L'ANNO PROSSIMO ... VADO A LETTO ALLE DIECI, UNA BRILLANTE COMMEDIA NOIR DA SCOPRIRE
Dopo vent`anni, il film è diventato un classico grazie alla "rete"
Una costante del cinema d`autore italiano e non solo, è la convinzione da parte dei produttori che esso non possa avere successo presso il grande pubblico. A volte si incassano i contributi statali e la distribuzione diventa quasi un optional. Ad ogni modo è un postulato indiscusso il fatto che il cinema d`autore sia confinato ai festivals, utilizzato come riempitivo nelle sale cinematografiche durante i giorni di bassa affluenza di pubblico e trasmesso in televisione dalla mezzanotte in poi.
Nel caso di "L'anno prossimo... vado a letto alle dieci", le cose andarono così: le scene vennero girate nell`estate del 1994. La pellicola fu bloccata dall`ente preposto alla censura e la sua uscita ebbe uno slittamento. La programmazione nelle sale fu poi consentita a patto di tagliare tre scene ritenute non adatte ai minori di 14 anni.
Fu lì che forse i produttori non credettero nelle potenzialità del film, facendolo uscire nelle sale un anno dopo dalla lavorazione, ovvero nell`estate del 1995. La stagione calda non è esattamente il periodo migliore per lanciare un`opera cinematografica, peggio ancora se è ambientata a Capodanno. Anche per quanto riguarda la trasmissione in tv, "L`Anno prossimo... vado a letto alle dieci" fu programmato senza essere pubblicizzato ed in orari notturni.
Il pubblico televisivo delle ore piccole conta però molti cinefili attenti e gli estimatori di questa pellicola oggi sono numerosi. Un apprezzamento molto importante giunse da Alberto Sordi. Durante una intervista televisiva gli fu chiesto: quali comici, tra quelli nuovi, lei apprezza maggiormente?
A sorpresa il grande attore rispose: "L'altra notte ho visto un film in tv...come si chiama...il prossimo anno vado a letto alle dieci, anzi no, l`anno prossimo vado a letto alle dieci... molto divertente, ecco, è così che si fa un film.."
Una storia che fonde noir e commedia
Rosario (Angelo Orlando) litiga con la fidanzata e rovina un capodanno pieno di buone premesse all`amico Poldo (Ricky Memphis). In maniera del tutto imprevista, incontrano una banda di sequestratori sanguinari e pazzoidi. Il film inizia in maniera leggera e ironica. Sin dalle prime scene vi sono alcuni aspetti innovativi dell`opera di Angelo Orlando, brillante fratello del più noto Silvio. Innanzitutto vi è l`inusitata scelta di affidare la colonna sonora a Roberto Ciotti, un bluesman italiano molto quotato tra gli addetti ai lavori ma sconosciuto al grande pubblico. Senza fare una piega, Ciotti, che appare anche in un cammeo sotto la pioggia fitta dell`ultimo dell`anno, modula il tema principale a seconda delle situazioni: dall`allegro quasi latino al blues, fino all`atmosfera rarefatta che commenta i momenti più violenti e drammatici, alla maniera del carillon di "Il Buono, il Brutto e il Cattivo".
La strana coppia Orlando-Memphis: il romantico e il duro
Altra novità: Riccardo Fortunati, meglio noto come Ricky Memphis, che all`epoca si era affermato nei ruoli da duro e spesso da delinquente, in questo film è un ragazzo tutto sommato borghese. Si arrabbia qualche volta, ma è ben lontano dall'essere violento.
Il suo eloquio è fantasioso e quasi forbito, pur mantenendo la sua classica inflessione dialettale romanesca: "Rosario guardami per favore, adesso devi cercare di non provocare dolore a me, sono un essere umano anche io, sono un essere umano e ho diritto di non soffrire" (...) É l`ultimo dell`anno, hai presente? Te la ricordi questa festa? Questa sera non ti è permesso di non essere in vena, (...) Stanotte prima che canti il gallo tu ti divertirai. Stanotte ti voglio solidale con l`umanità, perchè stanotte tu hai una missione, quella di non rompermi le palle!"
Il Ricky Memphis-Poldo che vediamo in questo lavoro ha la barba accuratamente tagliata, è un latin lover dall`occhio languido e di discreto successo. É inoltre buono e tutto sommato paziente con l`amico complessato Rosario. Angelo Orlando, dal canto suo, ha scritto e ha girato il film e appare in scena in maniera studiata. Si percepisce che è un attore colto, che si rifà a varie fonti della comicita e della commedia. C`è in lui qualcosa di Buster Keaton, nelle sue espressioni del viso serafiche e pensose. La sua mimica talvolta si produce in pose stile anni `30, quasi Dannunziane. Le relazioni amorose di tipo classico, quasi istituzionale, sono una costante dei suoi films. Nonostante non sia prestante fisicamente, i suoi personaggi si relazionano con discreto successo con donne sensibili e un po`intellettuali.
Un cast indovinato di attori emergenti o rigenerati
Nel cast di "L'Anno prossimo... vado a letto alle 10" ci sono attori all`epoca giovani e quasi tutti non ancora all`apice del successo. Luca Zingaretti è un poliziotto alquanto sprovveduto. Marco Giallini è il suo assistente altrettanto ingenuo. Valerio Mastandrea è nei panni di Mirko, un giovane pazzo sanguinario e cocainomane, staccatosi da una banda di sequestratori. Ha una ragazza un po` sbandata come lui, interpretata da Claudia Gerini, allora giovanissima ed anche lei investita a quel tempo dai primi bagliori di popolarità.
Mastandrea-Mirko però è superato nella follia da un altro tizio visionario e scaltro. Il suo personaggio è una vera botta di genio da parte dell`autore: "Il Tenente", ovvero il capo della banda, inerpretato da un sorpendente Ninetto Davoli. Il "Tenente" Davoli uccide e usa la violenza come se fosse Bruce Willis e in questo ruolo risulta credibile, anche perchè il regista Angelo Orlando è bravo nel nascondere, con inquadrature appropriate, la bassa statura dell`attore Pasoliniano.
La sua particolarità è quella di parlare in versi, con lo sguardo perso nel vuoto. Nonostante il bagno di sangue che viene messo in scena, il clima da shock è stemperato da alcune battute fulminanti, che fanno piegare in due dalle risate. Vi consiglio di prestare attenzione alla scena in cui Zingaretti grida, con un insolito accento spagnolo: "Che aveva visto nel bagnooo... ho detto: che aveva visto nel bagnooo"...
Un altro pezzo da tenere d`occhio è quello in cui Davoli fa una strage, prima con un coltello e poi con una pistola. Ha il viso tutto sporco di sangue, lo sguardo folle perso nel vuoto. La stanza offre una scena raccapricciante e lui esclama con un filo di voce:
"Li ho ammazzati.. li ho ammazzati tutti, come dei cani..."
"Beh, qualche volta... un momento di nervosismo... può capitare a tutti..." interviene Angelo Orlando.
Riferimenti ad Andrea Pazienza. La falsa pista "Tarantino"
Il film si ispira ad alcuni fumetti di Andrea Pazienza, un artista che, cresciuto tra Pescara e San Severo, fu poi molto attivo negli ambienti bolognesi. Creò delle storie allucinate e dei personaggi non certo buonisti, come Zanardi e Pompeo. Nella città delle torri scomparve a soli trentatre anni per una overdose di eroina. Qualcuno ha mosso il dubbio che Orlando si sia ispirato a Quentin Tarantino e al suo genere Pulp. Tale teoria è poco credibile, per una serie di motivi. Innanzitutto c`è un fattore cronologico. Il film che dette il successo a Tarantino fu "Pulp Fiction", uscito a Ottobre inoltrato del 1994 negli Usa e a Dicembre del 1994 in Italia. Le riprese del film di Orlando terminarono nell`estate del 1994 e presumibilmente la sceneggiatura era cominciata molto tempo prima.
Secondo punto: la comicità del film di Orlando si rifà alla classica commedia all`Italiana. Certo, c`è un mix di violenza e comicità che lo associa a Tarantino, ma non è stato di certo l`italo americano a inventare i generi horror, splatter e thriller. Inoltre lo stesso Quentin Tarantino ha rivelato più volte di essersi ispirato ai films poliziotteschi e trash Italiani degli anni `70, da quelli più violenti alla commedia sexy di Lino Banfi.
Un Difetto
L`unico piccolo difetto di questo film è la presenza di un paio di personaggi amici di Rosario, nella festa iniziale, un po` troppo macchiettistici.
Un degno posto nella storia del cinema
"L'anno prossimo... vado a letto alle 10" merita sicuramente di essere rivalutato in termini di pubblico, ma questo sta avvenendo grazie alla rete internet. Si tratta di un`opera riuscita nel suo intento: quello di unire noir (o thriller, che dir si voglia) e commedia. Il film non propone un linguaggio cinematografico nuovo, nè offre tematiche di rilievo o riflessioni intellettuali.
É però girato con perizia tecnica e con personalità, senza essere scontato. Ha inoltre alcune buone trovate narrative, i dialoghi sono ben scritti e vi sono delle battute divertenti che ne aumentano il valore. Sono passati vent`anni già dalla sua realizzazione, 19 circa dalla sua uscita nelle sale e non sembra trascorso così tanto tempo. Di sicuro nella mente degli estimatori resteranno impresse l`atmosfera notturna che dura dal primo all`ultimo fotogramma e la comicità vivace di Angelo Orlando, in quello che fu, a 32 anni, il suo esordio alla regia.
(di Andrea Russo - del 2014-11-20)
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