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CALCIO IN ROSSO

quando il deficit è routine… delle squadre ricche

Calcio & debiti, un binomio che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede in Italia e nel Continente Europeo. E la cosa che più di ogni altra cosa ci induce a pensare è come non lo siano le provinciali (sarebbe a dir poco preventivabile) ma i grandi team, i blasonati per eccellenza, dal Real Madrid al Manchester Utd.
Evidentemente queste compagini checché se ne dica sono più soggette ai deficit per il semplice motivo che hanno a che fare con milioni e milioni di Euro, e perciò se l’entrate sono colossali di conseguenza tendono a spendere in maniera altrettanto esagerata, anche troppo, perdendo il senso della misura. Inoltre devono attenersi, senza troppo badare ai bilanci, agli standard qualitativi tradizionali, non potendosi permettere di disputare stagioni “svagate”, come invece sarebbe consueto per un team dal nome non proprio altisonante.
E spendere diviene una abitudine cui non poter rinunciare nemmeno in tempo di crisi. Magari un giorno si scopre di essere in bancarotta, con la necessità impellente di dover vendere il proprio team pena il fallimento.
La natura degli indebitamenti varia comunque a seconda delle società. Il Milan ha 110 milioni di esposizione verso le banche, la Lazio 72 milioni di debiti verso l'Erario (frutto del concordato con l’Agenzia delle Entrate sottoscritto dal presidente Lotito nel 2005). Molto alti anche i debiti che residuano dal calciomercato e molte le società che dimostrano scarsa puntualità nel saldare i fornitori. Insomma il calcio pare essere un enorme castello di carta pronto a crollare, una sorta di ricchezza di facciata che in verità nasconde tanta miseria. D’altra parte l’intero paese vive felicemente a debito e, ancor più del calcio, il vero sport nazionale è chiedere e spendere soldi senza curarsi se ci siano, salvo poi chiudere bottega in tutta fretta.
FIORENTINA E NAPOLI DOCET - In Italia ciò successe ad esempio con la Fiorentina (tanto per citare il caso più emblematico), quando nel 2002 la FIGC escluse dal campionato di Serie B la AC Fiorentina per un passivo di 22.000.000 di euro non colmato dal Presidente Cecchi Gori. Il tribunale civile di Firenze successivamente decreterà il fallimento della AC Fiorentina Spa. Anche il Napoli nel 2004 andrà incontro ad una sorte medesima. Ma la piaga, come detto, non è solo di marca nostrana ma all’estero a differenza dell’Italia, hanno stadi di proprietà (molto confortevoli e non più ostaggio degli hooligans), centri commerciali e un ricco commercio di gadget, da magliette a cappellini.
MA LA SERIEA A STA ANCORA A GALLA - Per vincere l’ultimo Scudetto l’Inter ha speso 342 milioni di euro. Dieci volte le risorse dell’Atalanta, più del doppio di Roma e Juventus. Malgrado tutto la nostra serie A si è confermata al secondo posto nella classifica dei ricavi fra i massimi campionati di calcio in Europa. Secondo le stime di StageUp Sport&Leisure Business, il campionato italiano ha raccolto 1.430 milioni euro, mille milioni in meno della Premier league inglese sempre saldamente in testa alla classifica con i suoi 2.430 milioni euro di ricavi. Al terzo posto si conferma la Bundesliga: il campionato tedesco toccherà i 1.420 milioni, precedendo la Liga spagnola a quota 1.350 e la Ligue 1 francese a 1.040. In attesa della stagione 2010/2011, che potrà portare a un incremento importante dei ricavi, la serie A si trova a contrastare l’assalto della Bundesliga.
PER UN FUTURO PIU’ RICCO … - Comunque se si vorranno evitare futuri fallimenti occorrerà usare sì il denaro ma con parsimonia (senza fare il passo più lungo della gamba), cercando magari di rendere più confortevoli e sicuri gli stadi (aumenterebbero gli introiti provenienti dai tifosi). Un contributo alle casse esauste potrebbe arrivare dalla paventata rimodulazione dei diritti televisivi che dal 2010 saranno venduti collettivamente (ogni squadra incasserà la stessa somma, senza la prevaricazione delle big) e dai quali i club sperano di incassare almeno un miliardo di euro a stagione. Poi se magari si vince la Coppa dei Campioni, sai che boccata di denaro puro… La UEFA, infatti, distribuisce parte dei ricavi ottenuti dalle vendite dei diritti televisivi in tutta Europa tra le squadre partecipanti in base ai livelli raggiunti (gironi, quarti di finale, semifinali e finale).
Concludiamo con un vecchio adagio cinese che ci invita a tirare il freno a mano: “Con i coltelli troppo affilati ci si taglia le dita, con troppo denaro si vive nell'infelicità”. Mica falso…
(di Alberto Sigona - del 2009-11-08) articolo visto 2207 volte
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