CHRISTIAN DIOR BY RAF SIMONS. L’EVOLUZIONE DI UNA NUOVA SPECIE
#PFW: Dior, la moda di Raf Simons. Da “femme fleur” a “femme animale”
Christian Dior e Raf Simons. Se ci fosse rimasto qualche reliquato dubbio la collezione autunno/inverno 2015-16 dimostra che il processo di identificazione tra Raf Simons – direttore artistico – e Christian Dior è quasi definitivo, perché fa nascere uno stile di moda ibrido di ornamenti riconoscibili, che coniuga sensualità, natura e glamour.
Raf Simons sceglie di rendere omaggio al lato selvaggio e istintuale della femminilità, molto lontano dal garbo floreale con cui viene spesso rappresentata. Eppure fa una collezione di un profondo senso dell’eleganza che non concede neanche un centimetro di pelle alla volgarità.
Una sfilata che mette in scena un’attitudine forte con sfumature di risolutezza maschile. Distillato nell’astrazione di linee essenziali, il concetto prende forma esprimendosi in una collezione nitida e rigorosa. Gli elementi mascolini sostituiscono il languore femmineo, le stampe d’ispirazione animalier diventano motivi di suggestione grafica.
“Ho pensato una collezione che gioca con la natura e la femminilità in modo diverso. Lontano dal giardino e dai fiori, così insita nel DNA Dior, verso un qualcosa di più libero, più oscuro e più carnale. Un’idea che è nata mentre facevo la collezione Haute Couture che qui è diventata più wild, più selvaggia e mascolina nel senso in cui oggi la donna vive se stessa. L’idea degli animali e dell’astrazione del pattern della loro pelle sono diventati le chiavi della collezione, senza sviluppi didascalici e più verso l’invenzione di una nuova specie”.
Lontani da un giardino ornamentale, maschile e femminile si attraggono e si avvicinano, i motivi diventano astratti e oversize.
Il tradizionale tailleur da donna si tramuta in un blazer o in un cappotto doppio petto dai volumi maschili, mentre il grosso tweed e il feltro di lana diventano più femminili su cappotti da sera e lunghi indumenti dalla linea sinuosa e dagli spacchi asimmetrici spettacolari. Sotto, le stampe animalier contaminano tutine in maglia jacquard e abiti con armatura, mentre alti stivali in vinile diventano una seconda pelle. Confezionati in lana, tweed e seta, i capi vaporosi assumono forme organiche. Pellicce di volpe canadese formano abiti e cappotti sontuosi.
In questa collezione la donna fiore si evolve verso quella che potrebbe essere percepita come la donna animale, già comparsa nella prima collezione di Christian Dior del 1947, con modelli proposti in una stampa maculata rivoluzionaria.
Distorta e contrastante in maniera sorprendente, realizzata in una tavolozza di colori estremamente naturali, accessoriata con borse che richiamano l’idea di una specie nuova ed esotica, questa reinterpretazione in chiave contemporanea della classica stampa animalier la stravolge e la celebra allo stesso tempo.
E in queste citazioni/trasformazioni restano, certo, i riferimenti agli Anni ‘70 che componevano una parte della collezione Haute Couture precedente, ma sono accenni che confermano una trasformazione in corso di un momento di grazia di Simons, che sarà ricordato come il suo stile Dior che è femminile.
“Volevo che questo sovraccarico sensoriale fosse molto presente nella collezione attraverso questa donna selvaggia e sessuale che veste una nuova versione del camouflage”, conclude Simons. Un camouflage che non nasconde ma esalta, espone la natura di ogni donna.
Dalla “femme fleur” alla “femme animale”: l’evoluzione di una nuova specie viene celebrata con eleganza e senso dell’innovazione.
Credits: © Courtesy of Christian DIOR Press Office
(di Rosalba Radica - del 2015-04-23)
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