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I DEPRESSI VEDONO TUTTO GRIGIO

la sindrome depressiva riesce ad alterare la percezione dei colori

Se i pittori utilizzano colori cupi come metafora della tristezza, non è un caso, infatti, una nuova ricerca condotta da un gruppo di scienziati dell’ Università di Friburgo in Germania, ha dimostrato che la sindrome depressiva riesce ad alterare la percezione dei colori: per questo chi è depresso vede davvero tutto grigio.
Gli occhi delle persone che soffrono di questa malattia hanno difficoltà a rilevare il contrasto tra i colori e l’ effetto è simile a quello che si ha sul televisore quando si elimina l’ apposita funzione.
I depressi, quindi, vedono davvero la realtà più scura di quella che è: infatti tale “disturbo” altera profondamente la visione che una persona ha del mondo.
Per studiare la connessione tra disturbi dell’ umore e vista gli scienziati tedeschi hanno preso in esame le retine di 80 soggetti. A 40 di loro era stata diagnosticata una sindrome depressiva, mentre l’ altra metà dei volontari non aveva nessun tipo di disturbo.
L’obiettivo di tale studio è stato quello di misurare la risposta elettrica delle cellule retiniche sensibili al contrasto. I soggetti sono stati fatti sedere in una stanza poco luminosa e posizionati davanti a uno schermo: con degli elettrodi sugli occhi dovevano osservare una sequenza di cinque scacchiere in bianco e nero che cambiavano gradualmente colore fino a diventare grigie.
Più il contrasto tra i grigi veniva aumentato verso il bianco e il nero, tanto più i segnali elettrici del nervo ottico dei depressi diminuivano di intensità.
La risposta elettrica dei neuroni aumentava in maniera più marcata negli individui sani, mentre i pazienti depressi presentavano un contrasto retinico più basso, inoltre è stato osservato che l’assunzione di antidepressivi non forniva a tali soggetti alcun miglioramento significativo. Ciò significa che i soggetti depressi vedevano le immagini in maniera meno contrastata. È come se i soggetti sani avessero la possibilità di vedere le immagini in una giornata di sole e, invece, i soggetti depressi fossero immersi nella foschia d’una giornata d’autunno.
Quindi più si è depressi e meno il nervo ottico è attivo. I risultati ottenuti sono stati talmente positivi e interessanti da far ritenere possibile l'individuazione “oggettiva” dei livelli della depressione, basandosi sulla semplice osservazione dei risultati del test.
“Questo metodo di analisi, ha commentato l’autore della ricerca: il dottor van Elst, potrebbe rivelarsi un valido strumento per misurare in maniera oggettiva il livello di depressione in un paziente e fornire così implicazioni di vasta portata per la diagnosi e la cura di questa malattia".
(di Massimiliano Stocchi e Serena Ranalli - IGEA Centro Promozione Salute - del 2010-10-14) articolo visto 2397 volte
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