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Samba Football

SAMBA FOOTBALL

Un calcio al ritmo di genuinità, creatività, tenacia

Il calcio brasiliano è sempre stato conosciuto e apprezzato per i suoi ‘trucchetti coreografici’, è un calcio veloce e l’attacco viene considerato come la miglior difesa. Lo stile tutto particolare dei calciatori è caratterizzato dalla creatività, dal ritmo che si coniuga ad una coreografia molto produttiva, non certamente con scopi puramente estetici. La combinazione di un buon ritmo e di una ‘produttiva coreografia’ è detta ‘ginga’. Capoeira (danza marziale afro-brasiliana) e samba, alla luce di un’attenta analisi dei movimenti, sono strettamente associate alla coordinazione fisica e danno al calciatore brasiliano una grandissima abilità nel possesso di palla, nel gestire lo spazio, nel coordinarsi in modo ottimale assieme ai compagni, al fine di formare una squadra coesa.

Parecchi decenni addietro, nelle Favelas e con il gioco del calcio sulla sabbia è nata una tecnica che parecchi allenatori europei non comprendono, o si rifiutano di comprendere, ma, secondo la mia opinione, è in assoluto la migliore al mondo, se viene supportata da un allenamento metodico, grande impegno e, ovviamente, da una preparazione atletica ottimale. Ci sono molte particolarità che persistono nelle scuole brasiliane di calcio, possiamo considerarle originali, ma sarebbe un errore non tenerne conto: ancora oggi i ragazzini apprendono la tecnica cantando le tipiche canzoni brasiliane, per tradizione legate al calcio.

Quando si vede giocare una squadra brasiliana di un certo livello colpisce la tecnica individuale e collettiva, il coordinamento di parecchi giocatori sia in difesa sia in attacco in fase di possesso di palla. Frequentemente le ‘scorribande offensive’ vengono effettuate dai difensori laterali. Il moderno calcio brasiliano è un mix di ottimo allenamento fisico, abilità tecnica, tattiche innovative, creatività, fattore sorpresa.

In passato gli allenatori brasiliani non hanno avuto bisogno di occuparsi molto della preparazione tecnica dei loro giocatori. Gli stessi calciatori si preparavano con propensione del tutto naturale alla tecnica fin da bambini. Ora non è più così, però la tecnica è sempre in primissimo piano. Nelle scuole calcistiche, i piccoli aspiranti calciatori hanno allenatori molto attenti nel seguirli, innanzi tutto per quanto concerne la tecnica. É assai utile giocare in piccoli spazi (5 vs 5). Ai piccoli calciatori la partitella 5 vs 5 viene proposta come gioco. Questo gioco–allenamento è chiamato futesal. A dodici anni, il bambino che è stato preparato a giocare con una buona tecnica, è pronto per entrare nelle squadre di maggior rilievo. L’allenamento tecnico prosegue, per affinare il loro bagaglio tecnico spesso ai ragazzi si consiglia di utilizzare la palla del futesal. Oggigiorno il futesal è uno sport giocato in più di settanta Paesi al mondo. L’abilità tecnica acquisita rende capace il calciatore di iniziare a ‘triangolare’, con una precisione e una determinazione, sempre di più utile al gioco di squadra. Più il ragazzo è preparato più acquista fiducia in se stesso ed è più propenso ad apprendere bene e velocemente le tecniche e le strategie di gioco proposte dagli allenatori.

Va precisato che le scuole di calcio brasiliane tengono in grande considerazione il ruolo educativo dell’allenatore, innanzi tutto per quanto riguarda i giovanissimi. Se l’allenatore è un educatore, il ragazzo sarà più motivato, più sereno e questi fattori sono fondamentali affinché il giovane comprenda che il calcio è un gioco di squadra, e tutto il suo bagaglio tecnico va messo a disposizione del gruppo. La tecnica, quindi, va sviluppata gradualmente, fino a portare il calciatore alle situazioni di un gioco reale, simulando, in allenamento, anche la pressione psicologica che una partita può comportare. Diamo alcune indicazioni sullo sviluppo dell’attività di base, per quanto concerne la metodologia adottata nelle scuole brasiliane per giovanissimi calciatori.

• Il ragazzo deve lavorare con entrambi i piedi, • E’ utilissimo calciare diversi tipi di pallone (basket, pallavolo, rugby, etc.), • Bisogna educare il ragazzo al gioco veloce , non di sicuro al gioco frenetico, • Gli stessi esercizi vanno ripetuti e ancora ripetuti fino a quando sarà assolutamente naturale muoversi in un certo modo, • La noia può essere una pericolosa nemica, per cui gli allenatori devono stare attenti a stimolare sempre il ragazzo a trovare delle motivazioni.

Quando il calciatore riesce ad utilizzare una buona tecnica nelle varie situazioni della partita, significa che si è fatto un buon lavoro. Ma si è solamente agli inizi, e comunque, anche quando il ragazzo è in possesso di un’ottima tecnica, è necessario fargli comprendere che non dovrà mai smettere di allenarsi con il massimo impegno, considerarsi ‘arrivati’ è pericolosissimo. Tranne alcuni ‘idoli’, che siamo abituati a veder giocare nelle squadre italiane, i calciatori brasiliani delle squadre di club, di solito si distinguono per la loro genuinità.

Mi permetto di parlare di un’esperienza personale. Incontrai, per puro caso, calciatori e dirigenza del ‘Botafogo’, non mi conoscevano e sono stata accolta con grande cordialità, non credo che questo sarebbe accaduto con squadre e dirigenze italiane. Inoltre, mia cugina che è statunitense, e non si intereressa per niente al calcio, si è recata in Brasile qualche anno fa, stava passando davanti al Maracanà e si rivolse ad un signore per chiedere indicazioni sul percorso da seguire. Quel signore era uno dei custodi dello Stadio, hanno iniziato a chiacchierare e il custode ha invitato mia cugina, fanatica del baseball ... , a visitare il campo, in una foto, appare sul ‘mitico’ manto erboso del Maracanà mentre calcia un pallone. Accadrebbe la stessa cosa se uno di noi passasse davanti allo Stadio di San Siro?

Riprendiamo il discorso tecnico, si stava parlando delle simulazioni di situazioni di partita, per verificare a che punto sia la preparazione del ragazzo. É importante dare subito ai ragazzi la responsabilità di condurre azioni sia di attacco sia di difesa. La fiducia in se stessi deve crescere a pari passo con la preparazione calcistica.

Il giovane calciatore, preparato e maturato psicologicamente, va avviato, quando l’allenatore ritiene che sia il momento opportuno, allo studio della tattica e non solo in campo. Il ragazzo deve comprendere il significato di una buona tattica di gioco, soprattutto deve capire che tecnica e tattica hanno bisogno di proseguire in perfetto accordo, affinché la squadra possa esprimere un calcio proficuo. Attraverso la tecnica si può condurre bene la palla, con una buona tattica l’allenatore può condurre i suoi calciatori a grandi risultati. Tecnica e tattica vanno sviluppate assieme.
(di Daniela Asaro Romanoff - del 2014-06-28) articolo visto 6769 volte

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