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STOP ALLE VOLGARITA’ SUL WEB IN CINA

Parte dall’Oriente la campagna che vuole limitare l’abuso di immagini e termini poco galanti presenti sulla grande rete di internet

Il governo di Pechino ha deciso di rinforzare, ancora di più dopo le Olimpiadi, il controllo dei siti di informazione online, adottando un nuovo regolamento che obbliga le società a registrarsi presso le autorità ed a bloccare tutte quelle informazioni il cui contenuto “è contrario all'interesse pubblico e alla sicurezza nazionale”.
In base a queste nuove regole, che sostituiscono quelle provvisorie emanate nel 2000, verranno anche intensificati i controlli già imposti ad altri siti, come le chat e i forum di discussione.
MOTIVAZIONI E MISURE - Secondo il governo, la misura si rende necessaria dal momento che i siti di informazione devono servire il popolo e il socialismo e dirigere l'opinione pubblica nella giusta direzione nell'interesse nazionale, mentre allo stato attuale i servizi di informazione su Internet pubblicano troppi articoli malsani che potrebbero indurre in errore il pubblico.
Il rapporto del governo di Pechino con la rete è sempre stato caratterizzato da una notevole ambiguità, tanto che nei mesi scorsi sono stati reclutati 4 mila cyber-agenti incaricati di sorvegliare Internet e tutto quanto viene detto o trasmesso sul Web.
L'intento ufficiale di questa nuova operazione è quello di lottare contro le frodi in ambito commerciale, ma anche quello di aprire la caccia ai propagatori di idee malsane. Idee il cui contenuto non è meglio specificato e che spaziano dalla pornografia a tranquille conversazioni su argomenti politici fastidiosi per il governo. Nel mirino di questa nuova unità di cyber controllo, 800 Internet Cafè della capitale e 3 mila fornitori d'accesso: gli agenti, in genere, si presentano come normali utenti dei forum di discussione e approfittano dell'anonimato per reperire informazioni sui propagatori di idee malsane oltre che per far passare messaggi favorevoli al governo.
CONSEGUENZE - La Cina impiega migliaia di persone in un sistema di censura "onnipresente, sofisticato ed efficace" e dispone di "sistemi di sorveglianza tecnologica e giuridica e di censura su Internet tra i più sviluppati ed efficienti al mondo", ha dichiarato uno dei responsabili dello studio.
Sistemi che hanno portato alla chiusura di migliaia di Internet Cafè e all'arresto di migliaia di persone ritenute dissidenti o pericolose, ma anche ad obblighi di censura per le società occidentali che vogliono mantenere la propria attività nel Paese.
Molti big player della Rete hanno accettato di censurare la versione cinese del proprio sito per non incorrere nelle ire del governo di Pechino, ragion per cui, se si digitano sul motore di ricerca parole come "libertà", "democrazia", "indipendenza di Taiwan", i risultati saranno nulli o accuratamente selezionati.
CONTRADDIZIONI - Questa situazione è molto contraddittoria, per non dire alquanto ambigua: mentre la Cina rappresenta un mercato molto promettente per tutti in previsione dell'esplosione che la Rete deve ancora avere nel paese orientale, la Cina stessa continua a mantenere con il web un rapporto molto diffidente. La censura ha già bloccato in passato internet cafè, blog e siti web, ed uno speciale corpo di polizia monitora l'attività web del paese per controllare eventuali focolai pericolosi (la censura risulta abbattersi soprattutto in merito a temi politici, religiosi e pornografia).
CONSIDERAZIONI - Nel Ventesimo secolo, nonostante i diversi regimi governativi che vigono nel mondo, ormai penso che vi debba essere una maggiore libertà.
In Cina resta presente un grande paradosso: da un lato con la piena apertura del proprio mercato verso imprenditori esteri, dall’altro con una mentalità ancora chiusa verso tematiche che riguardano la libertà individuale e la piena libertà di pensiero.
La libertà di pensiero viene associata alla libertà di informazione che favorisce la formazione di un’opinione pubblica indispensabile per la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Questa restrizione va a colpire:
sia la libertà attiva, ovvero il diritto di comunicare agli altri le informazioni di cui si è a conoscenza;
sia a libertà riflessiva di informarsi, ovvero il diritto di informarsi, di andare alla ricerca di informazioni;
sia la libertà passiva, ovvero quel diritto di essere informati è il diritto di ricevere informazioni. Basti pensare alla formazione dell’opinione pubblica per la quale è indispensabile la ricezione di informazioni. Tale libertà è strettamente legata a quella attiva di informare poiché se non si potesse predicare la libertà di ricevere informazioni verrebbe automaticamente ridotta anche la libertà di diffondere informazioni. Particolare rilevanza assume in tale ambito Internet che forse dopo a pari merito della televisione, è il mezzo d’informazione più efficace e più usato in tutto il mondo.
Per tutti questi fattori che ledono quelle libertà e quei diritti che l’uomo deve avere come certezza oggi come oggi, mi sembra davvero inopportuno bloccare le menti alle persone, ma molto probabilmente il governo cinese ha davvero paura che una massa di persone (con un mezzo così potente come internet) possa davvero andare contro il regime e cambiare la storia di un paese.
(di Andrea Ambrosini - del 2009-02-15) articolo visto 4682 volte
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