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ACQUA ALLEATO DEL BENESSERE

una semplice formula (H2O) come fattore base per una vita di... "bellezza"

“Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che solo a me par donna (…)” - Petrarca –
ACQUA E UOMO… - L’acqua, la cui presenza è necessaria per tutti i processi fisiologici nonché per le relazioni biochimiche che si verificano nell’organismo, è per l’uomo la costituente primaria per il mantenimento della propria vita.
Il 66% del totale dell’acqua presente nel nostro corpo è depositato all’interno di cellule, determinandone volume e spessore, il 6-7% è presente nel plasma, il 2% nella linfa ed il 23-25% si ha negli spazi tra le cellule. Nel neonato la percentuale di acqua costituisce circa il 75% del peso corporeo , dato che tende a scemare durante il corso della vita, sino a stabilizzarsi tra il 55-60% in età adulta; percentuale che si riduce ulteriormente nell’anziano.
L’ACQUA NELLE VARIE FASI DELLA VITA… -Nei bambini ed in special modo nei neonati, l’apporto di acqua, come già riferito, svolge un ruolo molto importante; sono infatti consigliate le acque con un residuo fisso contenuto tra 250-500 mg/l o anche acque bicarbonato-calciche utili in caso di scarsa assunzione di calcio, come ad esempio nei bambini con intolleranza al latte vaccino.
Nel periodo adolescenziale, l’organismo necessita di un costante apporto di sali minerali per la crescita ossea; le errate abitudini alimentari tendono da un lato a proporre diete ipocaloriche che riducono di molto la quantità e varietà dei cibi e dall’altro ad indirizzare le scelte alimentari dei giovani verso cibi ricchi di grassi e bevande edulcorate, divenendo in tal modo incostante non solo il rapporto con la società che l’adolescente vive ma anche l’apporto nutrizionale giornaliero che ogni singolo ragazzo dovrebbe mantenere.
Nel periodo della gravidanza l’organismo modifica i meccanismi funzionali per adattarsi ad un nuovo stato fisiologico caratterizzato da un aumento del metabolismo basale, dalle variazioni dei parametri endocrino-metabolici e da una variazione delle funzioni digestive. Nelle donne gravide infatti si è osservato un elevato assorbimento di calcio, ferro e vitamina B12 (la cui carenza produce anemia); per tali motivi è consigliato dagli specialisti di apportare giornalmente, durante il periodo della gestazione, almeno 2l di acqua.
ACQUA DEI RUBINETTI O IN BOTTIGLIA? -L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti può avere origini diverse e, per rendere normali i valori che altrimenti la renderebbero non consumabile, viene solitamente depurata; ciò porta a significare che è potabile non perché sia sempre acqua in origine di buona qualità, ma spesso per i trattamenti chimici ai quali viene sottoposta.
La legge italiana non prevede che per l’acqua da tavola o da bere sia obbligatorio dare i dati delle composizione al consumatore, dunque se l’acqua che scegliamo ha un residuo ed una durezza bassi è sicuramente più leggera e può essere bevuta anche tutti i giorni, mentre se il residuo è alto è consigliabile variare con acque diverse per non ricevere eccessi di sali minerali.
La risultante di tutto questo è che dobbiamo tenere presente che acqua potabile è quella che si può bere, mentre acqua minerale è pura alla sorgente.
LE STAGIONI DELL’ACQUA… - Lo storico Jean-Pierre Goubert, specialista in storia della salute, ne “La conquete de l’eau” si è soffermato sulle implicazioni sociali e sanitarie dell’acqua negli ultimi secoli, evidenziando l’impatto dell’elemento-acqua sull’immaginario collettivo e sulla cultura dei popoli occidentali.
Il suo vuole essere un excursus che parte dall’età cosmologica, a quella della cristianità in cui l’acqua battesimale depura il corpo dai peccati, ma in cui questo elemento della natura, che lava i corpi, assume anche una più grama connotazione erotica e sessuale, sino ad una terza fase culminante nel XIX e XX secolo, in cui l’acqua diventa appannaggio dei sapienti laicizzandoci nel sapere di geologi, ingegneri, chimici, fisici, medici che ne studiano la composizione, i contenuti e le proprietà curative.
Hervè Maneglier, anch’esso storico dell’acqua, ha descritto i rapporti che l’uomo ha stretto con l’acqua, individuando quattro ere:
primaria, quella delle acque lustrali;
secondaria, quella dell’addomesticamento delle acque per l’irrigazione agricola;
terziaria, in cui “i pozzi individuali ebbero la meglio sugli acquedotti collettivi”;
quaternaria, nata alla fine del XIX secolo “con la scoperta del comfort e la nozione di potabilità, derivata dal lavoro di Pasteur”.
Usando volutamente il “termine geologico” di ere, Maneglier vuole sottolineare come “pur succedendosi nel tempo e accatastandosi le une sulle altre, le successive ere non si sono reciprocamente annullate. Le diverse stratificazioni hanno lasciato ognuna le proprio tracce”.
CENNI STORICI… - Fino dall’età medievale l’acqua è stata usata per la lavorazione della seta, della carta e delle pelli; solo negli ultimo duecento anni, con l’avvento delle lavorazioni industriali, del vapore, dell’elettricità e del concetto di igiene, essa ha conquistato il mondo e dal mondo è stata a sua volta conquistata.
Gli statuti trecenteschi di Rimini prevedevano il taglio della mano destra per chi danneggiava i condotti di acqua; non si scherzava neanche nei confronti dei presunti untoti delle acque durante i secoli della pesta e così avveniva anche ai lebbrosi, che all’inizio del XIV secolo in Aquitania sono accusati di aver avvelenato i pozzi della regione e condannati per questo al rogo; e stessa sorte era serbata per gli ebrei in Provenza, Linguodoca, Delfinato, Savoia ed Alsazia nel 1348.
Egizi e Sumeri sapevano già come utilizzare, per fini di irrigazione, la grande risorsa fornita dal Nilo, dall’Eufrate e dal Tigri; altrettanto esperti si dimostrarono i romani nella costruzione degli acquedotti, così come furono lungimiranti le loro teorie per rifornire la città, come dimostrava in “De aquaeductu urbis Romae” .
Per concludere è importante ricordare come l’acqua sia una nostra grande compagna di vita e non bisogna sottovalutare l’importanza della presenza di questa sostanza troppo spesso data per scontata e sprecata quando invece sarebbe da considerare un grande dono ricevuto del quale avere cura.
(di Michela Camplese - del 2010-05-26) articolo visto 3721 volte
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