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I FIORI DEL GIARDINO SEGRETO: INTERVISTA A DANTE QUAGLIETTA

una raccolta di sessantasette poesie nella sua nuova opera letteraria

Le poesie di Dante Quaglietta sono come “un raggio di luce nell’oscurità che alberga in ognuno di noi” ed è così che la sua arte diviene “un tesoro che va distribuito tra la gente”. Le sue opere hanno la magica capacità di suscitare le più svariate emozioni; come scriveva Salvatore Di Giacomo “l’arte è autentica quando é in grado di provocare vere reazioni nell’animo del lettore, si tratti dell’amore e delle pene del cuore o di tutte le altre esperienze della vita”. Un’altra caratteristica saliente della sua arte é l’intensa sensualità che si traduce in un voluttuoso abbandono musicale ed in una ricerca di immagini pittoriche ricche di colore. Le immagini femminili che Dante evoca tendono ad immedesimarsi nella natura o in un oggetto specifico come nel caso della Donna di cuori o in Veleno; due delle sessantasette poesie che compongono il suo libro I Fiori del Giardino Segreto. Il testo sembra ben divisibile in due filoni poetici abbastanza diversi tra loro; il primo si distingue per i suoi componimenti più lunghi e ricercati fino ad arrivare ad un secondo filone dove si assiste alla frantumazione del reale ed ad una relativa struttura metrica frammentata “per dare al lettore la possibilità di intrufolarsi tra le rime e scoprirne le origini”.
Le sue poesie nascono quasi tutte da un’intima rielaborazione personale, la scelta di Dante cade sulle cose comuni, sugli elementi che l’uomo può trovare in ogni momento vicino a sé, soprattutto nella natura che gli è più familiare e nel divino. Ed è così che in Ricordo le nubi si fanno “messaggere” od in altri componimenti l’arcobaleno diviene un segno biblico di riconciliazione tra Dio e l’uomo, mentre la luce è la protagonista indiscussa che domina nella maggior parte delle sue poesie: [“Lascia / che l’ombra / delle stelle / si nutra / nell’eclissi / del tuo / palpito di luce”] (Eclissi), […“intorno tutto é buio / all’improvviso una luce rischiara / la notte dell’esistenza”](Il Bicchiere) ed ancora [“Occhi / sottili / stringono / coriandoli / di luce / sul volto / prigioniero / del tempo / ingannato] (Coriandoli). Diverse sono le poesie che partecipano ad importanti concorsi letterari come L’Avamposto ( Premio letterario “Nuova Dimensione”, Milano, 1996) Il Bicchiere (Premio letterario “Emozioni e magie del Natale, Piacenza, 2007) e L’Intesa (Concorso letterario nazionale “La Clessidra, Terni 2008). Nel corrente anno 2009 non mancano importanti riconoscimenti come il premio “ Libero Bovio” conseguito presso l’Accademia Internazionale Federico II.
IL LABIRINTO
Mi sono fermato
a mezza via
davanti ai
freschi giardini del labirinto
sono entrato
quasi per gioco
e da allora vago
di corridoio in corridoio
talvolta incontro qualcuno
preso con me
nel dedalo senza fine
delle illusioni
il tempo vola sui desideri
e all’intorno
pianti e grida avvincono il cuore
ma io sono ancora
tra queste alte mura
alla ricerca dell’ingresso
dove ho smarrito per sempre
il filo d’Arianna della ragione.

Da una piacevole conversazione con il poeta è nata questa intervista:

1) Chi è oggi Dante Quaglietta?

E’ uno specchio che riflette le immagini indefinite della spiritualità che si tuffano nelle crepe della cornice.

2) Quali sono i valori poetici che vorresti mettere in risalto attraverso il tuo libro “I Fiori del giardino segreto”?

La celebrazione del senso del bello che può manifestarsi nella proclamazione accentuata della speranza di una vita sempre più testimonianza del divino che risiede in ogni persona.

3) Come nasce l’idea del titolo?

Nasce dalla geniale intuizione dell’editore Mario Ianieri.

4) Cosa ti attrae nel magico mondo della poesia e cosa ti lascia perplesso?

Mi attrae la possibilità di raccontare le sfumature degli infiniti colori che tracciano i confini dell’anima. Mi lascia perplesso l’eccessivo gioco delle parole che nasconde tutta una serie di ipocrisie destinate ad un’autocelebrazione sopra le righe.

5) Qual’é il programma che ti prefiggi?

Il programma è quello di riuscire ad attivare nelle persone la consapevolezza degli infiniti mondi interiori situati ai margini del reale.

6) Quali sono i poeti che hanno contribuito alla tua formazione?

In assoluto prediligo Ungaretti perché lui ai suoi tempi è stato un antesignano della poesia moderna che documenta un’essenzialità minimalista ricca di contenuti e qui mi riallaccio anche al poeta americano Raymond Carver.

7) Secondo te che ruolo rivestono la poesia ed il poeta nella società contemporanea?

Di elemento di coesione e propositivo nel transitare sui sottili ponti di corde che legano i promontori delle emozioni.

8) La poesia può abbattere i confini tra i popoli per divenire universale?

Assolutamente sì. L’arte è un tesoro che va distribuito tra la gente.

9) Puoi anticipare qualcosa in merito ai tuoi prossimi progetti letterari?

E’ in previsione la pubblicazione di un secondo libro contenente versi che uniscono i due stili caratteristici del primo libro.
(di Francesca Di Lanzo - del 2009-04-02) articolo visto 6667 volte
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