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COLOMBO, BIASI E L'ARTE CINETICA

l'ultimo movimento dell'astrattismo in Italia. In cosa consiste?

LE ORIGINI - Diverse sono state le problematiche che, nel corso dei secoli, l'arte ha cercato di affrontare. Da sempre l'uomo si è occupato del problema del colore e dello spazio, ma si è anche posto come rappresentare il movimento nell'arte, come quella visiva, di per sé immobile.
Un primo passo è stato fatto con lo studio della prospettiva in tutti i suoi aspetti, realizzando la rappresentazione geometrica dello spazio basata sulla visione ottica dello stesso: gran parte della pittura usa il colore non casualmente ma con perfetta conoscenza delle leggi percettive. Per quanto riguarda il movimento, gli studi sono cominciati con i greci, che già correggevano le deformazioni visive sulla base di cognizioni approfondite.
Una svolta è stata data dal razionalismo illuminista con la pubblicazione di Goethe “Teoria dei colori” che ha segnato l'inizio dell'analisi moderna. Delacroix, gli impressionisti, i postimpressionisti, i simbolisti, i “feauves”, gli espressionisti, gli astrattisti, i futuristi ed i membri del “Bauhaus” hanno studiato il colore, la forma, la linea e le reazioni psicologiche dello spettatore.
LA “OP-ART” - Intorno al '60, nello stesso periodo della “pop-art”, nasce la “Op-Art”, (abbreviazione di Optical Art), arte ottica.
Con l'avvento del cinematografo entra nel linguaggio comune la componente “cine” (dal greco kinein, “muovere”) precedentemente riservata solo alle scienze e per questo la “op-art”, in cui il movimento (o l'illusione di esso) è preponderante, è detta anche “arte cinetica”.
Caratteristica dell'opera cinetica non è il legame all'espressione dei sentimenti dell'artista ma la produzione di opere programmate, nelle quali il movimento è fondamentale. Tale movimento può essere reale con l'apporto di meccanismi oppure illusorio e ottico attraverso effetti di luce.
Introducendo elementi dinamici in grado di generare immagini in continua trasformazione, questi artisti hanno mirato a creare opere “aperte”, il cui aspetto non fosse dato una volta per tutte, ma si rinnovasse continuamente. L'opera d'arte cinetica ha, infatti, un suo ritmo che idealmente può ripetersi all'infinito coinvolgendo psicologicamente lo spettatore attraverso la progettazione e realizzazione di meccanismi cinetici, giochi di luce insieme ad una dimensione temporale, all'uso di materiali diversi ed alternativi come plastica, metallo, vetro e carta.
L'arte non è più basata sul gesto, sul bisogno di espressione dell'Io, ma sul processo razionale da controllare e comunicare. L'opera deve stimolare la percezione visiva rendendola attiva e vede l'artista non più romantico ed irrazionale, ma piuttosto un operatore culturale che lavora in squadra, attivista politico in grado di coniugare l'arte con la società.
I RAPPRESENTANTI IN ITALIA: GRUPPO T E GRUPPO N - Il Gruppo T (T = tempo) nasce a Milano nell'ottobre del 1959. E' fondato da Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, architetto e designer, e Grazia Varisco.
La loro ricerca, cinetica, programmata ed ottica, ha l’obiettivo di indagare le relazioni spazio-temporali che intercorrono nei vari aspetti della realtà percepita dallo spettatore. Qui l'opera d'arte deve rappresentare le variabili e gli elementi costitutivi dell'opera come luce, colore, forma e movimento, integrati e relazionati in modo cinetico. L’intervento attivo dello spettatore e testimoniato dall’etichetta provocatoria "Si prega di toccare" con cui gli artisti del gruppo T accompagnavano l'esposizione delle loro opere.
Il Gruppo N nasce nel 1959 a Padova come libera associazione denominata appunto N. All'inizio degli anni '60, dei nove membri originari ne rimangono solo cinque: Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi.
Il gruppo riconosce nelle nuove materie e nella macchina i mezzi espressivi della “nuova arte” in cui non possono esistere separazioni fra architettura, pittura, scultura e prodotto industriale. L’attività del Gruppo N si incentra su ricerche visive e cinetiche, agganciate alla psicologia della percezione, finalizzate alla realizzazione di oggetti ed ambienti che coinvolgono lo spettatore. Uno dei principali componenti del gruppo, Alberto Biasi, con la sua Light Prism.
Un'occasione eccezionale per approfondire le ragioni dell'arte cinetica, viene fornita dalla mostra aperta al Palazzo delle Esposizioni a Roma, sull'opera di Alexander Calder, uno dei padri di questa forma di arte; sarà possibile visitarla fino al 14 febbraio 2010.
(di Sabina Di Rado - del 2009-11-08) articolo visto 6541 volte
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