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NEUROCHIRURGIA, LA NUOVA FRONTIERA DELLA LOTTA CONTRO L’EPILESSIA

le nuove ricerche stanno portando a sempre più incoraggianti risultati

CHE COS’E’ L’EPILESSIA? - Epilessia è il termine con il quale vengono classificati circa 40 tipi di crisi epilettiche, ne è affetto l’1% della popolazione italiana, la malattia è stata riconosciuta tale nel 1965, nonostante fosse conosciuta sin dai tempi dei babilonesi! Per definizione le epilessie sono dei disturbi delle funzioni cerebrali che si manifestano con crisi ricorrenti, la prima crisi si ha intorno ai 20 anni.
In base alle cause scatenanti le epilessie sono divise in: idiopatiche altrimenti dette primarie, sintomatiche o secondarie e criptogenetiche. Nel primo caso sono delle vere e proprie malattie, solitamente curabili con i farmaci, nel secondo caso, come indica il termine stesso “sintomatiche” l’epilessia è una manifestazione esterna di un'altra patologia che ha arrecato in qualche maniera un danno alle cellule nervose, (morbo di Alzheimer, dei traumi cranici, del cancro e via dicendo Per quanto riguarda le epilessie criptogeniche non si conoscono in realtà le cause della malattia e si suppone si possa trattare di un’alterazione strutturale del cervello.
Esistono numerose manifestazioni che portano con sé una sintomatologia complessa e piuttosto varia, in ogni caso la malattia viene diagnosticata dopo una serie di crisi e non dopo un episodio sporadico e non ripetuto.
LA DIAGNOSI - Per diagnosticare l’epilessia vengono fatti numerosi esami, il più importante dei quali è l’elettroencefalogramma che permette di analizzare e controllare l’attività cerebrale, talvolta è necessario ricorrere ad un EEG ambulatoriale che assicura un monitoraggio continuo di 24 ore. Sempre più spesso si ricorre ad altri strumenti diagnostici: la TAC e la risonanza magnetica nucleare.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DELLE EPILESSIE - La prima terapia che viene tentata sui pazienti epilettici è quella farmacologica, si utilizzano dei farmaci gabaergici che sono in grado di favorire l’azione di un neurotrasmettitore, il GABA appunto, avente una funzione inibitrice opposta a quella che scatena le crisi epilettiche.
Sebbene spesso la terapia risulti efficace è necessario precisare che sempre più spesso l’assunzione prolungata di questi farmaci porta ad una serie di effetti collaterali non propriamente piacevoli.
TERAPIA CHIRURGICA - Non sempre però i farmaci fanno effetto e spesso le crisi si ripresentano, per questa ragione ultimamente si sta battendo una nuova strada, quella della neurochirurgia. Questa terapia è rivolta a quei pazienti, affetti da epilessia focale, che non reagiscono al farmaco e che hanno un’epilessia localizzata e ben individuata, l’intervento consiste nell’asportazione della zona epilettogena, facile a dirsi, un po’ più difficile a farsi.
Prima di procedere è necessario eseguire una serie di esami mirati a delimitare precisamente l’area interessata, l’analisi minuziosa prevede la partecipazione dei famigliari del malato così da poter ricostruire la storia clinica del paziente, a partire dalla prima manifestazione, passando poi per la descrizione dei sintomi e cercando di ricordare la frequenza delle crisi.
L’uso della metodologia di Talairach è assolutamente innovativo: consiste nell’impianto di elettrodi direttamente nel cervello per poter registrare l'origine delle crisi, è necessario ripetere poi tutte le analisi che vengono effettuate per le diagnosi primaria. Questo genere di trattamento ha avuto un riscontro positivo nell’80% dei pazienti affetti da epilessia del lobo temporale.
Attualmente vengono operati ogni anno in Italia 100 pazienti, i centri specializzati sono insufficienti per fronteggiare la richiesta che è nell’ordine di qualche migliaia, la Lega Italiana Contro l’Epilessia fa sapere che occorrerebbero almeno altri quattro centri.
(di Valeria Gatopoulos - del 2009-10-21) articolo visto 6339 volte
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