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LANCE AMSTRONG, UNA LEGGENDA UMANA … PIU’ CHE SPORTIVA

Il destino di un ragazzo chiamato a fare la storia del ciclismo

LA VITA DI LANCE E’ APPESA AD UN FILO - Siamo nell’ottobre del 1996: la vita di un giovane 24enne è appesa ad un filo. Robusto sì, ma pur sempre un filo appunto. A questa persona, infatti, è stato diagnosticato “un cancro testicolare con ampie metastasi ai polmoni”. Le probabilità di salvarsi sono alla pari con quelle che lo vedrebbero morto. Fino a questo momento questo ragazzo aveva vissuto gran parte dei suoi anni sulla bicicletta, ritagliandosi anche un certo spazio nella cerchia dei professionisti. Raramente aveva fatto andare in delirio le folle, e non si era messo in luce con sufficiente continuità. Era sì un bravo corridore, ma niente di eccezionale, malgrado nel ’93 ad Oslo si fosse laureato Campione del Mondo in linea professionisti.
Se avesse lasciato la vita terrena non ci saremmo quasi più ricordati di lui, come si fa con le meteore che passano e lasciano una scia destinata a scomparire dopo pochissimo tempo. Ma il destino non aveva ancora fatto i conti con lo statunitense Lance Armstrong, visto che il Padreterno doveva ancora riservagli un posto in prima fila fra i più grandi di sempre. Un posto in Paradiso. Ma non in quel senso ultraterreno bensì nel significato di consegnarlo alla leggenda, di porlo indirettamente come trascinatore delle folle, le quali con lui hanno sicuramente riscoperto il ciclismo di un tempo.
LA METAMORFOSI DI LANCE SFIDA LA SCIENZA- La metamorfosi di Armstrong ha qualcosa di quasi inspiegabile scientificamente, non riconducibile semplicemente a delle imprese sportive. Per rendercene conto è opportuno riportare quanto affermò il dottor Craig Nichols, uno degli oncologi dello statunitense, "L'impatto dei trattamenti per combattere il cancro di Lance furono sin da subito debilitanti e devastanti anche dal punto di vista nutrizionale. Se mi fosse stato chiesto di rispondere alle domande: a) sopravvivere alla malattia; b) mantenere ogni livello atletico dopo il suo trattamento; c) vincere uno dei Tour de France; ovviamente non avrei preso in considerazione nessuna di queste, perché le probabilità erano contro di lui. Il primo trattamento prescritto per Lance Armstrong includeva la Bleomicine, un agente chemioterapico che avrebbe potuto rovinare i suoi polmoni. Lance optò quindi per un trattamento nuovo chiamato Ifosfomide, più doloroso e debilitante nel breve periodo, ma meno rischioso per l'apparato respiratorio.” A seguito di ciò è diventato un paladino della lotta al cancro che sostiene con molteplici iniziative, tra le quali la fondazione della Lance Armstrong Foundation finanziata da lui stesso.
UN CORPO…DISUMANO - Fra i fattori che hanno contribuito alla leggenda di Armstrong vi è quella di possedere un corpo…disumano."Esiste certamente una componente genetica che Lance possiede, quella di aver sviluppato un cuore che possiede una media superiore agli altri, avente un volume più largo e la forza muscolare e la capacità di svuotare quella camera del cuore con ciascun battito.
Il cuore di Lance può infatti pompare 9 galloni di sangue al minuto al suo massimo rendimento, mentre un cuore nella media può solo pomparne 5. Durante lo stesso minuto il cuore di Lance può battere più di 200 volte.” Inoltre i muscoli di Armstrong producono meno acido lattico del normale. "Il punto a favore di Lance è che il suo organismo elimina l'acido lattico in un modo più efficiente dandogli la possibilità di mantenere più potenza per un periodo di tempo più lungo; inoltre, Lance Armstrong metabolizza il suo ossigeno meglio di molti corridori"…
LA SECONDA VITA DEL TEXANO PRENDE FORMA - Dopo circa un paio d’anni Armstrong esce dal calvario in una maniera inaspettata e non si limita a tornare a vivere ma addirittura torna a correre come se nulla fosse accaduto. Come se nulla avesse segnato la sua vita di uomo e di atleta. E la cosa che più ci stupisce è che non è rimasto nulla del modesto ciclista che avevamo “ammirato” prima che si ammalasse. Lance è un altro corridore in tutto e per tutto. È più che rinato.
Da corridore adatto alle gare di un giorno a ciclista tagliato su misura per le corse a tappe. Armstrong ormai va in salita come nessun altro. Mostra doti di passista veloce (in grado di far selezione grazie alla sua cadenza di pedalata) e all’occorrenza di scalatore ineguagliabile. Quasi che il cancro invece di menomarlo o comunque debilitarlo ne avesse addirittura forgiato un campione dall’oggi al domani. Per quello che rimane sinora un mistero. Ed è così che il cowboy inizia la sua parabola che lo porterà a vincere 7 Tour de France consecutivi (22 tappe e 83 mg.g; in cima al suo palmares anche 1 Freccia Vallone, 1 San Sebastian, 1 titolo nazionale oltre al già citato Mondiale, tutte gare vinte prima del cancro), per un record inarrivabile.
L’UOMO IN GIALLO - Quello del 1999 fu un Tour noioso, monopolizzato sin dal principio dal texano mostratosi troppo superiore rispetto ad avversari sghembi ed incompiuti. La sua affermazione sa già da leggenda. Ma è solo l’inizio. Con la stessa disarmante facilità arriveranno in rapida successione le vittorie 2000, 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005.
Gli avversari (fra cui rimembriamo l’eterno secondo Ullrrich, Beloki, Basso e unicamente nel 2000 Pantani le cui sfide sul Ventoux e sul Courchevel sono ormai nella storia, e tra le poche volte in cui il texano fu sconfitto in salita) si riveleranno puntualmente impotenti a scalzarlo dal trono, se non dopo il ritiro dello stesso Lance dall’attività agonistica, salvo ripensarci nel 2008, al fine di scrivere ulteriori pagine intrise di mito. Lance ha sempre curato la preparazione in chiave Tour ma il prossimo anno parteciperà per la prima volta al Giro d’Italia, complice la possibilità che gli organizzatori del Tour gli neghino il visto per la corsa francese.
SOSPETTI INFAMANTI - Recentemente sono stati avanzati però dei sospetti riguardo alle vittorie di Armstrong, ritenute troppo nette per essere state conquistate facendo leva esclusivamente sui propri mezzi, specie per un ciclista reduce da un cancro che lo stava portando alla morte. In particolare è sotto “inchiesta” il Tour 1999, visto che nelle sue provette furono rinvenute tracce non indifferenti di EPO, sostanza che guarda caso si potè iniziare a scoprire solamente nel 2000. Armstrong inoltre si oppone alla revisione di quelle provette incriminate, alimentando in tal modo i sospetti sul suo conto.
Probabilmente non sapremo mai dell’innocenza o colpevolezza di Armstrong. Ma una cosa è certa: nessuno mai potrà dimenticarlo.
(di Alberto Sigona - del 2008-10-16) articolo visto 5780 volte
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