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Love Zone Napoli

LA "LOVE ZONE" A NAPOLI, IPOTESI TRAMONTATA

Una proposta al passo con i tempi che poteva diventare una guerra tra istituzioni

NAPOLI - Qualche tempo fa vi fu l'intenzione del primo cittadino di Napoli , De Magistris di destinare spazi protetti della città a luoghi dell' amore, la "love zone". Tale proposta rischiò di diventare uno scontro istituzionale tra politica e religione che non avrebbe giovato in questo momento particolare alla nostra città.

Premettendo di condividere quelle regole della sfera morale e di etica pur senza estremizzare verso il proibizionismo che ha sempre avuto l’effetto opposto non penso che l’input ad un ragionamento del Sindaco De Magistris per tale idea possa aver leso più di tanto codeste sfere. Discutere, regolamentare su un qualcosa che esiste non può intaccare né la morale né la Religione. Non si voleva di sicuro promuovere la prostituzione nè cadere in un gaffe come si potrebbe pensare ancor di più da parte di un Sindaco ex Pubblico Ministero.

La ”love zone” dall’ idea del sindaco assume quella valenza al passo con i tempi di un qualcosa che non dovrebbe essere ancora oggi percepita come qualcosa di amorale, le amoralità son ben altre. La tutela di tante donne che si prostituiscono nella nostra città in primis e che hanno creato gia di fatto una zona dell’ amore individuata nella zona industriale potrebbe essere vista come un qualcosa di positivo e non certamente di amorale.

In molte città di Europa dall’esempio di Amsterdam e proseguendo per Londra o Monaco esistono le cosiddette zone dell’amore, tali zone autorizzate o tollerate non sono viste come un qualcosa di degradante nella città ma di un contesto di città o meglio di parte di persone della città.

Non si sconfigge la prostituzione, se pur vogliamo considerarla amoralità, proibendola, la senatrice Merlin ha lasciato un vuoto legislativo del mestiere più antico del mondo che e’sempre esistito e sempre esisterà con o senza una ”Love zone”.

L’idea del sindaco può essere costruttiva anche nella legalità, ovvero fungere da contrasto alla lotta della criminalità organizzata che dalla prostituzione ricava una parte degli introiti. La proposta della "love zona" dunque non voleva arrecare offesa né alla città né a quelle istituzioni religiose. La realtà evidente della prostituzione è sotto i nostri occhi, esiste da sempre sarebbe costruttivo invece lavorare insieme istituzionalmente anche se in campi diversi su un' ipotesi da non considerare blasfema.
(di Antonello Laiso - del 2015-01-02) articolo visto 3212 volte

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