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A.A.A. CERCASI PRESIDENTE

perdura il caso legato alla nuova presidenza vigilanza Rai: dopo 5 mesi nessun accordo tra governo e opposizione. Ha ancora senso la tv pubblica?

La Commissione di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi ( o Commissione di Vigilanza Rai), fu istituita con la legge n.103 del 14 Aprile e modificata, da ultimo, dalla legge n.112 del 3 maggio 2004.
I COMPITI - Secondo l'articolo 3 della legge del 1975 i suoi compiti principali sono:
Formulare gli indirizzi generali per la predisposizione dei programmi e per la loro equilibrata distribuzione nei tempi disponibili;
Stabilire, tenuto conto delle esigenze dell'organizzazione e dell'equilibrio dei programmi, le norme per garantire l'accesso al mezzo radiotelevisivo;
Indicare i criteri generali per la formazione dei piani annuali e pluriennali di spesa e di investimento facendo riferimento alle prescrizioni dell'atto di concessione;
Approvare i piani di massima della programmazione annuale e pluriennale e vigilare sulla loro attuazione; ricevere dal consiglio di amministrazione della società concessionaria le relazioni sui programmi trasmessi e accertarne la rispondenza agli indirizzi generali formulati;
Formulare indirizzi generali relativamente ai messaggi pubblicitari, allo scopo di assicurare la tutela del consumatore e la compatibilità delle esigenze delle attività produttive con la finalità di pubblico interesse e le responsabilità del servizio pubblico radiotelevisivo;
Molte cose sono cambiate negli ultimi 33 anni a cominciare dal regime di monopolio che è svanito ormai da un ventennio. La domanda che ci si pone in questo articolo è: ha ancora senso una Rai pubblica?
MODALITA' DI ELEZIONE - Il quesito nasce di fronte alle difficoltà del Governo e dell'opposizione di eleggere univocamente il Presidente della Commissione di Vigilanza.
Sono più di 5 mesi ormai che la Commissione di vigilanza è senza presidente.
In questa legislatura, in commissione di Vigilanza sulla Rai, 18 dei 40 parlamentari appartengono all'opposizione, che per prassi da 16 anni sceglie il candidato presidente. Secondo il regolamento, all'opposizione basterebbe che la maggioranza fosse presente alla seduta, anche astenendosi, per raggiungere il numero legale e votare, dal terzo scrutinio in poi, anche da sola il presidente. Per eleggerlo sono necessarie infatti due votazioni con la maggioranza dei tre quinti dei componenti (24 voti su 40). Dalla terza in poi e' sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. Qualora nessun candidato raggiunga tale maggioranza, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano riportato il maggior numero di voti. E' proclamato eletto quello che consegue la maggioranza.
IL BALLETTO DEL PRESIDENTE - In principio ci fu la candidatura di Leoluca Orlando, appoggiato dall'Italia dei Valori e dal Pd, ma gradito al Pdl. Poi, con un blitz a sorpresa, il 13 novembre, la maggioranza ha eletto Riccardo Villari, senatore Pd, sgradito al suo partito, che lo ha prima invitato a dimettersi, poi lo ha espulso dal Pd.
L'elezione di Villari ha smosso comunque il Pd, che capita l'antifona, ha poi raggiunto un accordo con il Pdl per l'elezione di Sergio Zavoli alla presidenza.
SITUAZIONE ATTUALE - Ora quindi sono 2 presidenti di Vigilanza: Villari, che ha la carica ma non la fiducia dei partiti di Governo, e Zavoli che ha la fiducia, ma non può essere eletto se Villari non si dimette.
E la situazione di stallo continua.
In queste condizioni, quella che ci rimette è ovviamente la Rai.
I troppi interessi della politica ne hanno fatto un “baraccone” privo di una propria completa autonomia, con programmi di qualità non sempre adeguata, e dunque incapace di assurgere a ruolo di servizio pubblico. Su queste basi la privatizzazione sarebbe la soluzione migliore.
La Rai ormai da tempo ha perso la sua funzione originaria. Quello che sta succedendo per l'elezione del presidente di Vigilanza è l'esempio lampante dei poteri che dominano il canale pubblico. Non ha più senso pagare il canone per un servizio che non fa gli interessi dei cittadini, ma di chi sta in alto.
Meglio dare la Rai ad un gruppo di imprenditori: almeno si saprà da principio che sarà una televisione di parte e verrà evitato questo inutile teatrino che ci fa ridere dietro l'Europa.
(di Davide Luciani - del 2008-11-26) articolo visto 4956 volte
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