A TUTTO WEB CON FRONTINI
intervistato il pluripremiato designer dell’edizione 2009 del PWI. La situazione e il futuro del Web in Italia
Il 16 luglio scorso si è tenuto a Città Sant’Angelo (Pescara) il Premio Web Italia che ha messo in risalto le eccellenze nel campo del web italiano. Abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con il protagonista assoluto della settima edizione, Daniele Frontini, vincitore del premio “Miglior Sito Web dell’Anno” con Cantori.it e di altri tre importanti riconoscimenti quali il premio “Critico della Stampa”, il premio “Free Lance” e il premio “Animazione e Video”.
E’ stato anche un modo per confrontarci su temi che abbracciano la sfera dell'informatica e che negli anni stanno sempre più coinvolgendo non soltanto aziende, ma anche tanti cittadini che anni fa erano molto distanti dall'argomento così come a Enti, Istituzioni ed Associazioni.
Esempio emblematico la scelta del luogo che ha ospitato la manifestazione 2009, il comune di Città Sant’Angelo (PE). Un motivo in più per creare basi e collaborazioni nell’ambito di un più esteso processo di crescita e diffusione del processo di informatizzazione del paese. Di grande interesse ad esempio il progetto Visita CSA, un portale dove visitare i luoghi e conoscere meglio le attività e gli appuntamenti offerti dal comune (www.visitacsa.it) .
- Parliamo anzitutto del tuo successo personale. Una vero e proprio pieno di premi e riconoscimenti per lavori di eccellente fattura. Cosa puoi dirci in merito? Fino a che punto ti aspettavi un successo di queste dimensioni e con chi vorresti condividere tali meriti?
R - Sono rimasto a bocca aperta, ed ancora fatico a risollevare la mascella. Pensavo che qualcosa avrei portato a casa sicuramente, avendo avuto 12 nomination (che già avevano dato un bel colpo alla mia povera mascella), ma non avrei mai pensato ad una cosa del genere – addirittura il Sito dell’Anno, è stato per me incredibile – è come se avessero fatto re una scimmia (ed in effetti ci somiglio parecchio, forse hanno proprio fatto re una scimmia). Naturalmente i meriti vanno condivisi col mitico Roberto Lori, il danzatore schivo e silenzioso dalla delicata poesia, Alessio Barbini, il fotografo ancora più silenzioso di Roberto che ha fatto le magnifiche foto degli operai di Cantori, catturando alcuni sguardi che ancora mi commuovono. Poi a Lorenzo Bastanelli, l’attore strampalato nel video di Guzzini Engineering e alla metafisica truccatrice Clara Cittadini, che mi ha aiutato anche nei mirabolanti effetti speciali con un asciugacapelli, diversi pezzettini di scotch e altre simili diavolerie da effetto speciale. E naturalmente con mia moglie Maria Silvia, che dopo un mese in cui ho disegnato e cestinato non so quante bozze per il sito, ha preso in mano il timone, dicendo “Bene, ora fai così e inizia, se no anche stavolta non ci guadagniamo una lira”
- Il Web in Italia è stato sempre un fenomeno temporalmente in ritardo rispetto ad altri paesi anche se ultimamente diversi passi avanti sono stati fatti. Un giudizio sul livello medio di preparazione informatica di un italiano medio e quali interventi sarebbero necessari da parte delle istituzioni per favorire e diffondere il web nelle case e nei posti di lavoro?
R - Naturalmente non mi sento di avere una visione così vasta del fenomeno da poter dare un giudizio di valore, quindi darò la mia modesta opinione dal valore piuttosto locale e specifico, da italiano medio. Come tutti odio le file alle poste o in comune, e devo dire che con gli anni si fanno molto più rare, e addirittura quasi non le faccio più, e credo il merito sia senz’altro dell’informatica. I ritardi italiani credo siano dovuti per lo più alla gerontocrazia dominante a livello nazionale: vediamo tutti come i giovani siano esclusi dalle poltrone importanti, dove siedono sempre le solite “mummie antidiluviane” che in campo informatico conoscono bene solo il nome dell’azienda amica di software a cui passare un appalto (quando non ne sono proprietari) . Ci sono stati dei lavori sul web che hanno rovinato il fegato a me come ad altri milioni di web designer italiani. Opere pagate in modo spropositato ed ingiustificato spesso anche con denaro pubblico. Questo è quello che vede un italiano medio di provincia, se le cose poi siano migliori ce lo dimostrino e saremo senz’altro contenti.
- Web Agency come nuova frontiera di occupazione e sviluppo lavorativo. Pensi che ci sia stata una crescita sproporzionata di aziende rispetto alla domanda del mercato? Come regolamentare meglio il mercato in modo da creare un mercato concorrenziale si ma anche più trasparente?
R - Credo che la crescita di aziende nel settore sia comunque proporzionale alla crescita del mercato – c’è tanta domanda, lavoro in abbondanza, l’e-business cresce velocemente e giustamente, tutti chi più chi meno l’hanno capito e ci investono. Il problema principale per noi web designer, che si ricollega alla domanda precedente, è un problema che credo sia generazionale: gli attuali dirigenti d’azienda, sono per lo più sopra i cinquant’anni, soprattutto nelle aziende di tipo familiare esplose negli anni ottanta. Queste persone hanno generalmente una conoscenza superficiale, quando non nulla, del web, anche se naturalmente sono molto capaci nei propri settori.
Questa impreparazione favorisce il fiorire di un mercato di siti di bassa qualità, che vengono venduti o per pochi soldi da ragazzi alle prime armi (che rovinano di molto il mercato), o venduti anche per fior di quattrini da aziende con pochi scrupoli ma abili commerciali (questi peggiori dei precedenti). Questo cambierà senz’altro col ricambio generazionale della classe dirigente: i giovani dirigenti sono generalmente molto scafati nel mondo internet, e per me come per gli altri professionisti sono i migliori clienti, perché distinguono la qualità. Per tutelare il nostro lavoro, ci vuole allora una associazione di categoria, che certifichi la qualità e quindi sia una garanzia per il cliente che non e’ in grado di giudicare da solo. Questa associazione esiste già da alcuni anni, si chiama AssoWebItalia, www.assowebitalia.it, di cui sono socio, che ancora è poco nota ma che diventerà uno stabile organismo di tutela dei professionisti italiani del web.
- Torniamo su Premio Web Italia ma poniamoci dal punto di vista dello spettatore. Nonostante i lodevoli sforzi di Bonu e company la manifestazione sembra ancora troppo per gli “addetti ai lavori” e non al grande pubblico. Quali consigli ti sentiresti di dare all'organizzazione per i prossimi eventi e quali al pubblico che è spesso troppo distratto dal sentire questi echi importanti?
R - Ma non saprei, mi sembra difficile che possa diventare un evento con larga partecipazione di pubblico, credo che per sua natura sia un evento per professionisti ed eventualmente appassionati – lascio le domande sul come coinvolgere di più gli spettatori, e se poi ce ne sia veramente bisogno allo Staff del Premio.
- Spesso il web viene visto come mondo a sé stante e non a caso spesso si ritiene che un uso sconsiderato del pc porti a trascurare relazioni sociali con danni per la società. A tuo modo di vedere cosa c'è di vero e come dovrebbe impostarsi la giornata tipo di uno che come te lavora al pc ma che allo stesso modo ha una vita sociale come tutti?
R - Ma guarda mi sembra che questo sia un cliché ormai falso: io direi che con internet sono nate nuove forme di relazione sociale, che anzi favoriscono molto il nascere di nuove amicizie, anche tra persone molto lontane tra loro che altrimenti non si sarebbero mai incontrate e spesso non si incontreranno mai. Anche persone con problemi a socializzare nei rapporti comuni, grazie alla relativa privacy che comunque lascia internet (la possibilità di parlare senza magari esporsi fisicamente) , spesso trovano il modo di uscire dalla solitudine. Per quel che mi riguarda io vivo in campagna in un posto piuttosto isolato, e in realtà sto sempre solo a casa come un orso, se non ci sono mia moglie e mia figlia, quindi probabilmente non sono la persona più indicata per dare consigli sulla vita sociale.
- Prima per gioco poi per passione. Suona bene questo spot che ha il significato di come l'informatica tra pc e consolle riesce a soddisfare differenti esigenze spesso legate all'età di sviluppo di una persona. L'abbandono progressivo della vita sociale, soprattutto in gioventù secondo te può contribuire a creare una società più individualista ed indifferente?
R - Io ho una bambina di 6 anni che se si incolla al pc bisogna staccarla con l’acetone. Vedo che giocare con gli altri bambini quando può le piace comunque di più e nonostante sia figlia unica passa molto tempo con altri bambini, così come i suoi cuginetti più grandi. Non vedo questo “malato-isolamento-informatico” nei bambini che conosco, e anche se capisco che sia un problema eventualmente più adolescenziale, mi sembra sia stato un pò esagerato. Non credo che dovremmo scaricare sull’informatica colpe che non ha: la banalizzazione della cultura, la mediocrizzazione del gusto, non vengono certamente dal pc – magari il pc può essere una via di fuga dalla volgarità eretta a sistema che impera in Italia da qualche decennio
- Quali sono i sogni nel cassetto di un web designer DOC come te, soprattutto alla luce delle diverse soddisfazioni che ti sei tolto con i tuoi ultimi capolavori?
R - Umm … mi piacerebbe fare un video musicale, dove poter andare a ruota libera senza la preoccupazione dell’immagine dl cliente da valorizzare, senza i limiti che comunque internet ancora impone al design. Un lavoro di fantasia libera – abbiamo qualche contatto già e magari a breve il sogno uscirà dal cassetto.
(di Alessandro Gulizia - del 2009-07-31)
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