica che è fisicamente e mentalmente in salute, che sta gestendo le sue afflizioni di vita quotidiana in maniera “salutare” (Francescato, 2001; Walsh, 1928; McComas, 1923).
Il riso e l’humor sono stati lodati come “salutari per il corpo” perché ristabiliscono l’omeostasi, stabilizzano la pressione sanguigna, stimolano la circolazione, facilitano la digestione, rilassano il sistema e producono un sentimento di benessere (Dearborn, 1900; McDougall, 1922; Menon, 1931).
La ricerca piu recente sugli effetti salutari dell'umorismo ha ricevuto un forte impulso dagli scritti di Norman Cousins, nei quali egli documenta la sua guarigione dal dolore e dalla malattia in seguito alla visione di film umoristici e di un paio d'ore di "risate sfrenate" (1979).
Il Prof. Mario Bertini (2001), studioso autorevole nel campo della Psicologia della Salute, riferisce di uno studio condotto su pazienti affetti da malattia renale, ai quali veniva presentato, durante le sedute di emodialisi, un film comico. Rifacendosi a degli studi precedenti che avevano dimostrato la componente stressogena di queste sessioni, si è visto che nei soggetti cui veniva presentato il film comico, che induce sorriso e dispone al buon umore, la quantità di ormoni da stress misurata dopo il trattamento è stata minore, rispetto a quella di una precedente sessione emodialitica non accompagnata dalla visione del film.
Uno studio di Rivera (2003), mostra come l’utilizzo del senso di humour nelle attività educative e ricreative di bambini affetti da malattie croniche e a lunga degenza possa rappresentare una ottima strategia di promozione del benessere individuale. Risultati simili, vengono mostrati da uno studio condotto con pazienti di un ospedale in una unità di riabilitazione testati con un programma di promozione positiva (Scholl, Ragan, 2003).
Alcuni autori hanno sottolineato come l'umorismo possa agire come strumento comunicativo così come fornire un legame emotivo. Kuhlman (1988) ha descritto come l'umorismo in uno staff di un carcere di massima sicurezza rappresenti un linguaggio emozionale.
L'umorismo può servire a più di una funzione. La gente può usare l'umorismo per aiutarsi a tenere lontano dalla coscienza dei pensieri negativi, ed anche approfittare dei benefici sociali che questo procura (Thorson & Powell, 1993).
Thorson e colleghi (1997) hanno suggerito che il senso dell’umorismo sia una strategia di coping che permette di fronteggiare al meglio gli eventi di vita negativi e che è un antidoto per mantenere soddisfazione nell’arco della vita. Questi autori definiscono l’humour come un costrutto multidimensionale, correlato con una serie di caratteristiche predittive della qualità di vita.
Somministrando ad un campione di 612 persone di età compresa tra i 17 e i 92 anni una batteria di test tra cui il Multimensional Sense of Humor Scale (MSHS), si è visto che i punteggi riportati sulla scala di valutazione dell’umorismo sono correlati significativamente e positivamente con la salute psicologica ed una serie di caratteristiche positive quali, l’ottimismo, l’auto-stima, l’assertività, la socievolezza, le emozioni positive, l’estroversione, la creatività e la vivacità intellettuale, mentre sono correlati negativamente con i sintomi da distress (ansia, stati depressivi, aggressività, pessimismo, paura di morire, umore negativo, ecc). Queste correlazioni sono risultate ancora più significative per la popolazione anziana e con differenze in base al sesso.
Vi è una crescente evidenza che l'umorismo possa aumentare la creatività, le capacità di problem-solving e la memoria. Johnson (1990) suggerisce di usare l'umorismo come metodo innovativo per educare su questioni delicate quali l'invecchiamento, la morte, il morire, il cordoglio ed il suicidio. Ipotizza che l'utilizzo dell'umorismo nei contesti educativi aumenti la comprensione, incrementi il ricordo e migliori il livello delle competenze.
Complessivamente gli studi sembrano confermare che umorismo e riso sono da considerare importanti fattori del nostro benessere e della qualità di vita (Thorson, Powell, Sarmany-Schuller & Hampes, 1997; Panish, 2002).

FONTI:
- Bertini, M. (2001). Da Panacea a Igea: verso il delinearsi di un cambiamento di paradigma nel panorama della salute umana. In L’Arco di Giano, 30
- Cousins, N. (1979). The anatomy of an illness, as perceived by the Patient, W. W. Norton,New York
- Dearborn, G.V. N. (1900). The nature of the smile and the laugh, in Science, 9, 851-856
- Francescato, D. (2001). Ridere è una cosa seria. Mondadori, Milano
- Johnson, H. A. (1990). Humor as an innovative method for teaching sensitive topics. Special Issue: Faculty and staff development in geriatric education. In Educational Gerontology, 16(6) 547-559
- Kuhlman, T. L. (1988). Gallows humor for a scaffold setting: managing aggressive patients on a maximum-security forensic unit. In Hospital & Community Psychiatry, 39 (10) 1085-1090
- McComas, H. C. (1923). The origin of laughter. In Psychological Review, 30, 45-55
- McDougall, W. (1922). Why do we laugh?, In Scribners, 71, 359-363
- Menon, V.K. (1931). A theory of laughter, Allen & Unwin, London
- Panish, J.R. (2002). Life satisfaction in the elderly: The role of sexuality, sense of humor, and health. In Dissertation Abstracts International: Section B: The Sciences & Engineering, Vol 63, 5-B, 2598
- Rivera, M. E. (2003). Humor, health, and healing at children's respite care, inc.:a day-care program for children with chronic and life-threatening illness. In A. Klein, Humor in children'lives: a Guidebook for practioners, Westport 95-109
- Scholl, J. C., Ragan, S. L. (2003). The use of humor in promoting positive provider-pazient interactions in a hospital rehabilitation unit. In Health Communication, 15 (3), 319-330
- Thorson, J. A.& Powell, F. C. (1993). Development and validation of a multidimensional sense of humor scale. In Journal of Clinical Psychologic, 49, 13-23
- Thorson, J. A. & Powell, F. C., Sarmany-Schuller, I., Hampes, W. P. (1997). Psychological Health and sense of Humor. In Journal of Clinical Psychology, 53 (6), 605-619
- Walsh, J.J. (1924). Laughter and health, Appleton, New York

(di Dott. Massimiliano Stocchi - Psicologo e Psicoterapeuta - del 2008-10-02) articolo visto 6619 volte
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