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C’È CHI DICE NO: RECENSIONE DI UNA RECENSIONE

Tremate raccomandati d’Italia, stiamo arrivando!

PREMESSA NECESSARIA – Se il cinema è fatto per sognare, C’è chi dice no, regia di Giambattista Avellino, centra il bersaglio e lo fa fin in fondo! Perché, ragazzi, non è compito del cinema aggiustare l’Italia. Capisco che i nostri politici sembrano tutti essersi diplomati all’accademia teatrale di Proietti, ma ricordate che l’abitudine è una brutta consigliera e, soprattutto, tenete ben in mente che le puntate di Zelig non si registrano a Palazzo Montecitorio, Roma, ma al Teatro degli Arcimboldi, Milano!
EMPIRISTA – Nuovo articolo, nuovo obiettivo: quello di oggi lo capirete ben presto (smile). Empirista perché non lascio niente al caso e come un segugio ho fiutato tutto ciò che sulla rete e sulla carta stampata si vociferava intorno a questa nuova fatica cinematografica. Ho spulciato gli articoli di firme note e meno note e alla fine ero fiero di me: sapevo già che avrei scritto una recensione migliore (scodinzolo).
ANONIMATO – Tranquilli, niente scandali; non citerò nessuno direttamente. Ma non è la legge morale dentro di me che me lo impone. Più che altro è la paura: che l’articolo non sia pubblicato, che qualcuno mi denunci. E affrontare una causa civile a ventidue anni con una laurea in filosofia non è certo tra i propositi che appunti l’ultimo dell’anno nella colonna delle cose da fare (mi mordo la coda). Ma come classificare questi giornalisti senza nominarli, per non fare confusione?
Ci ispiriamo al programma più fuori contesto della televisione italiana: le Iene; ecco l’elenco dei 3 tipi di giornalista che si deve evitare per non incappare in una recensione truccata.
1° tipo: IL SAGGIO – Ci mettiamo gli occhiali da vista, apriamo il primo quotidiano e cosa vi leggiamo? C’è chi dice no? Si, carino però ci aspettavamo un finale cattivo, cinico, come la realtà che viviamo. Ed ecco sputare i mostri sacri del cinema italiano: Risi, Petri e Monticelli l’avrebbero fatto. C’è chi dice no? A tratti fantascienza. Caro autore coperto dall’anonimato ma perché scomodare nomi così importanti? Perché citarli non costa niente, ma fa “colto”?
No, questa non è una giustificazione; del resto, noi, da questa parte della barricata, apprezziamo il messaggio a tratti utopico della pellicola che, ricordiamo, è frutto di fantasia e che assume i connotati di una denuncia sociale solo finché rimane tale e non si atteggia a strumento politico o sociale; questo lavoro è già compiuto con eccesiva perseveranza dai salotti televisivi, anch’essi coperti dalla legge dell’anonimato, rinominata legge della paura. (Per indicazioni più specifiche vi basta sintonizzarvi la domenica pomeriggio sull’ammiraglia di Raio Mediaset, non fa differenza). Giudizio sul Saggio: s.p. (senza parole).
2° tipo: IL DEPRESSO – Come riconoscere il giornalista – depresso? Un tipo sicuramente astuto: si maschera dietro un atteggiamento benevolo nei confronti del film, ma poi spara a zero sull’Italia. Salva il film, distrugge il nostro futuro. La raccomandazione è dovunque. Tutti la subiscono. La realtà è ben peggiore di questo film. Dove andremo a finire? Il dramma è compiuto; manca, in chiusura, soltanto la citazione di un versetto dell’apocalisse di San Giovanni. Suvvia, il mondo non è poi questa schifezza. E il nostro depresso cosa pensa degli attori?
Grande sorpresa del cinema italiano Paolo Ruffini che fugge al martirio dei cinepanettoni. Condividiamo l’accusa ai cinepanettoni, anche se è roba già sentita. Ma in difesa del giovane Paolo Ruffini, che poi tanto giovane ormai non è più, diciamo che per noi non è più una sorpresa, ma una conferma (rimandiamo per questo al curriculum del “ragazzo” nella sezione apposita del suo sito web). Giudizio sul depresso: p.s. (probabile suicida).
3° tipo: IL RAZZISTA – Basta ricordare al mondo intero che Luca Argentero è un ex concorrente del Grande Fratello! Lo sappiamo già, e, del resto, nessuno è perfetto. Il razzista è subdolo, perché pur lodando l’attore, la partecipazione al g.f. la butta lì, quasi per caso, sapendo, così, di sporcare indirettamente il profilo dell’attore. Argentero, invece, ancora una volta si mostra attore talentuoso e versatile: convincente il suo fiorentino! Performance all’altezza di Diverso da Chi? e Lezioni di Cioccolato(che, notizia per gli appassionati, sembra aver dato frutto ad un sequel messo già in cantiere con Argentero confermato). Che non stia diventando uno dei volti della contemporanea commedia all’italiana? Giudizio sul razzista: a.h. (adolf hitler).
Ci sarebbe un altro tipo, ma lo teniamo per noi, visto che ne condividiamo i contenuti, anche se la forma è un po’ quella del programma per la prima serata di rai uno(che chiamano formato famiglia ma che, in realtà, è un formato over 70).
LA STORIA – Max (Luca Argentero), Samuele (Paolo Ruffini) e Irma (Paola Cortellesi) sono tre giovani professionisti delusi dal mondo del lavoro. Si rincontrano dopo anni ad una noiosa cena di classe e lì maturano il loro bisogno di ribellarsi al sistema. Tutto ciò dà il via a delle ritorsioni nei confronti di coloro che hanno rubato il loro posto di lavoro, perché raccomandati, che sfocerà nella fondazione di un movimento: “I pirati del merito”.
Tante risate provocate da una intelligenza nella sceneggiatura che è evidente in tutta la sua efficacia. C’è chi dice no è un mix perfetto di bravi attori, un ottimo sceneggiatore, Fabio Bonifacci, e il regista Giambattista Avellino che ha saputo raccontare con fantasia e comicità una delle piaghe sociali più pericolose che affligge il nostro paese. Le battute scorrono veloci; nutriamo solo dei dubbi sulla storia d’amore improvvisata tra Argentero e Cortellesi che comunque regge bene nel contesto. I nostri tentativi di raccomandare il nostro articolo sono, così, esauriti. C’è chi dice no: ve lo raccomandiamo!
SCHEDA: REGIA: Giambattista Avellino. SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci.
ATTORI: Luca Argentero, Paola Cortellesi, Paolo Ruffini, Myriam Catania, Claudio Bigagli, Marco Bocci, Roberto Citran, Massimo De Lorenzo, Chiara Francini, Edoardo Gabbriellini, Harriet McMasters Green, Max Mazzotta, Isabelle Adriani, Giorgio Albertazzi.
FOTOGRAFIA: Roberto Forza. MONTAGGIO: Luca Benedetti. MUSICHE: Pivio, Aldo De Scalzi.
PRODUZIONE: Cattleya. DISTRIBUZIONE: Universal Pictures.
PAESE: Italia 2011. GENERE: Commedia. DURATA: 95 Min.
(di Gianrico D’Errico - del 2011-04-28) articolo visto 2080 volte
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