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THAILANDIA, VOCI DI COLPO DI STATO E SOLDATI INVITATI A STARE IN CASERMA

I manifestanti del Pad occupano anche il secondo scalo di Bangkok. Traffico aereo completamente bloccato. Il governo tiene a freno i militari

Unico paese del Sud-est asiatico a non aver conosciuto la dominazione coloniale, la Thailandia è stato, ed è tuttora, uno dei paesi asiatici più tormentati dal punto di vista della stabilità politica.
L'OPPOSIZIONE - L'occupazione dell'aeroporto di Suvarnabhumi, il piu' importante del Paese, da parte dell'Alleanza del Popolo per la Democrazia, partito dell'opposizione fedele al Re, ha finito per gettare la Thailandia nel caos economico, dato che è giunta proprio in concomitanza con l'apertura della stagione turistica, una delle principali fonti di reddito thailandese.
Il suddetto partito apparentemente vorrebbe riportare la Thailandia verso la strada della democrazia, ma in realtà non intende indire nuove elezioni. Gli esponenti di questo schieramento sostengono che l'attuale governo democratico non funzioni: intendono arrivare alla formazione di un Parlamento dove il 70% viene nominato non si sa esattamente se dalla giunta militare o dal re e il rimanente 30% viene eletto con criteri non sufficientemente univoci. In pratica il loro unico interesse è quello di proteggere i propri interessi e quelli del ceto medio, che essi rappresentano.
UN PAESE IN CRISI - Purtroppo la Thailandia, pur essendo sulla carta uno dei paesi democraticamente piu' solidi del sudest asiatico, in realtà è sempre stata attraversata da profondi conflitti interni, dovuti in massima parte all'enorme potere rivestito dall'esercito all'interno del paese. Bastano due numeri per spiegare tutto:il primo è 18. Tanti infatti sono stati dal 1947 i colpi di stato vissuti dal paese. 17 invece sono le costituzioni promulgate dal 1932. Secondo l'ultima, in vigore dal 1997, la Thailandia è una monarchia costituzionale. Capo dello stato, dal 1946, è il re Bhumiboln Adulyadej .
SHINAWATRA - L'ultima crisi politica è iniziata il 2 dicembre, quando una decisione della corte costituzionale, ha messo fuori legge il Partito del potere del popolo, che aveva vinto le elezioni del marzo 2008, costringendo alle dimissioni il premier Sonchai Wongsawat. Quest'ultimo è il cognato di Taksin Shinawatra, vero “uomo ombra” del partito ed ex premier. Shinawatra infatti fu deposto da un golpe militare nel 2006, dopo che il suo partito, il Thai Rak Thai, aveva stravinto le elezioni del 2001 e del 2005.
Fatali a Shinawatra sono state le accuse di corruzione cui lui e sua moglie sono stati chiamati a rispondere in tribunale. Shinawatra, che dal 2006 è in esilio volontario prima in Inghilterra, poi, in seguito al ritiro del visto britannico, in giro per il mondo, è il personaggio su cui ha ruotato la storia politica recente della Thailandia. L'ex premier ha costruito la sua fortuna politica facendo leva sulle masse povere del nordest del paese.
Uomo piu' ricco di Thailandia, magnate delle telecomunicazioni il “ Berlusconi d'Asia” per la sua campagna elettorale ha fatto un grosso ricorso al voto di scambio – cioè quel voto dato da un elettore ma non motivato da scelte politiche libere bensì corrotto da qualche premio ricevuto da parte di un candidato, o da un' altra persona che agisce in sua vece. Come se non bastassero i problemi politici, la Thailandia è anche attraversata da correnti secessioniste.
SECESSIONE E TERRORISMO - Dal 2004 è esplosa nelle province meridionali di Pattani, Narathiwat e Yala, a maggioranza musulmana, una guerriglia separatista da parte di gruppi separatisti. La guerra civile è costata la vita a più di 860 persone nel 2007, e ogni mese si contano circa 200 aggressioni a sfondo politico, che siano attacchi di movimenti di liberazione di ispirazione musulmana o azioni di vendetta dell'esercito thailandese. La questione thailandese è fondamentale per la politica europea e del'intero occidente soprattutto per quel che riguarda la lotta al terrorismo.
Dopo l'11 settembre Stati Uniti e Thailandia crearono il Counterterrorism Intelligence Center, CTIC in sigla: funzionari della CIA e ufficiali dell'intelligence thailandese iniziarono a collaborare strettamente per raccogliere notizie ed informazioni su gruppi ed attività terroristiche internazionali.
Una base militare thailandese, forse una delle antiche basi americane del tempo della guerra del Vietnam è usata dai servizi segreti di intelligence dei due paesi per imprigionare i sospetti terroristi. Se dunque in Thailandia questa situazione di incertezza politica dovesse perdurare, l'Occidente perderebbe una roccaforte della lotta al terrorismo e anzi, la Thailandia stessa potrebbe diventare una base terroristica da cui far partire eventuali attacchi.
I RISCHI Quello che però è fondamentale in questo momento è soprattutto la questione democratica. Se l'Occidente infatti non interverrà al più presto in Thailandia per bloccare il tentativo di golpe e ripristinare la democrazia, perderà credibilità livello internazionale. A quel punto infatti non potrebbe più farsi promotore della difesa dei diritti umani in paesi come la Birmania.
Molte sono dunque le questioni legate al paese asiatico e alla sua stabilità. Urge trovare quanto prima soluzioni univoche, anche perchè abbandonare ora la Thailandia, significherebbe lasciare allo sbando uno dei paesi guida dell'Asia,. Cio' segnerebbe la disfatta totale del modello democratico, e conseguentemente, il trionfo del terrorismo. La Thailandia non è mai apparsa così vicina come in questo momento.
(di Davide Luciani - del 2008-12-30) articolo visto 5491 volte
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