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ANSIOSI O STRESSATI? ARRIVA LO PSICOLOGO DI QUARTIERE!

Consulenze gratis in farmacia per curare stress, ansia, depressione e mobbing

Dopo il carabiniere di quartiere ecco una nuova figura che avremo a disposizione nelle nostre città: lo psicologo che presta consulenze gratuite nella farmacia sotto casa!
Sperimentato inizialmente a Milano nel febbraio 2009 con solo due farmacie che ad ottobre erano diventate 22; sono stati effettuati 2.625 colloqui, tanto che altre farmacie andranno ad aggiungersi prossimamente, mentre alcune delle 24 farmacie già in prima linea ha dovuto raddoppiare le ore di consulenza psicologica.
Diffuso oramai in buona parte delle altre città e paesi italiani come Bologna,Padova e Lecce;l’iniziativa è nata in collaborazione tra l'assessorato alla Salute del Comune, il Laboratorio di Psicologia Clinica dell'Università Cattolica di Milano diretto dal professor Enrico Molinari e le Farmacie Comunali del Gruppo Admenta e con quelle private aderenti a Federfarma.
Le consulenze che in alcune farmacie possono essere anche in lingua inglese,francese e spagnola,hanno triplice obiettivo di presidiare il territorio, prevenire il disagio e contenere la spesa sanitaria,risparmiando nelle strutture sociosanitarie.
«Il successo del progetto si deve - spiega l'assessore Giampaolo Landi - al fatto che abbiamo intercettato il bisogno di sostegno psicologico e fornito le risposte scientifiche adeguate a ripristinare il benessere interiore».
IL DISAGIO - Ma quali sono le condizioni di disagio che spingono ad entrare in farmacia non solo per acquistare i medicinali e dare occhiatina alla pressione ma anche per un consulto con lo psicoterapeuta?
«Soprattutto - risponde il professore Enrico Molinari - le problematiche familiari e di coppia, seguite dalle sintomatologie ansiose, da quelle depressive, dalla gestione di situazioni critiche e dall'abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Il servizio, conosciuto dall'utenza prevalentemente grazie alle informazioni dei farmacisti e alle locandine esposte in farmacia, viene scelto soprattutto dal 32,5% per la gratuità e dal 31,5% per la vicinanza a casa o al posto di lavoro. Nel 36,8% dei casi la problematica iniziale è stata risolta. Nel 41,2%, invece, si è reso necessario il ricorso ai servizi territoriali specifici. Il 22,1%, infine, non ha completato il ciclo di psicoterapia».
IDENTIKIT DEGLI UTENTI - Da febbraio 2009 a maggio 2010 gli psicologi hanno registrato la media di tre colloqui per utente e 750 situazioni problematiche con incontri individuali ma anche di coppia e familiari abbracciando tutte le fasce d’età: dal ragazzino accompagnato dal genitore agli anziani;alta percentuale è rappresentata dagli stranieri,in percentuale minore invece casalinghe e disoccupati.
A sedersi volentieri sul lettino sono soprattutto le donne in quanto più disposte ad ammettere un proprio disagio che di solito è legato all'umore, disturbi ansiosi,la solitudine e problematiche connesse ai cambiamenti nelle fasi più importanti della vita. Non solo dal passaggio dell'adolescenza all'età adulta,anche andare in pensione, la menopausa e la perdita del lavoro a causa della crisi economica possono diventare un malessere psicologico che il più delle volte per vergogna, paura ed anche impossibilità economica si tacciono. A sostegno della necessità di tale progetto ci sono persino i dati statistici che rilevano un aumento annuo costante di psicofarmaci come ansiolitici e antidepressivi in particolare tra le donne.
COME FUNZIONA - Per motivi di spazio e tempo lo psicologo di quartiere ovviamente non sosterrà delle vere e proprie sedute ma un servizio di counseling per dare la possibilità alle persone che non hanno le risorse economiche adeguate per una visita privata di potersi rivolgere ugualmente a dei professionisti;inoltre il fatto che la consulenza avvenga in farmacia infonde nell’utente una sensazione sicuramente più rassicurante degli studi medici o le cliniche per ‘malati mentali’,come spiega Enrico Molinari, presidente dell'Ordine degli psicologi della Lombardia e responsabile del Laboratorio di Psicologia clinica dell'università Cattolica, che sta supervisionando il progetto: «(…) D'altro canto la farmacia è il primo interfaccia a cui i cittadini si rivolgono quando c'è un problema di salute, quindi è un luogo strategico per garantire un primo intervento, una sorta di psicologia da banco per risolvere i problemi più leggeri o per indirizzare quelli più gravi all'interlocutore corretto, con notevole risparmio di risorse. Un altro avamposto, domani, potrebbero essere gli studi associati dei medici di base».
Al di fuori delle farmacie il servizio è segnalato solitamente con un cartello ben visibile; all’interessato è sufficiente entrare e prendere l’appuntamento in base alla disponibilità; di solito si mettono a disposizione dai 4 ai 5 incontri dopodiché la persona se ha bisogno di una psicoterapia o di un sostengo più prolungato viene inviata a servizi più specifici. In maniera totalmente gratuita per il cittadino in quanto la prestazione viene patrocinata spesso dal Comune o dalla società che gestisce le farmacie comunali o dal proprietario dell’esercizio commerciale.
La città dunque può diventare anche una malattia,soprattutto se si tratta di una metropoli come Milano e Roma: tra liti condominiali,ansia da attraversamenti pedonali, il traffico, la convivenza con vicini chiassosi il cittadino medio è facile preda dei mali oscuri: stati di ansia e nervosismo; per non parlare poi della solitudine di anziani e famiglie in cui ci sono malati o tossicodipendenti;ma anche semplicemente il caso di tanti giovani affermati e in carriera che scontano il loro successo lavorativo chiusi in monolocali carissimi e ostacolati dalla possibilità di socializzare a causa del poco tempo a loro disposizione.
Così contro lo stress-urbano nasce la figura dello psicologo di quartiere, capace di monitorare il territorio e fare da tramite tra cittadini e i servizi sanitari, ma soprattutto è il ‘grande orecchio ’ per tutti coloro che hanno bisogno di esternare i propri disagi interiori in una società molto dinamica e con sempre meno tempo per le relazioni interpersonali.
Si sta capendo finalmente che l’uomo per essere felice e sentirsi ben inserito nella collettività non ha bisogno solo di integratori, tute snellenti, creme antirughe per avere un corpo piacente o di grandi beni materiali ma necessita solo di un buon equilibrio interiore; e la farmacia che viene spessa definita come la casa della salute è opportuno che si adoperi in tale senso per evitare di cadere nella trappola di presentarsi come un semplice esercizio commerciale.
È auspicabile perciò che tutte le farmacie nazionali si assumano la responsabilità di simili iniziative e diventino concretamente l'anello di collegamento tra popolazione e sanità, non perseguendo solo l'interesse privato.
(di Annarita Ferri - del 2010-06-23) articolo visto 6151 volte
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