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BELLI, RICCHI E VINCENTI?

Il binomio bellezza-successo resta nel tempo o si stanno sviluppando nuove caratteristiche che giocano a proprio favore?

E’ uso comune citare e riproporre il famoso detto popolare “L’abito non fa il monaco!”.. ma sarà sempre così? Oggi, in maggior modo, l’aspetto di una persona riveste una parte importante soprattutto per il proprio successo lavorativo con relativa escalation sociale; è inutile negare che una bella donna ed un uomo attraente predispongono diversamente soprattutto nelle interrelazioni.
LE CONDIZIONI DETTATE DAL CORPO… - Il corpo possiede caratteristiche fondamentali da renderlo prodotto di considerazioni, critiche ed influenze culturali e di massa: è il nostro primo tramite nel contatto con il mondo (soprattutto lavorativo) ed inoltre rappresenta un continuum, dunque la rappresentazione esterna dei cambiamenti umani (evoluzioni sociali, mode,classe di appartenenza)…sembra quasi che attraverso l’apparire del corpo sia possibile per la maggior parte dei datori di lavoro sapere quale possa essere il titolo di studio di una determinata persona,le proprie esperienze lavorative…e quindi il curriculum vitae delle nuove frontiere lavorative quale dovrebbe essere?!
Molto probabilmente essere affascinanti, curati e (si spera) preparati.
L’appartenenza alla cultura occidentale determina di per sé l’adozioni, spesso inconsapevole ed acritica, dei modelli proposti attraverso la diffusione repentina di simboli di bellezza “ideale” associati a richiami quali ricchezza, bellezza, benessere, appartenenza ad una particolare elite e via discorrendo.
PASSATO E BELLEZZA… - Volendo tornare al passato è possibile individuare un’ideale dell’immaginario maschile occidentale di valore della bellezza, legata al sesso e alla passività che dalla filosofia di Kant attraversa i quadri di Ingres e Matisse (attraverso le immagini di odalische che traducono la bellezza silenziosa e passiva che avrebbe dovuto essere propria delle donne), sino ad approdare al mito contemporaneo della linea perfetta.
Seguendo questa linea interpretativa, l’autorevole filosofo tedesco, nelle sue “Osservazioni sul sentimento del Bello e del Sublime” associa la bellezza al femminile ed il sublime alla razionalità propria del maschile, realizzando una cesura, tale da rendere inconciliabili bellezza ed intelligenza: “Se l’intelligenza è monopolio maschile, le donne che osano appropriarsene saranno private della loro femminilità”; ne deriva l’impossibilità per la donna di avere fascino grazie alla sua cultura ed alle sue doti intellettive e la conseguente esaltazione della bellezza ridotta a pura esteriorità.
MA BELLEZZA E’ MEZZA RICCHEZZA? - All’unisono è un’immagine comune quella che vede il binomio altezza e bellezza intese come d’ausilio nella vita in generale ma anche (e soprattutto per la realizzazioni del singolo individuo) sul lavoro, determinando stipendi più alti per chi è esteticamente più “ in forma”. Tuttavia alcuni studi recenti sfatano questo mito che aleggia tra le considerazioni “comuni”, attestando che bellezza ed altezza sono importanti nell’adolescenza perché incidono positivamente sull’autostima e questi studi Vi sono stati condotti da psicologi intenti a dimostrare che l’immagine di se stessi si forma appunto durante l’adolescenza, mutandosi di poco alle circostanze che la vita da adulto pone in essi. Viene chiesto, al fine di realizzare tali stime, ad un campione di ragazze americane il loro livello di soddisfazione con il proprio corpo all’età di 18 anni, chiedendo a dei “giudici” di valutare la loro bellezza in fotografia.
L’analisi dei dati mostra che per queste ragazze il livello soggettivo di soddisfazione con il proprio corpo all’età di 18 anni è correlato alla bellezza obbiettiva dei 13 anni, ma non alla bellezza oggettiva della loro età; dunque semplificando i dati riportati dagli studiosi: l’immagine delle ragazze americane è più nitida in merito allo loro bellezza all’età di 13 anni piuttosto che a quella di 18 anni, quando il loro corpo ancora si adatta ai cambiamenti avvenuti .
Una altro studio, attestante il progresso in campo lavorativo e salariale per i “belli”, è molto importante e curioso ; è basato infatti su interviste di lavoratori canadesi e statunitensi: la maggior parte dei soggetti (circa il 55%) è classificata di “bellezza media”, ma non mancano ovviamente i molto brutti ed i molto belli . L’analisi statistica porta in luce l’esistenza di un salario avvalorato da un premio per i belli; come si spiegano tali “premi”? Solitamente sono associati a fenomeni inerenti a discriminazioni di razza e sesso, quindi si va da fattori socio-culturali (come belle/altezza) a quelli evolutivi (inerenti allo studio sui “buoni geni” caratterizzanti la bellezza).
Il 32% di uomini che sono di bellezza superiore alla media riceve un premio nello stipendio mensile del 5% rispetto agli uomini di bellezza media, mentre quegli uomini che sono “più brutti” della media (il 9%) ha un salario inferiore del 9%; mentre per le donne più affascinanti il premio salariale è del 4%, mentre il “demerito” per le meno belle è del 5%.
Questi sono solo studi che hanno voluto dare un valore scientifico alla bellezza, ma la realtà lavorativa è ben diversa: è altrettanto noto che l’adolescenza è una fase in cui tutti si mettono in gioco “esteticamente” e si spera anche moralmente…quindi non bisogna abbattersi se magari non si è abbastanza alti per scalare le vette del successo, ci vuole passione, interesse e tanta fiducia (anche raggiunta non propriamente nell’adolescenza) in ciò che si è per raggiungere i proprio scopi.
“La vita è come una bilancia” tutto viene pesato, se magari non si eccelle in una determinata cosa si può ceratemene recuperare con altro bisogna crederci e tanto.
(di Michela Camplese - del 2010-01-14) articolo visto 5222 volte
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