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OLTRE TRENT’ANNI DI SIMPLE MINDS ED ORA ANCHE LOSTBOY

A tu per tu con Jim Kerr, carismatico leader della band scozzese, in tour in questi giorni per presentare il suo primo lavoro solista “Lostboy A.K.A. Jim Kerr” uscito lo scorso marzo

Simple Minds …. una band che non ha bisogno di presentazioni: trent’anni di carriera alle spalle, oltre 35 milioni di dischi vendute, orde di fans in tutto il mondo che ancora oggi li seguono con grandissimo calore, un posto di rilievo nella storia del rock mondiale. Il loro è quasi un elisir di giovinezza. Quale la ricetta? La passione, la voglia di salire ancora su un palco, l’entusiasmo che ancora li porta a fare dischi e suonare tanto dal vivo e poi soprattutto il carisma unico ed inimitabile di Jim Kerr.
Trovarselo di fronte …. un’emozione unica e forse irripetibile: la sua sola presenza è sinonimo di fascino!
In concerto è ancora un “animale”: la folla viene trascinata ad un suo minimo cenno, il live dei Simple Minds è un vero e proprio happening. Tutti cantano le canzoni, fra vecchi e nuovi successi è una cavalcata trionfale dall’inizio alla fine. Questo è ciò che si è visto anche la scorsa estate in una delle date italiane del gruppo a Roseto degli Abruzzi, per il Soundlabs Festival di fronte a quasi 2000 persone. Una serata strepitosa in cui le “menti semplici” hanno ribadito nuovamente di avere tanto ma tanto da dire anche oggi: in un momento in cui la musica sembra aver bisogno di trovare nuovi eroi, è forse invece il caso di guardarsi indietro e riscoprire la grandezza di un gruppo che anche con la sua ultima prova discografica, “Graffiti soul”, ha messo d’accordo critica e pubblico. L’album, a detta di molti, è infatti uno dei migliori della loro lunga carriera.
A Roseto hanno proposto una scaletta in equilibrio fra canzoni di “Graffiti soul” e quelle storiche.
Già l’apertura,“Sanctify yourself”, con Jim che istiga la sua folla con il più classico dei “let me see your hands” fa capire che sarà un vero evento. Grandi musicisti sul palco: Charlie Burchill che, seppur costretto a suonare da seduto per un infortunio, regala note graffianti con la sua chitarra, Mel Gaynor prezioso e preciso come sempre, Andy Gillespie alle tastiere ed Eddie Duffy ormai parte integrante del suono del gruppo da anni, Sarah Brown in grandissima forma ai cori che permette anche il ripescaggio di “Once upon a time” dopo tanto troppo tempo di assenza dai live.
Immancabili ovviamente “Waterfront”, una “Mandela day” da brividi, “Moscow underground” che guadagna molto nell’esecuzione live, un’incredibile versione di “Hypnotized”, una fantastica “Someone somewhere in summertime” in cui Jim ruffianamente dialoga con il pubblico scherzando sul luogo in cui si trova (“… in summertime in Abruzzo… vicino Ancona ….quasi … molto più vicino a Pescara”). Poi verso la fine un trio di pezzi che stende la folla: “Don’t you (forget about me)”, “Alive & kicking”, “New Gold dream (81-82-83-84)”. Nei bis trovano spazio “Rocket”, primo singolo estratto dall’ultimo album, e “Ghostdancing” unita per l’occasione alla celeberrima “Gloria” che chiudono una serata indimenticabile. Sarà difficile rivedere in Abruzzo un concerto di questo livello: hanno proprio un altro passo questi Simple Minds, mai datati come qualcuno li ha definiti ultimamente, invece sempre pronti a rinnovarsi e cercare nuove vie, cosa che ha permesso loro di fare ancora grande musica dopo tanti anni di carriera ed essere al tempo stesso un esempio per le giovani band.
Prova di questo ne è anche il fatto che lo scorso marzo Jim Kerr ha dato vita anche al suo primo progetto solista, sotto lo pseudonimo Lostboy, dal titolo “Lostboy! A.K.A. Jim Kerr”: sperimentazione, ricerca nei suoni incredibile curata in ogni dettaglio, desiderio di esplorare territori più indie e meno legati al mercato delle major. Anche questa volta ne è venuto fuori un gran disco, pieno di sorprese ma che comunque, in alcuni tratti, non rinnega certo le sue origini musicali. Dunque un inizio di un percorso parallelo a quello dei Simple Minds che, a detta di Jim, avrà certamente un suo seguito.
Un lungo tour a nome Lostboy è partito in questi giorni ed attraverserà in lungo e largo l’Europa (purtroppo almeno per ora non sono previste date italiane).
“Siamo molto felici come band – esordisce Jim parlando entusiasticamente del momento che i Simple Minds stanno vivendo - negli ultimi due tre anni abbiamo trovato una nostra identità, nuova ispirazione e carica”.
Il grande capolavoro “New gold dream” rimarrà forse ineguagliabile? “Tutti gli artisti toccano un vertice con un disco, è successo anche agli U2 con “The Joshua tree”, a Bob Dylan , Bruce Springsteen. È importante sempre creare e guardare al futuro senza fermarsi: gente come Lou Reed o Neil Young hanno sempre qualcosa di nuovo da dire. I Simple Minds hanno avuto coraggio a rinnovarsi: abbiamo avuto momenti bui ed altri di grande successo, la cosa fondamentale è che siamo sempre andati avanti. Il nostro segreto è appunto creare costantemente: siamo in giro per concerti a lungo, ma quando finiamo un tour il giorno seguente già entriamo in studio per comunque dare spazio all’ispirazione”.
Come frontman Jim Kerr ha sicuramente pochi eguali al mondo e lo dimostra ogni sera quando sale on stage: “Questo è il mio lavoro. All’inizio ero giovane, avevo paura a stare di fronte alla gente, non ero abituato. Quando salgo sul palco devo creare una “task” particolare, un feeling ed un’energia con il pubblico e questo deve servire anche a noi come musicisti per offrire uno spettacolo che sia una bomba! Per me è un grande onore suonare per la gente, non mi interessa se ho di fronte 10, 1000 o 10000 persone: quando vado sul palco entro in un altro mondo!”
L’entusiasmo si legge negli occhi di Jim quando ci parla di “Lostboy! A.K..A. Jim Kerr”, il suo lavoro solista: “È un masterpiece (capolavoro). Nel mio modo di fare musica sento l’influenza sì dei Simple Minds, ma anche degli Ultravox, dei Wire, Magazine, quella cioè del post punk. Sto già preparando un secondo album mio che uscirà il prossimo anno. Vivo due storie molto differenti e parallele: i Simple Minds con cui mi esibisco ogni sera e trovo di fronte a me tanta gente che è cresciuta con quelle canzoni. Come Lostboy devo invece provare alle persone qualcosa, i brani sono troppo nuovi e a molti anche sconosciuti, non sono hits, non c’è cioè un grande budget, tutto è molto indie”.
Forse anche un greatest hits in arrivo per i Simple Minds il prossimo anno, in cui inserire anche inediti incisi nei mesi scorsi: tanti progetti insomma all’orizzonte per Jim Kerr …. il carisma fatto persona: uno che ha negli occhi il fuoco di chi fa il mestiere del cantante ancora con la voglia di un esordiente … “this rock’n roll”, quello fatto con l’anima …. lunga vita dunque alle “Menti semplici”!
Si ringrazia l’organizzazione del Soundlabs Festival, in particolare il Direttore Artistico Vincenzo Andrietti e l’Addetto Stampa Marco Vittoria, ed il Management dei Simple Minds che hanno reso possibile l’intervista. Inoltre un grazie anche agli amici di TV6 e della trasmissione “Itinerari”.

Simple Minds Live at Soundlabs Festival – Roseto degli Abruzzi, il 2 agosto 2010

Sanctify yourself
Stars will lead the way
Waterfront
See the lights
This is it
Mandela day
Moscow underground
Hypnotized
Someone somewhere in summertime
Once upon a time
One step closer
Don’t you (forget about me)
Alive & kicking
New Gold dream (81-82-83-84)

Encores:
Rocket
Ghostdancing
Gloria

[Foto di Filippo Schiavi]
(di Piero Vittoria - del 2010-10-24) articolo visto 3400 volte
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