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RITORNO AL NUCLEARE? IL PERCHE' DI UN NO

suscita molte perplessità la scelta del Governo di riaprire la strada alle centrali atomiche

Un referendum approvato a larghissima maggioranza 22 anni orsono aveva posto un veto a tempo indeterminato sul Nucleare, facendo chiudere i battenti alle centrali atomiche nel nostro Paese. Certo, quelli erano altri tempi. Il Mondo era rimasto scioccato dal disastro verificatosi a Cernobyl; la sicurezza delle centrali era tutt’altro che attendibile, specie nei paesi comunisti. Ormai, invece, le tecnologie per ricavare energia dall'atomo si sono evolute, rendendo le centrali più sicure.
I PERICOLI DI CONVERSIONE … - Il nostro Premier Silvio Berlusconi, infatti, ha deciso di costruirne quattro proprio lungo il nostro Stivale. Ma siamo poi così sicuri che oggi non sussista alcun pericolo nella conversione della tradizionale produzione energetica in codesta direzione innovatrice? Berlusconi e compagnia avranno scandagliato per bene i pro e i contro del ritorno al famigerato Nucleare o hanno deciso a prescindere? Per ottenere elettricità a larga scala a minor costo dovremo proprio accantonare le altre possibilità che ci offrono scienza e tecnica, attingendo magari alle fonti rinnovabili non inquinanti o siamo di fronte ad un Governo cinico e disinteressato riguardo ai problemi che le centrali nucleari creerebbero, soprattutto a lunga scadenza, nei cittadini?
ALLARME SCORIE RADIOATTIVE - Senza necessariamente scomodare Cernobil, attentati terroristici, o terremoti di forte intensità, basta pensare alle scorie radioattive. Ci terrei a ricordare ai tanti buontemponi favorevoli all’energia accantonata decenni fa (che scimmiottano la banda del No) che il procedimento di fusione nucleare (che dovrebbe sostituirsi a quello più pericoloso di fissione) comporta la produzione di materiali residui ad elevata radioattività, le cosiddette scorie. Trattasi, per chi lo disconosca o vuole fingere di disconoscerlo, di pastiglie derivate da combustibile esaurito (uranio, plutonio ed altri radioelementi) che vengono estratte dal reattore per essere sostituite, nonché dei prodotti di fusione. Questo materiale, emettendo delle radiazioni penetranti, è altamente “radiotossico” ed esige massima cautela e cognizione di causa nel delicato trattamento inerente allo smaltimento. La radioattività degli elementi estratti da un reattore si riduce pian piano ma i tempi necessari a farla rientrare entro “standard di accettabilità biologica” per il corpo umano sono a dir poco biblici, oscillando da pochi giorni a -udite udite- centinaia di migliaia di anni! Un’eternità, insomma.
COME SMALTIRLE - Attualmente si conoscono due modi preminenti per smaltire le scorie. Per i residui a basso livello di radioattività si preferisce ricorrere al deposito superficiale, ovvero al confinamento in aree terrene protette e contenute all'interno di barriere ingegneristiche; per le scorie a più alto livello di radioattività si ricorre invece al deposito geologico, ovvero allo stoccaggio in bunker sotterranei schermati. Ma ciò potrebbe inquinare il sottosuolo, persino le falde acquifere, per un disastro ecologico non proprio dalle probabilità remote. In alternativa le scorie potranno essere riprocessate in altre tipologie di reattori con produzione collaterale d’energia elettrica.
MENO DIPENDENZA DAL PETROLIO PERO’ … - La costruzione di nuove centrali è vista positivamente da chi sostiene la priorità di una politica energetica che renda l'Italia meno dipendente dal petrolio. Chi è contrario al nucleare fa presente non solo il problema delle scorie, ma anche ai conflitti locali che ne deriverebbero (per l'individuazione dei siti e la costruzione di questi impianti). Lo smaltimento delle scorie rappresenta un problema anche perchè il nostro Paese, non schermiamoci la mente, ha una fortissima presenza di malavita organizzata specializzata proprio nello smaltimento illegale di rifiuti tossici. D’altra parte tutti abbiamo ancora in mente la situazione rifiuti di Napoli che stava collassando sotto una montagna di spazzatura; bene, pensate ad uno stesso problema del genere, di tali proporzioni, inerente però i rifiuti radioattivi…
Sarebbe una calamità…innaturale.
Chi scrive è naturalmente contrario al ritorno del nucleare. E lo è non per timori reconditi irrazionali ma dopo aver profuso ragionamenti logici che hanno lo scopo di raggiungere delle conclusioni che non siano minimamente scontate o prevenute, lungi dall’essere influenzate in qualche modo da fobie ingiustificate. E penso che la maggior parte degli italiani la pensino allo stesso modo. La scelta che gli italiani fecero 22 anni fa non scaturì dalla classica onta emotiva ma si rivelò una valutazione ponderata, fra l’altro ancora attuale.
(di Alberto Sigona - del 2009-03-25) articolo visto 1932 volte
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